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  25/08/2014 19:29


Pellegrinaggio dei Vescovi umbri in Francia, tra Parigi, Chartres e Lisieux



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I Vescovi dell’Umbria, com’è tradizione nel periodo estivo, hanno trascorso alcuni giorni insieme all’insegna della fraternità e della condivisione. Dopo la Russia (2011), la Romania (2012) e la Grecia (2013) quest’anno, dal 18 al 22 agosto, è stata la volta della Francia dove i Vescovi hanno visitato Parigi, Chartres, Lisieux. In Francia, paese di antica tradizione cattolica oggi alle prese con una crisi religiosa e con una crescente presenza di etnie diverse e dell’immigrazione dal Medio Oriente, conta 47 milioni di battezzati cattolici ossia il 77% della popolazione, è organizzata in 98 diocesi e con circa 20mila sacerdoti. La delegazione era composta: dall’arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e vice presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) mons. Domenico Sorrentino; dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia e segretario della Ceu mons. Renato Boccardo; dal vescovo di Orvieto-Todi mons. Benedetto Tuzia; dal vescovo di Gubbio mons. Mario Ceccobelli; dal vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Paolo Giulietti; dall’arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve mons. Giuseppe Chiaretti; dal segretario organizzativo della Ceu dott. Amilcare Conti; dai vice direttori dell’Ufficio stampa della Ceu dott.ssa Elisabetta Lomoro e dott. Francesco Carlini. Il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Ceu Gualtiero Bassetti non è partito con i confratelli per restare vicino al seminarista Giampiero Morettini, deceduto proprio durante la permanenza dei Vescovi in Francia a seguito di una complicazione post intervento chirurgico al cuore. I Vescovi di Foligno, Città di Castello e Terni-Narni-Amelia per quel periodo avevano già impegni pastorali programmati da tempo. I Presuli della terra dei Santi Benedetto e Francesco hanno avuto modo di conoscere da vicino la situazione della chiesa d’Oltralpe, ricca di una tradizione devozionale alla Madonna con numerosi santuari a lei dedicati e di quella legata al monachesimo benedettino. Una tradizione che ai giorni nostri è visibile nella grande affluenza di pellegrini nelle due grandi basiliche di Parigi: Notre Dame e il Sacro Cuore. Dalla grande basilica sulla collina di Montmartre, dove incessante è l’afflusso dei fedeli raccolti in preghiera per l’adorazione eucaristica perpetua che qui si ininterrottamente da ben 125 anni, è cominciata la visita dei Vescovi umbri con la prima celebrazione presieduta da mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia. I Vescovi sono stati accolti dal canonico Jean Laverton, rettore della Basilica del Sacro Cuore di Montmartre che ha illustrato i vari aspetti della chiesa, evidenziando la particolare devozione al Sacro Cuore e la partecipazione dei fedeli alla preghiera dell’adorazione eucaristica. Nell’incontro con il rettore Laverton, che è responsabile per il catecumenato nell’arcidiocesi di Parigi, si è parlato della situazione della chiesa cattolica in Francia, delle vocazioni che sono in costante ripresa dopo un periodo di stasi, con circa 90 seminaristi nella diocesi di Parigi. Il segno di una ripresa del cattolicesimo in Francia è dato anche dai numerosi adulti che chiedono il battesimo e gli altri sacramenti. Nell’ultima veglia pasquale hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana 422 adulti a conclusione del cammino di formazione, continuando poi nella comunità parrocchiali la loro opera di discernimento e partecipazione alla vita religiosa e comunitaria.

Nella stupenda cattedrale di Notre Dame di Parigi, il principale luogo di culto cattolico, sede vescovile dell'arcidiocesi di Parigi, una delle costruzioni gotiche più celebri del mondo ed uno dei monumenti più visitati di Parigi, i Vescovi umbri hanno concelebrato la messa nell’altare centrale, circondato dal maestoso coro ligneo, e ai piedi della statua marmorea di Nostra Signora di Parigi, risalente al XIV secolo, un tempo dipinta policroma, raffigura Maria incoronata che tiene sul braccio sinistro il Gesù Bambino con il globo e nella mano destra un fiore. Nella sede del rettorato i Vescovi hanno poi incontrato mons. Eric de Moulins-Beaufort, vescovo ausiliare e vicario generale dell'arcidiocesi di Parigi e mons. Patrick Jacquin, rettore e arciprete della cattedrale di Notre Dame di Parigi. Mons. de Moulins-Beaufort, che ha seguito a lungo la formazione dei seminaristi, ha parlato dell’attuale organizzazione delle parrocchie della Diocesi che, attraverso l’azione missionaria della Chiesa, cercano di ridare slancio alla vita cristiana inviando gruppi di sacerdoti che si occupino della catechesi e della solidarietà. In una società come quella francese con la presenza di molti immigrati «è necessario dar vita a delle comunità aperte e formative anche a livello cristiano» ha detto il vescovo ausiliare che ha poi parlato anche dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa improntati al rispetto nella totale autonomia decisionale: «Coloro che non amano la chiesa, credendo che sia molto potente e che abbia un influsso sull’opinione molto forte – ha spiegato mons. de Moulins-Beaufort - sono spesso aggressivi verso di essa. È complicato trovare un equilibrio e la maniera di procedere perché non c’è collaborazione e vogliono evitare che la voce della Chiesa possa avere un peso sulla società. Anche nelle manifestazioni recenti a difesa della famiglia si è avuta la percezione che la Chiesa cattolica fosse capace di mobilizzare famiglie, lavoratori e persone che fanno vivere la società, anche se noi abbiamo l’impressione di non avere nessun influsso». La secolarizzazione degli ultimi decenni ha portato ad un drastico calo della presenza dei cattolici alle celebrazioni domenicali specie tra gli adulti, mentre un movimento di ripresa sembra esserci tra i giovani. «Ciò che è cambiato nella società è che ci sono molte persone immigrate con una forte vitalità religiosa che sta dando nuovo slancio specie nelle grandi città, mentre in periferia, dove la popolazione è più anziana, c’è meno partecipazione», ha detto ancora il Vescovo ausiliare. «Dopo le Giornate Mondiali della Gioventù e varie esperienze in pellegrinaggi, a Parigi sta nascendo un bel movimento giovanile, grazie anche all’opera di alcuni sacerdoti che organizzano dei cammini per la formazione dei giovani nelle parrocchie - studenti e professionisti dai 25 ai 30 anni, per un totale di circa 1500 - con l’impegno di animare le comunità e operare in vari ambiti sociali a favore dei bisognosi, dalla scuola agli ospedali, alle mense».

