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  15/08/2014 15:13


Solennità dell’Assunta: moltissimi fedeli hanno partecipato alle celebrazioni presiedute dall’arcivescovo Renato Boccardo. La processione del 14 è stata dedicata alle famiglie, mentre il solenne pontificale del 15 agosto ai cristiani perseguitati in Iraq e in Nigeria



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«La grande festa dell’Assunta è per tutti noi un invito forte a guardare in alto, in cielo, là dove sta la Vergine Maria nella gioia più piena e nella gloria più splendida. Uno sguardo di contemplazione ammirata e di affetto devoto e filiale». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, in una basilica cattedrale di Spoleto piena di fedeli, ha avviato l’omelia nella solennità dell’Assunta, venerdì 15 agosto. Con il Presule hanno concelebrato: mons. Luigi Piccioli, parroco di S. Maria nella cattedrale e di S. Gregorio maggiore in Spoleto; mons. Angelo Corona, canonico della Cattedrale; mons. Alessandro Lucentini, parroco del Sacro Cuore in Spoleto; padre Randy Beniga Tibayan, oad, parroco di S. Rita in Spoleto. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi e dal gruppo ministranti della Diocesi, tutti coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Edoardo Rossi.

 «Sentiamola così, carissimi, - ha proseguito nell’omelia mons. Boccardo - la festa dell’Assunta: come la solennità mariana che in una maniera più intensa ci spinge a guardare in alto, a levare il nostro sguardo al cielo. Perché questi sono i cristiani: gente chiamata a guardare in alto e a trarre dall’alto, da Dio, la forza della fede e della testimonianza, con una vita generosa e coerente. E come non pensare, alla luce di queste affermazioni, a tanti nostri fratelli e sorelle cristiani chiamati in questi tempi a seguire Gesù subendo - inermi - la violenza, la persecuzione e anche la morte in nome della fede che professano? Per questo anche noi questa mattina, insieme con tutte le Chiese che sono in Italia e in comunione con papa Francesco pellegrino in Corea, “non possiamo tacere” (cf Nota della Presidenza della CEI, 2 agosto 2014) e vorremmo che la nostra voce giungesse a scuotere l’Europa, distratta e indifferente, cieca e muta davanti alle persecuzioni di cui oggi sono vittime centinaia di migliaia di cristiani. L’Occidente – ha affermato ancora l’Arcivescovo - non può continuare a volgere lo sguardo altrove, illudendosi di poter ignorare una tragedia umanitaria che distrugge gli stessi valori che l’hanno forgiato. Se la mancanza di libertà religiosa - fondativa delle altre libertà umane - impoverisce vaste aree del mondo, un autentico Calvario accomuna i battezzati di Paesi come l’Iraq e la Nigeria, dove sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici; scacciati dalle loro case ed esposti a minacce, vessazioni e violenze, conoscono l’umiliazione gratuita dell’emarginazione e dell’esilio fino all’uccisione; le loro chiese sono profanate e distrutte da un integralismo che nulla ha di autenticamente religioso. In queste zone la presenza cristiana - la sua storia più che millenaria, la varietà delle sue tradizioni e la ricchezza della sua cultura - è in pericolo: rischia l’estinzione dagli stessi luoghi in cui è nata, a partire dalla Terra Santa». Poi, l’invito dell’Arcivescovo agli spoletini e a tutti i presenti: «Abbiamo letto sui giornali che a Mosul, in Iraq, le case dei cristiani vengono segnate da una N in rosso, iniziale della parola “nasrani” che significa appunto “cristiani”, come in tempi funesti anche in Europa si segnavano le case di quanti non appartenevano alla razza che si riteneva pura e perfetta... E se anche noi - che abbiamo la libertà di professare la nostra fede, tante volte tiepida e superficiale - mettessimo idealmente sulle porte delle nostre case una N rossa, per dire chi siamo e chi vogliamo essere? E per non dimenticare le parole di Gesù: “Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi” (Lc 9, 26)». Al termine della Messa, come da tradizione, l'Arcivescovo dalla loggia della Cattedrale ha benedetto la città di Spoleto i fedeli adunati in Piazza Duomo. 

