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  21/09/2019 14:40


Verso l’Assemblea Ecclesiale Regionale: oltre 400 delegati delle otto Diocesi Umbre si riuniranno a Foligno il 18 e 19 ottobre per individuare alcune linee di azione pastorale per entrare oggi sempre di più nel tessuto sociale dell’Umbria e portarvi la luce, la forza e la fecondità del Vangelo.



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Tra un mese esatto le Diocesi dell’Umbria celebreranno l’Assemblea Ecclesiale regionale dal tema “Perché la nostra gioia sia piena (1 Gv 1,4). L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”. L’evento si terrà a Foligno, presso il complesso parrocchiale di S. Paolo e nei locali di altre parrocchie della città, il 18 e il 19 ottobre. È la risposta delle comunità ecclesiali umbre all’appello che papa Francesco lanciò ai delegati della Chiesa italiana a Firenze nel 2015: rileggere ed approfondire l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium per attuare quella sinodalità che sta tanto a cuore al Pontefice.  

«Questa Assemblea – afferma mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra – sarà l’occasione per riflettere insieme su come dare nuovo vigore all’annuncio della gioia del Vangelo nelle nostre belle vallate umbre. Questo richiede certamente un tempo di riflessione, di ricerca, di lettura della realtà e nello stesso tempo una fantasia ispirata dallo Spirito che permetta di individuare alcune linee di azione pastorale per entrare oggi sempre di più nel tessuto sociale dell’Umbria e portarvi la luce, la forza e la fecondità del Vangelo. Noi, infatti, crediamo che per le donne e gli uomini del nostro tempo il Vangelo abbia ancora qualche cosa da dire per rendere bella e buona la vita». Prosegue mons. Boccardo: «Siamo tutti mendicanti di gioia, non effimera o superficiale, ma che nasce da un sentirsi conosciuti, amati e accolti da Cristo e che ci permette di affrontare il percorso della vita, non sempre facile, con una luce interiore che accompagni e sostenga la fatica e la speranza delle persone. Ci piacerebbe che gli umbri possano condividere il tesoro prezioso che noi cristiani abbiamo ricevuto e del quale siamo custodi ed amministratori. Questa Assemblea, sulla spinta alla conversione missionaria che il Papa ci suggerisce, sarà l’occasione per uscire e andare incontro alla società umbra e raccontare quanto è bello essere discepoli di Gesù». 

Le Chiese dell’Umbria, che saranno rappresentate da oltre 400 delegati, giungono a celebrare l’Assemblea dopo un cammino di preparazione di due anni. «Era l’autunno 2017 – racconta don Luciano Avenati, parroco dell’Abbazia di S. Eutizio in Preci e coordinatore della segreteria dell’assise – quando un primo gruppo, che rappresentava l’intera regione, senza incarichi ancora precisi, si è incontrato per parlare di quale significato, finalità e contenuti dare all’Assemblea. Poi, è stato scelto il tema, è nata una segreteria che si è riunita una decina di volte in questi due anni. Ad ogni Diocesi è stato mandato un Instrumentum laboris e delle schede di lavoro su alcuni aspetti urgenti per l’annuncio della gioia del Vangelo: vivere la Chiesa; gli adulti e la fede; i giovani e la fede; fede e vita, gli affetti; fede e vita, il lavoro e il tempo libero; fede e vita, le fragilità; fede e bene comune, politica e solidarietà. Su queste tematiche parrocchie, zone pastorali e vari organismi diocesani hanno fatto un lavoro capillare e interessante, reale ed onesto di lettura della realtà. Come segretaria – prosegue don Avenati, abbiamo raccolto il materiale giunto dalle Diocesi, lo abbiamo armonizzato ed inviato ai relatori che interverranno il 18 pomeriggio: il prof. Luca Diotallevi, ordinario di sociologia, e mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vice presidente della Conferenza episcopale italiana. Quindi la loro relazione - afferma don Luciano - non sarà generica e che possa andar bene per tutti, ma sarà calata esclusivamente sulla realtà ecclesiale umbra. Poi, i delegati, sulla base di questi interventi, si riuniranno in sette tavoli di lavoro sulle stesse tematiche affrontate a livello diocesano: l’obiettivo però non sarà quello di leggere la realtà, cosa già fatta, ma di indicare dei percorsi pastorali che le Chiese umbre dovranno seguire nel prossimo futuro».

