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  17/07/2014 10:20


Perugia: ai microfoni di «Umbria Radio» il messaggio sempre attuale dell’Umanesimo benedettino, del Monachesimo occidentale “riscoperto” nel 50° anniversario della proclamazione di san Benedetto da Norcia a Patrono d’Europa



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In occasione della recente festa liturgica di san Benedetto abate, l’Archidiocesi e la Comunità delle monache Benedettine del Monastero di Santa Caterina in Perugia hanno promosso una significativa iniziativa culturale e religiosa in ricordo del 50° anniversario della proclamazione di san Benedetto da Norcia a Patrono d’Europa, avvenuta il 24 ottobre del 1964 da parte di papa Paolo VI, che ha visto la partecipazione del cardinale Gualtiero Bassetti. Ad introdurre quest’incontro molto partecipato è stato il vicario episcopale per la cultura mons. Elio Bromuri.

«Umbria Radio», l’emittente diocesana a diffusione regionale, è entrata con i suoi microfoni in questo luogo di clausura dedicandogli il “1200 secondi con …”, il programma quotidiano di approfondimento della sua testata giornalistica. Una sintesi del contenuto del servizio radiofonico, in particolare le interviste alla madre badessa suor Caterina, che ha parlato dell’attualità della Regola benedettina nel XXI secolo, e all’accademico medievalista Franco Mezzanotte, che ha tenuto una “lezione” sull’influsso del Monachesimo nella formazione dell’Europa, è riportata di seguito.

 

L’iniziativa, che ha fatto “riscoprire” il messaggio sempre attuale dell’Umanesimo benedettino, del Monachesimo occidentale, è stata ospitata nel Coro del Monastero di Santa Caterina situato lungo corso Garibaldi, nello storico rione di Porta Sant’Angelo. In questo luogo di clausura le religiose della Regola di san Benedetto vi giunsero nel 1643, dopo aver dimorato per quattro secoli nel Monastero fuori le mura medioevali, ubicato a circa mezzo miglio da Porta Sant’Angelo. Si tratta di una delle zone più antiche di Perugia che per secoli ha visto la nascita e lo sviluppo di comunità religiose, dalle Agostiniane alle Domenicane dalle Benedettine alle Francescane, diverse delle quali ancora oggi presenti. Questo particolare l’ha rilevato il cardinale Bassetti nella sua omelia durante la celebrazione eucaristica nel monastero di Santa Caterina, chiamando l’attuale corso Garibaldi: «la via della santità perugina». Il cardinale si è soffermato sull’importanza di luoghi religiosi come questo, perché «il centro della nostra vita spirituale sta proprio in queste mura, dove si elevano tante preghiere al Signore». Le religiose alternano i momenti di intensa spiritualità ai lavori manuali e alle non poche opere di carità per i bisognosi.

 

«San Benedetto ci ha insegnato con il suo Umanesimo a non anteporre nulla a Dio»

Il cardinale Bassetti ha poi parlato dell’«Umbria benedetta da Dio, terra di san Benedetto da Norcia, di san Francesco d’Assisi, di sant’Angela da Foligno, di santa Rita dal Cascia …», che «oggi rischia di disperdersi, di abbandonare la strada dritta che ci ha indicato Cristo e che san Benedetto ci ha insegnato con il suo Umanesimo a non anteporre nulla a Dio. Il Signore va messo al primo posto per amare e rispettare gli uomini … Così è nato l’Umanesimo benedettino …».

 

Un consiglio ai giovani: «leggere e sperimentare la Regola nei luoghi dove stanno»

Molte persone si recano nel parlatorio di questo Monastero per chiedere una parola di conforto, un aiuto materiale, come ha ricordato la madre badessa suor Caterina ad «Umbria Radio». Soprattutto ai giovani che vivono oltre le mura della clausura, la benedettina dà loro questo consiglio: «leggere e sperimentare la Regola nei luoghi dove stanno. Ciò può sembrare una frase fatta, ma è il lavoro che faccio regolarmente con i giovani che suonano alla porta del Monastero, dicendo loro di mettere in pratica la Regola nel mondo dove stanno, perché non è detto che devono diventare per forza benedettini o benedettine. Devono vedere bene quale è la strada che il Signore vuole che loro percorrano, o che si sentono chiamati di vivere. Ma partendo da questa base si può estraniare la Regola da un contesto prettamente religioso e prendere quello che è puramente umano, sociale, di studio».

