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  04/10/2013 16:27


I COMMENTI DEI VESCOVI UMBRI ALLA VISITA DEL PAPA DOPO LA CELEBRAZIONE NELLA PIAZZA DELLA BASILICA DI SAN FRANCESCO



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Al termine della solenne concelebrazione nella piazza inferiore della basilica di San Francesco, grande gioia è stata espressa dai Vescovi umbri per la visita del Papa ad Assisi e per le parole pronunciate nei vari incontri e nell'omelia soprattutto nel passaggio riferito alla pace e al rispetto per il creato.

"Papa Francesco ci ha mostrato San Francesco come un altro Cristo - ha detto mons. Gualtiero Bassetti presidente della Conferenza Episcopale Umbra -  perché si è totalmente immedesimato in lui. E di lì poi è venuta anche tutta la sua spiritualità; di lì è venuto il discorso della pace che non è un mero pacifismo ma è veramente una riconciliazione profonda di se stessi con Dio che porta alla riconciliazione con i fratelli, con tutte le creature, col creato. E di qui il Papa ha parlato a lungo del rispetto del creato, del rispetto di ogni persona sviluppando appunto le tematiche anche più belle di quelle che sono legate alla spiritualità di Francesco. La sua gioia, il suo canto, il suo amore universale per tutti. Il Papa era veramente emotivamente preso e si vedeva che veniva da un’esperienza che l’aveva profondamente colpito e commosso. Questo si intuiva anche quando ha salutato noi vescovi".

"È bello pensare a san Francesco come non a qualcuno che viene da fuori, che viene da lontano, come tante volte succede quando veneriamo un Santo - è stato il commento di mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto Norcia-. Francesco è uno di noi. È nato qui, cresciuto qui, ha incontrato il Signore qui, lo ha seguito con quella radicalità e quella generosità che lo rendono ancora oggi, dopo tanti secoli, particolarmente significativo. Quest’oggi attorno a papa Francesco e insieme a papa Francesco abbiamo guardato ancora una volta all’esempio di vita cristiana e al messaggio che san Francesco ci ripete. Il Papa si è posto, direi, forse si notava anche dal tono di voce molto fragile, quasi in ombra per far vedere, far brillare completamente la grande figura di san Francesco d’Assisi. Penso che questo momento di fede e di preghiera che abbiamo vissuto insieme con il vescovo di Roma diventa per tutti noi un incoraggiamento e uno stimolo a continuare nel percorso della vita cristiana".

"Il Papa ha usato parole che vanno dritte al cuore - ha commentato mons. Mario Ceccobelli, vescovo di Gubbio -. È un uomo che parla in modo diretto ed immediato, le sue parole nascono dal cuore".

"La speranza di cui ha parlato papa Francesco è quella che ci deriva da una vita che si conforma non solo a Cristo ma che anche recupera tutte le qualità e gli aspetti belli della vita umana - ha detto il vescovo di Orvieto Todi mons. Benedetto Tuzia -. San Francesco direi che ci indirizza proprio a questo. Il suo messaggio è quello di recuperare della nostra vita tutto, anche quelle parti che noi a volte tendiamo a mettere a margine, a non valorizzare".

 “Oggi c'è stato un incontro tra la gerarchia e la profezia - ha detto il vescovo Ernesto Vecchi amministratore apostolico della diocesi di Terni Nasrni Amelia -. Oggi comincia un’era nuova per la Chiesa; la Chiesa è sempre quella, come Cristo che è lo stesso ieri, oggi e sempre. E' il rapporto con la società che oggi cambia, nel senso che la dimensione della verità si trasforma in amore quello di Cristo: l’unica parola definitiva che Dio ha dato a noi per la salvezza si è mostrata salendo sulla croce come atto di carità. Noi dobbiamo combinare insieme i due aspetti della verità e della carità in modo tale da poter dare a questa società italiana, al suo governo, al parlamento una ispirazione che sia veramente francescana, cioè basata sulla verità delle cose, però cercando più il bene degli altri che il proprio interesse”.

"L'emozione è ancora viva e grande - è stato il commento di mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno - Ho colto nelle parole del Papa l'invito a tradurre l'immagine più bella di Francesco che ci offre la liturgia, un uomo semplice,umile e libero. Queste tre pennellate ci aiutano a scoprire il vero volto di Francesco. Ci ha inviatati alla semplicità che è ricerca dell'essenziale, all'umiltà che è servizio e che insieme fanno una grande libertà".

"Una cosa straordinaria e memorabile - ha detto il vescovo di Città di Castello mons. Domenico Cancian - . Ho visto tutta l'Umbria in questa piazza e una spiritualità quella di Francesco che penetrava nei nostri cuori e ci incoraggiava. Francesco ci parla di un rapporto filiale con Dio, di un rapporto fraterno tra noi, di un rapporto di attenzione con tutte le creature a lode del Signore. Un momento che ci aiuterà a proseguire in nostro cammino sula spiritualità di San Francesco".

Tra le persone che hanno commentato l'evento anche il Padre Provinciale dei frati minori conventuali padre Franco Buonamano: "Credo che sia un evento epocale che papa Francesco sia venuto qui a parlarci della semplicità di Francesco, a parlarci del suo amore per l’uomo. Lui ha promosso proprio l’umanità di Francesco e credo che sia uno stimolo per tutti quanti noi a vivere da uomini più veri, prendendo la forza in Cristo risorto".




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