Alle famiglie, invece, è stata dedicata la processione dell’Assunta di giovedì 14 agosto: alle 21.00 dalla basilica di S. Gregorio l’Arcivescovo, i sacerdoti e moltissimi fedeli con i flambeaux in mano hanno “ri-accompagnato” la Santissima Icone in Duomo. Ancora una volta la città di Spoleto si è stretta attorno alla Vergine Maria in un tributo corale di affetto e devozione, erede della tradizione dei padri che ha visto nella presenza della Santissima Icone in questo Duomo il segno della protezione materna della Madre del Signore. «È proprio la “maternità” di Maria – ha detto mons. Boccardo nell’omelia tenuta una volta giunti in Cattedrale - che ispira questa sera la nostra riflessione e la nostra preghiera: guardiamo a Lei, infatti, come sposa e madre che ha vissuto in famiglia, nella casa di Nazareth, la risposta alla chiamata di Dio. Questa dimensione “famigliare” della sua avventura umana e spirituale ci invita a fermare un attimo la nostra attenzione su quanto la Chiesa sta vivendo in queste settimane». Da molti mesi, infatti, papa Francesco pone insistentemente l’accento sulla famiglia e sull’attenzione che si deve riservare a questo nucleo fondamentale della società e della Chiesa. Perciò ha deciso di convocare uno speciale Sinodo dei Vescovi nel prossimo autunno, per trattare il rapporto tra famiglia ed evangelizzazione ed ha chiesto a tutti i credenti di accompagnare con la preghiera la preparazione di questo importante evento ecclesiale. «Proporre dunque con sapienza il Vangelo per la famiglia – ha detto ancora l’Arcivescovo - appare quanto mai urgente e necessario. Fra le numerose nuove situazioni che richiedono la particolare attenzione della comunità cristiana basti menzionare la cultura del non impegno e della presupposta instabilità del vincolo, l’influenza della televisione e degli strumenti della comunicazione nella comprensione delle nozze e della vita familiare, la svalutazione della permanenza e della fedeltà del patto matrimoniale, i matrimoni misti, le famiglie composte da un solo genitore, le coppie di fatto e i divorziati risposati. E questo elenco delle sfide al matrimonio e alla famiglia, purtroppo, non è esaustivo...». Al termine della preghiera in Duomo, mons. Boccardo ha consegnato a cinque coppie di sposi provenienti dai cinque Vicariati della Diocesi, e idealmente a tutte le famiglie della Chiesa di Spoleto-Norcia, una luce attinta alla lampada che arde davanti alla Santissima Icone e il testo della preghiera per la famiglia composta da papa Francesco. «A voi e, per mezzo vostro, a tutte le famiglie della nostra Chiesa locale – ha detto il Presule - affido questa fiamma, simbolo della fede che illumina, riscalda e consola il cammino della vita. Custoditela con cura, e fate della presenza del Signore Gesù il tesoro prezioso della vostra casa, testimoniando con gioia e costanza il vangelo della famiglia».

Le celebrazioni dell’Assunta sono state animate dalla Cappella Musicale del Duomo, diretta dal maestro Francesco Corrias, con all’organo il maestro Paolo Sebastiani. Sia alla processione del 14 che alla Messa del 15 agosto era presente il vice sindaco di Spoleto, Maria Elena Bececco. Due agenti della Polizia Municipale – presente anche il comandante Vincenzo Russo -  hanno portato il Gonfalone della Città ad entrambi gli appuntamenti. Al Pontificale del 15 agosto in Duomo, c’era anche il comandante della Compagnia Carabinieri di Spoleto, capitano Fabio Rufino.




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