 

«La Regola benedettina è attuale, soprattutto per quel che riguarda i rapporti umani e con Dio»

Suor Caterina ha parlato anche di quanto è attuale oggi la Regola benedettina, «soprattutto per quello che riguarda l’insegnamento dei rapporti umani – ha detto – e del rapporto dell’uomo con Dio. La Regola insegna a vivere fraternamente insieme al rispetto dell’uno e dell’altro e al rispetto reciproco, ad esempio l’anziano per il giovane e viceversa. Due aspetti, questi, che la Regola cura molto e soprattutto insegna al rispetto per se stessi, perché mancando il rispetto per noi stessi, manca il rispetto per l’altro, per la società».

 

Il lavoro «deve servire l’uomo» e non il contrario

«Fondamentale – ha ricordato sempre suor Caterina – è il rapporto con Dio, con il mondo che ci circonda, prendendo anche in considerazione fortemente il lavoro, che è una base per l’uomo. Ma l’uomo non deve essere al servizio del lavoro. E’ il lavoro che deve servire l’uomo per la sua necessità. Il lavoro aiuta anche a recuperare, osservando bene la Regola nelle sue parti, l’equilibrio sano di una vita ben strutturata nelle ore della giornata: tante ore di lavoro, di preghiera e, se non è preghiera, tante ore di attività culturali e tante ore di riposo. La Regola insegna un sano equilibrio della giornata dell’uomo anche, sembra sciocco, nel consumare i pasti, che non devono essere affrettati come avviene nella società odierna a causa dei suoi tempi frenetici. Occorre ristabilire un sano rapporto nei momenti intimi, fraterni con l’altro in cui scambiarsi le proprie impressioni, valutazioni su ciò che si è fatto nella giornata, o quello che è avvenuto e ci può aver colpito in qualche modo».

 

L’influsso del Monachesimo benedettino nella formazione dell’Europa di oggi

Molto interessante è stata la “lezione” del medioevalista Mezzanotte, che ha offerto una riflessione, partendo da un evento recente rispetto all’ultramillenaria storia del Monachesimo benedettino. Si tratta dei Trattati di Roma del 1957, che fecero nascere la Comunità Economica Europea, la CEE, oggi Unione Europea.

Il prof. Mezzanotte, ai microfoni di «Umbria Radio», ha sostenuto che «ben poche persone si resero conto che gli Stati firmatari dei Trattati di Roma altro non erano se non l'antico impero carolingio. L'idea di Europa, ed anche il suo concetto, erano ancora di la da venire, ma si stava realizzando su questi territori una sintesi grandiosa, le cui conseguenze viviamo ancora oggi, tra la tradizione militare di ascendenza imperiale romana, e la nascita di un nuovo spirito, spirito comune, che affonda le sue radici nel pensiero e nella pratica democratica della antica Grecia, che opponendosi per prima al pensiero assolutista e autocratico del mondo asiatico, aveva, già nel V secolo a.C. definitivamente differenziato la realtà, che poi chiameremo Europa, dal mondo asiatico, di cui l'Europa è una propaggine minuscola geografica».

«L'impero carolingio – ha proseguito il medievalista –, tentò di unificare lo Stato, ma il pensiero che veramente lo unificò e che continuò e si espanse anche agli altri Stati ed alle altre nazioni che Carlo Magno non dominò, fu quello basato sulla interpretazione cristiana delle esperienze del mondo antico. Questo pensiero, questa unità culturale venne largamente formato dal pensiero dei monaci e totalmente diffuso da essi, in particolare dal monachesimo benedettino, che coprì l'intera Europa con le sue abbazie, i suoi lavori, le sue riflessioni, in campo culturale ed economico, oltre che religioso».

 

La «Bibbia l'unico elemento unificante del nostro continente»

«Questo pensiero – ha evidenziato il prof. Mezzanotte avviandosi alla conclusione – è quello che caratterizza ancora oggi l'idea di Europa, pur nella diversità dei suoi popoli, e da progetto e speranza si sta trasformando in realtà, anche se faticosamente. E resta incomprensibile come il tentativo di scrivere una "costituzione" europea non abbia saputo cogliere e far risaltare questo pensiero, che trova nella Bibbia l'unico elemento unificante del nostro continente».

Servizio a cura di Riccardo Liguori




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