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  02/04/2014 18:47


Convegno nazionale delle Caritas diocesane - Mons. Nosiglia: "l’annuncio di Gesù Cristo, che pure è la prima forma di carità che dobbiamo assicurare ad ogni uomo, rischia di affogare in un mare di parole e di buoni pensieri e propositi".



"Di fronte alla ‘deriva dell’umano’ solo dal basso può partire una reale innovazione, capace di creare arene concrete di corresponsabilità e di contribuzione, dove la cittadinanza sia praticata in modo attivo e creativo". Così ieri Chiara GIACCARDI, parlando della povertà come sintomo, metodo, profezia, ha evidenziato come "il welfare può tornare a essere un luogo di innovazione sociale" solo se si potenzia la membrana intermedia e vitale della vita sociale, fatta di relazioni, famiglie, territori, comunità. "La chiesa locale – ha concluso - dimostra di essere un laboratorio che sa sperimentare in questa direzione, avendo a cuore non l'efficienza, ma l'umano".

Questa mattina l’intervento S.E. Mons. Cesare NOSIGLIA ha proiettato i partecipanti verso il Convegno ecclesiale nazionale del 2015 a Firenze, "In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo". Un umanesimo capace di quell’atto di amore che – come ricorda il Papa nell’Evangelii Gaudium al n. 199 - ci permette di apprezzare il povero nella sua bontà propria, col suo modo di essere, con la sua cultura e il suo modo di vivere la fede. Solo così si potrà accompagnare ogni povero nel cammino della sua liberazione e questo renderà possibile che egli si senta a casa sua nella comunità cristiana. "Credo – ha evidenziato Mons. Nosiglia - che con queste indicazioni potremo recuperare la novità dell’umanesimo di cui ci parla il Convegno, perché altrimenti l’annuncio di Gesù Cristo, che pure è la prima forma di carità che dobbiamo assicurare ad ogni uomo, rischia di affogare in un mare di parole e di buoni pensieri e propositi".

Poi il confronto ha allargato lo sguardo oltre i confini italiani, con la tavola rotonda "Con il Vangelo nel centro dell'Europa", moderata da Lorena BIANCHETTI. Sono intervenuti S.E. Mons. Youssef SOUEIF, arcivescovo di Nicosia e presidente di Caritas Cipro e Jorge NUÑO MAYER, segretario generale di Caritas Europa. L’arcivescovo ha sottolineato come le sfide odierne richiedano un intervento rapido e organico da parte dell’Unione Europea e dei governi di ogni paese. "Anche la Chiesa – ha aggiunto - è chiamata a dare il suo contributo in particolare al livello dei valori affinché si recuperi la dimensione umana e comunitaria del progetto europeo, finora sacrificata alla dimensione economica con effetti che constatiamo ogni giorno, nelle nostre parrocchie e nelle nostre Caritas diocesane".

Mayer ha ricordato che Caritas Europa è costituita da 49 Caritas Nazionali, presenti in 46 paesi ed "è in Europa per portare la vostra esperienza delle parrocchie, dei progetti, dei centri, delle diocesi e portare i valori cristiani al cuore delle istituzioni europee e… influenzare le decisioni negli ambiti della politica sociale, dell’immigrazione e dei richiedenti asilo, come anche delle politiche di sviluppo". Un esempio è il Rapporto sulla Crisi recentemente pubblicato da Caritas Europa che ha avuto un forte impatto presso le istituzioni europee. Le Caritas di Italia, Cipro, Grecia, Spagna, Romania e Irlanda hanno contribuito a descrivere in che modo la crisi colpisce la gente, evidenziando alcune tendenze comuni di impoverimento.

In serata è previsto un momento di accoglienza articolato in stand, a cura delle Caritas della Sardegna, dal titolo "Attraversiamo l’isola: un percorso tra i Semi della Carità che divengono Alberi di Comunità".




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