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  23/07/2014 16:05


Perugia: la Caritas invita a pregare per le vittime dei conflitti che stanno insanguinando quest’estate e a riflettere sulle loro drammatiche cause



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«Anche se sembrano così lontani i conflitti che infiammano in questo momento il mondo, ci interpellano e pongono davanti agli occhi immagini di bambini che non vivranno un'estate di vacanza, ma di paura, di guerra. Solo la pace vince la violenza, nelle piccole dinamiche familiari, come in quelle mondiali, una pace che si costruisce rinunciando ciascuno a qualcosa per un bene più grande». A dirlo è il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, Daniela Monni, a margine del primo incontro del nuovo Consiglio della Caritas diocesana nominato recentemente dal cardinale Gualtiero Bassetti. «La comunità internazionale, dopo il secondo conflitto mondiale – ha proseguito Daniela Monni – è stata attenta a tracciare confini, impostare dinamiche economiche e finanziare globali, dimenticando che l’uomo e il creato erano i due grandi doni da preservare... Auspichiamo che gli errori commessi spingano i governanti a trovare la difficile strada della pace, per lasciare alle generazioni di domani un mondo in cui la violenza sia vinta dalla pace. Per questo, come cristiani – ha concluso il direttore della Caritas –, ogni giorno siamo chiamati a pregare, guidati dalle parole e dall’esempio di papa Francesco: "Il Dio della pace susciti in tutti un autentico desiderio di dialogo e di riconciliazione. La violenza non si vince con la violenza. La violenza si vince con la pace". Il Santo Padre, all’Angelus di domenica 20 luglio, ha ricordato anche quanti vengono perseguitati ed uccisi per la loro fede cristiana in Iraq e in altre parti del mondo».

Al primo incontro del Consiglio della Caritas diocesana perugino-pievese si è riflettuto anche sul fatto che quasi ogni giorno i media diramano notizie che sono dei veri e propri bollettini di guerra. Tutti i credenti in Dio che pongono alla base della propria vita la fede, la speranza e la carità non possono non restare indifferenti a quanto sta accadendo quest’estate. «Anche  in vacanza – hanno detto i membri dell’organismo pastorale diocesano – occorre pregare, riflettere ed essere solidali con quanti sono in pericolo di vita a causa di tanti conflitti in corso, da quelli che fanno notizia, come l’ucraino-russo, l’iracheno, il siriano e il mediorientale (Striscia di Gaza), a quelli cosiddetti “dimenticati”, soprattutto del continente africano».

«Si rifletta e si preghi in quest’estate – hanno aggiunto in Caritas – anche per chi il mare è costretto ad attraversarlo, mettendo a repentaglio la vita, per fuggire da guerre, ingiustizie e miserie».

Da Perugia e dall’Umbria, terra accogliente, di pace e solidarietà, dove convivono numerosi uomini e donne, giovani e anziani, di tante nazionalità, culture e fedi religiose, giunge, anche attraverso questa riflessione, l’appello a vivere pacificamente.

La Chiesa dell’Umbria, attraverso la sua Caritas regionale, un piccolo esempio di quanto si può fare per contribuire alla pace tra popoli diversi che vivono su uno stesso territorio lo sta dando da ben quindici anni. Da dopo la fine delle ostilità in Kosovo, la Caritas Umbria è presente con un proprio “Campo-missione”, dove dei suoi giovani operatori e volontari assistono decine di famiglie in difficoltà e si prendono cura di alcune decine di bambini soli senza fare distinzioni di etnia e religione. La Chiesa umbra ha contribuito alla ricostruzione di più di quattrocento abitazioni distrutte dalla guerra e, attraverso gli operatori Caritas del suo “Campo-missione”, ha creato una cooperativa agricola che dà lavoro a giovani insegnando loro che si può convivere pacificamente. Anche la costante presenza di loro coetanei che giungono dall’Umbria durante l’anno, in particolare nel periodo estivo (dal 16 luglio al 3 agosto c’è un gruppo di una decina di ragazzi perugini guidato da un giovane sacerdote), contribuisce non poco a realizzare un clima di concordia e di serenità che trasmette speranza per un futuro migliore. I kosovari non si sentono abbandonati, ma seguiti ed aiutati da amici. Forse, un po’ in tutto il mondo, si potrebbe tentare di emarginare i conflitti iniziando proprio da questi piccoli gesti di carità. Certo, gli interessi che stanno a monte a tanti conflitti, ad iniziare da quelli legati alle principali fonti energetiche, difficilmente possono essere “sconfitti” dalla carità. Ma chi crede sa anche che il “piccolo” Davide riuscì a sconfiggere il gigante Golia.




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