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  04/10/2013 08:18


DISCORSO DI SALUTO AL SANTO PADRE DAL PRESIDENTE DELL’ISTITUTO SERAFICO FRANCESCA DI MAOLO



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Santo Padre,

l’accogliamo oggi con grande gioia, gratitudine ed emozione nell’Istituto Serafico di Assisi. Quest’opera, alle porte della città,  incarna pienamente il messaggio di San Francesco che si aprì all’Amore dopo l’abbraccio con il lebbroso: l’uomo piagato, sofferente, emarginato.

L’Istituto si prende cura di bambini e ragazzi con disabilità plurima provenienti da tutto il territorio nazionale. E’ stato fondato da un frate francescano, il beato Ludovico da Casoria, il 17 settembre 1871, giorno memorabile in cui San Francesco ricevette le sacre stimmate, quelle stesse che nel pensiero del beato Ludovico si sarebbero prolungate fino a toccare gli ospiti del Serafico.

Qui ogni giorno questi nostri fratelli prigionieri del buio, del silenzio, dell’immobilità, affrontano con coraggio e forza le sfide della disabilità. In questo cammino sono sorretti dal sostegno  degli operatori che svolgono il proprio servizio con grande professionalità e amore, perché decidere di lavorare al Serafico è prima di tutto una scelta di amore. I nostri ragazzi non conoscono la rassegnazione e ogni loro progresso, ogni autonomia conquistata, anche se piccola, è per noi un richiamo forte alla speranza, un inno di gratitudine alla vita.

Davanti alla loro sete di relazione, alla loro richiesta di amore, di aiuto, di amicizia, mettiamo alla prova noi stessi, le nostre paure, la nostra capacità di accogliere. Accanto a loro ritroviamo i valori autentici della vita. Qui viviamo tra le piaghe di Gesù.  Qui la caritas non è un dovere, ma un privilegio e un dono.

Questo luogo si chiama “Serafico”, proprio come l’ardore di Francesco: un amore infuocato, stimolante,  creatore, che ci proietta aldilà di noi stessi verso i nostri fratelli sofferenti. E’ un’opera di misericordia, di promozione della vita, “un cantico di amore”, come amava definirla il suo fondatore.

Santo Padre, Lei oggi ha voluto iniziare il suo pellegrinaggio sulle orme  di Francesco incontrando  in questi ragazzi la carne di Cristo sofferente.  Abbiamo la certezza che questa Sua visita potrà  aiutarci ad affrontare con rinnovato entusiasmo il difficile contesto in cui viviamo. Auspichiamo che in questo periodo di forte crisi economica questi ragazzi senza voce non siano  più considerati pietre di scarto e che le loro famiglie invisibili, troppo spesso offese dall’abbandono, non siano viste come un problema da affrontare, ma siano riconosciute come baluardi della vita,  capaci di sostenere,  curare, assistere,  amare.

Abbiamo bisogno di essere guardati con occhi diversi. E’ in gioco la dignità e la vita dell’uomo delle quali tutti siamo responsabili e custodi. Nessuno può essere indifferente.

Santo Padre, Lei  ha voluto abbracciare questi ragazzi, loro hanno cercato e atteso questo abbraccio: è una testimonianza di amore. E’ il dono che più di ogni altro attende di essere condiviso.

Santo Padre, invoco la sua benedizione per  quest’opera, per i bambini e i ragazzi del Serafico, per le loro famiglie, per quanti qui prestano il proprio servizio e per quanti ci sostengono.

 




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