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  04/10/2013 11:12


LETTERA DEL COMITATO DEI LAVORATORI EX MERLONI CONSEGNATA A PAPA FRANCESCO



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Papa Francesco,

siamo un gruppo di operaie e operai della ex Antonio Merloni in cassa integrazione da numerosi anni e oramai forse per pochi giorni se il governo non troverà le risorse per rifinanziarla.

Siamo madri e padri con grandi responsabilità nei confronti delle nostre famiglie e non solo per assicurare loro il necessario contributo economico, ma anche per dare l’esempio della dignità di un lavoro che da tempo ci viene negato.

Sappiamo bene che nel mondo esistono realtà drammatiche assolutamente incomparabili con le nostre pur grandi difficoltà, ma vediamo anche, giorno dopo giorno, avvicinarsi questi drammi umani e sociali alle porte della nostra oramai ex isola felice.

La vicenda del fallimento del gruppo industriale A. Merloni è l’esempio ancora “caldo” del disastro mondiale creato dall’ideologia della globalizzazione dei mercati selvaggia e incontrollata.

Il gruppo industriale A. Merloni ha infatti attraversato tutte le fasi della deregolamentazione, delle delocalizzazione, dell’abbassamento costante dei livelli e della qualità produttiva, artificiosamente sostenuto da sussidi, mancati controlli, assenza totale di interessamento pubblico, fino a morire sostanzialmente di una morte naturale annunciata da tempo nella totale indifferenza della Istituzioni che avrebbero dovuto, per primo precetto della nostra Costituzione, tutelare proprio il diritto al lavoro.

Più grave ancora è che questa indifferenza delle Istituzioni, unita a una evidente incapacità, prosegue in una situazione di abbandono non solo di migliaia di lavoratori senza ragionevoli speranze di rioccupazione, ma anche di vasti complessi industriali in fase di smantellamento e migrazione verso paesi più poveri e disperati del nostro.

Papa Francesco,

non possiamo certamente noi operaie e operai sostituirci alla mancanza di progetti e di capacità imprenditoriali, ma Le chiediamo di unire la Sua voce autorevole alle nostre chiedendo alle Istituzioni, a partire da quelle regionali sino a quelle statali, di assumere le loro responsabilità, di smettere di pensare solo a se stesse e alla loro sopravvivenza, e farsi parte diligente per invertire questa tendenza recessiva nel nostro paese e regione, consapevoli che ogni miglioramento, in qualsiasi parte del mondo, alla fine contribuirà a dare speranza di lavoro e di vita a tutti i popoli del mondo.

 




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