All’Assemblea, oltre ai delegati diocesani, parteciperanno anche i responsabili delle Commissioni pastorali della Ceu, membri delle comunità religiose, delle associazioni e dei movimenti. Prenderanno parte anche rappresentanti delle Istituzioni civili, del mondo sociale, culturale e dei media.


«L’imminente Assemblea ecclesiale umbra sia una vera occasione per quella conversione pastorale che è richiesta dall’Evangelii gaudium e che forse non ha ancora toccato la mente e il cuore della maggior parte delle persone che si dicono cristiane. Questo sul piano dell’evangelizzazione, ma nei cristiani è inoltre necessario una maggiore responsabilità verso il bene comune, che è il bene di tutti. La crisi economica dell’ultimo decennio ha rischiato molto di chiuderci nel nostro individualismo». A evidenziarlo è il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti a pochi giorni dall’Assemblea ecclesiale regionale, in programma dal 18 al 19 ottobre a Foligno.

Quest’importante assemblea, che ha per titolo “L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra” e a cui parteciperanno 80 delegati dell’Archidiocesi perugino-pievese su un totale di 400 in rappresentanza delle otto diocesi dell’Umbria, per il cardinale Bassetti, «può essere anche l’occasione per una profonda analisi sulla nostra situazione socio-religiosa. Auspichiamo che poi possano essere tratte delle soluzioni operative affinché si eviti una ulteriormente frammentazione del senso dell’appartenenza ecclesiastica, iniziando dall’avere maggiore coraggio nel professare la propria fede e non esitando a mettere in pratica gli insegnamenti evangelici del farsi carico del prossimo».

«C’è bisogno nella società umbra di molti più “buoni samaritani” – sottolinea il cardinale – sia per curare le ferite dello spirito che del corpo.  E’ indispensabile una maggiore consapevolezza e una spinta all’azione caritatevole e sociale a livelli anche diversi rispetto a quelli ecclesiali, come è emerso dal documento della nostra comunità diocesana in preparazione all’Assemblea, frutto dei tavoli di lavoro tenutisi nei mesi scorsi nelle 32 Unità pastorali della diocesi. E’ emerso che l’“aspetto sociale” è spesso vissuto come più “operativo” e “fattivo” che spirituale, evangelico, ponendosi più il problema del “come” piuttosto che del “perché” aiutare».

Da questi tavoli di lavoro, che hanno visto una significativa partecipazione di laici, oltre che di sacerdoti e di uomini e donne a vita consacrata, si è colto il vivo apprezzamento per i documenti di papa Francesco, definiti punti di riferimento luminosi per l’assise ecclesiale di Foligno, come l’Amoris Laetitia, oltre la fondamentale necessità di tornare ad affermare con forza che la persona è il bene comune per eccellenza e, pertanto, è urgente istituire “scuole di formazione politica”.

Anche per il cardinale Bassetti «la grande sfida oggi sono i giovani e il loro rapporto con la fede. Oltre agli eventi e alle realtà che vengono organizzate per le giovani generazioni, come gli Oratori, è necessario un approfondimento di catechesi, di Parola di Dio. A tal proposito – dice il presule – mi piace ricordare le iniziative delle “Domeniche della Parola di Dio” volute da papa Francesco e che noi a Perugia abbiamo iniziato a viverle lo scorso settembre con gli incontri promossi dal nostro Settore dell’animazione biblica (Sab)».

Il cardinale è convinto che «nelle Chiese dell’Umbria emerge la necessità di un maggiore impegno di tutte le loro componenti per rilanciare nel tessuto ecclesiale e sociale “la gioia del Vangelo” attraverso una decisa conversione pastorale in senso missionario. E questo non può prescindere da un coinvolgimento diretto di giovani e di famiglie, che testimoniano quotidianamente la loro appartenenza cristiana nella scuola e nell’università, nel lavoro e nell’impegno sociale, culturale e politico. Nel contempo non possono essere ignorate alcune piaghe della nostra società: la disoccupazione e il lavoro nero. A causa della difficoltà economica anche chi vive cristianamente si trova nella condizione di sottostare a questi fenomeni. I giovani sono i più svantaggiati e sfiduciati in questa situazione, perché si ritrovano sfruttati e non valorizzati. I laici credenti dovrebbero cercare di operare rispettando le leggi e la legalità. La Chiesa, attraverso la Caritas, fa la sua parte nel creare forme di lavoro dignitoso coinvolgendo più soggetti, dalle imprese alle istituzioni».




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