Martedì 20 agosto i Vescovi sono andati pellegrini a Lisieux, in Normandia, sulle orme di S. Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo (1873-1897), monaca carmelitana, santa e dottore della Chiesa. Nel visitare il nuovo e grande santuario e il Carmelo dove riposano le sue spoglie mortali, i Presuli hanno approfondito la santità di questa donna, che non si fonda su fenomeni straordinari, ma nel fare in modo straordinario le cose ordinarie. In monastero ha preso il nome di suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, ma non trova l’isola di santità che s’aspettava. Tutto puntuale, tutto in ordine. Ma è scadente la sostanza. La superiora non la capisce, qualcuna la maltratta. Lo spirito che lei cercava, proprio non c’è, ma, invece di piangerne l’assenza, Teresa lo fa nascere dentro di sé. E in sé compie la riforma del monastero. Trasforma in stimoli di santificazione maltrattamenti, mediocrità, storture, restituendo gioia in cambio delle offese.
È una mistica che rifiuta il pio isolamento. Muore nel 1897, dopo meno di un decennio di vita religiosa oscurissima. Ma è da morta che diviene protagonista, apostola, missionaria. Sua sorella Paolina (suor Agnese nel Carmelo) le ha chiesto di raccontare le sue esperienze spirituali, che escono in volume col titolo Storia di un’anima nel 1898. Così la voce di questa carmelitana percorre la Francia e il mondo, colpisce gli intellettuali, suscita anche emozioni e tenerezze popolari. E l’arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, nell’omelia che ha tenuto nel corso della celebrazione eucaristica nella cripta del nuovo santuario, ha proprio ricordato l’ordinarietà e la piccolezza di S. Teresa. «Questa donna – ha detto – vissuta in modo semplice in un Carmelo sconosciuto ai più, è divenuta missionaria perché impregnata dal mistero dell’amore. Essa ci invita ad impegnarci per una Chiesa gioiosa e missionaria. A S. Teresa chiediamo la rosa dell’amore per le nostre otto Chiese diocesane dell’Umbria, affinché sprizzino di gioia e di amore». Nel pomeriggio, visita all’abbazia benedettina di Saint-Wandrille de Fontenelle, sempre in Normandia. L’abate, dom Jean-Charles Nault, ha accolto i Vescovi e li ha guidati nei luoghi più caratteristici dell’Abbazia: chiostro, sala capitolare, chiesa. Prima di rientrare a Parigi, i Pastori delle Chiese umbre hanno pregato i Vespri con i trentasei monaci di Saint-Wandrille.

Mercoledì 21 agosto i Vescovi dell’Umbria hanno celebrato l’eucaristia – presieduta dall’arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve mons. Giuseppe Chiaretti - nella cripta della bellissima cattedrale di Notre Dame di Chartres, nella regione del Centro, 95 km a sud-ovest di Parigi. Sono stati accolti dal Rettore don Dominque Aubert. La suddetta Cattedrale è uno degli edifici religiosi più importanti del mondo ed uno dei più perfetti edifici gotici. Il fattore decisivo che la fa prevalere tra le altre Cattedrali francesi è il suo buono stato di conservazione, specialmente delle sculture e delle vetrate. La figura più importante nella storia di questa diocesi fu il Vescovo Fulberto, teologo scolastico riconosciuto in tutta Europa, che cominciò nell’XI secolo la costruzione della Cattedrale sull'area precedentemente occupata da un antico santuario pagano. Nel pomeriggio, i Presuli hanno visitato l’abbazia di Fleury a S. Benoit sur Loire, sulle rive del fiume Loira, a 35 km da Orléans. Secondo una tradizione locale, nella cripta dell’abbazia sono conservate le reliquie di S. Benedetto: nel 672 alcuni monaci di Fleury decisero di andare a recuperare i resti abbandonati di S. Benedetto all’abbazia di Montecassino, distrutta dai Longobardi.

Nell’ultimo giorno di permanenza in Francia, i Vescovo sono andati pellegrini alla Cappella della Madonna della Medaglia Miracolosa, in pieno centro a Parigi. Si tratta di un luogo speciale, in cui convergono pellegrini da tutto il mondo: nel 1830 in questa cappella la Vergine è apparsa ad una novizia delle Figlie della Carità, santa Caterina Labouré, per offrire al mondo una medaglia.
Questo semplice oggetto, destinato a tutti senza distinzione, ricapitola, attraverso il suo simbolismo, i misteri della fede cristiana.
Quando scoppiò a Parigi, nel febbraio 1832, una terribile epidemia di colera, che provocò più di 20.000 morti, le Suore cominciarono a distribuire le prime medaglie. Le guarigioni si moltiplicarono, come le conversioni. Il popolo di Parigi chiamò la medaglia "miracolosa". I Vescovi hanno celebrato l’eucaristia nella Cappella.

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