“Economy
of Francesco è un evento di studio, di incontro, di confronto di ricerca tra giovani
studiosi ed operatori dell’economia convocati dal Papa. Con il suo gesto
profetico della spogliazione, il “poverello” di Assisi non faceva un atto
anti-economico, ma un atto di fondazione di un’economia alternativa”. Sono
questi due passaggi chiave dell’intervento del vescovo monsignor Domenico
Sorrentino nella conferenza stampa, che si è tenuta martedì 14 maggio nell’aula Giovanni Paolo II della Sala
Stampa della Santa Sede, per presentare l’evento “Economy of Francesco”,
che si terrà ad Assisi dal 26 al 28 marzo 2020. Oltre al vescovo erano presenti
il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio
dello Sviluppo umano integrale; Luigino Bruni, professore ordinario di Economia
politica presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma e
consultore del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; Stefania Proietti,
sindaco di Assisi; padre Mauro Gambetti, O.F.M. Conv., custode del Sacro
Convento di Assisi. Nel suo intervento il cardinale Turkson, che sarà in Assisi
proprio in questo fine settimana per partecipare alla due giorni al Santuario
della Spogliazione dal titolo: “Dalla casa del sé alla casa del noi”, ha
sottolineato che l’economia a cui fa riferimento il Santo Padre è “l’economia
sociale che non va confusa con l’economia socialista. L’economia di papa
Francesco è un’economia inclusiva che serve a tutti gli uomini, è un’economia
delle risorse per il bene comune, che non lascia fuori nessuno”. Il professor
Bruni ha invece evidenziato l’importanza del patto con i giovani “perché loro
sono nella possibilità di cambiare e di cambiare il mondo” e soprattutto il
coinvolgimento di ricercatori e imprenditori: ci sarà la teoria ma anche la
prassi”. Il sindaco Proietti ha manifestato tutta la sua gratitudine al Santo
Padre per aver scelto “Assisi per questo evento epocale” ed ha annunciato che
la città, in tutte le sue componenti, sarà in linea con il messaggio che vuole
promuovere. Infine padre Mauro Gambetti ha messo in risalto che “questo è un
tema di cui si parla tanto e che non riguarda solo noi, cristiani, cattolici o
francescani. C’era però bisogno di una scatto in avanti, e il Papa è riuscito a
coagulare intorno a questo suo messaggio e a quello San Francesco tutti gli
uomini di buona volontà”. Il custode del Sacro convento ha poi sottolineato una
specificità francescana ovvero la “povertà non solo materiale ma anche quella
spirituale, grande porta verso la fraternità”. L’INTERVENTO
DI MONS. SORRENTINO Economy
of Francesco è un evento di studio, di incontro, di confronto, di ricerca, tra
giovani studiosi ed operatori dell’economia, convocati da papa Francesco. È
significativo che il Papa dia tale appuntamento in un luogo altamente simbolico
come Assisi, città già scelta da san Giovanni Paolo II come icona di pace per
quello che si suol chiamare lo “spirito di Assisi”. Il titolo dell’evento –
Economy of Francesco –, rinvia innanzitutto al Santo di Assisi, ma allude
insieme al magistero economico-sociale di papa Francesco. In
effetti l’ispirazione di questo evento è tutta nel magistero del Papa, che fin
dall’Evangelii Gaudium e poi nella Laudato si’, ha denunciato
vigorosamente lo stato patologico di tanta parte dell’economia mondiale,
parlando di una “economia che uccide”, e mostrando come essa uccide insieme le persone
e l’ambiente, uccidendo così anche il futuro. Tanti
sono stati scossi da questa denuncia. Una denuncia tutta ispirata al vangelo. I
cattolici e tutti gli uomini di buona volontà, se hanno occhi per vedere e un
cuore per amare, non possono non rimanere scossi da questa denuncia e coinvolti
in un impegno di conversione, personale e sociale. Purtroppo non mancano coloro
che da questa denuncia sono infastiditi e ne divengono critici ingiusti e
agguerriti. Il vangelo è stato sempre, e rimane, un “segno di contraddizione”. Noi
ci sentiamo in piena sintonia con papa Francesco. Poteva essere diversamente,
per chi si ritrova ogni giorno, nella città di Francesco di Assisi, a meditare
sul suo cammino evangelico, tanto caratterizzato dalla scelta della povertà e
dei poveri? In
questo ascolto sincero del magistero papale, tra le tante offerte di
collaborazione che immagino gli siano pervenute, due precise istanze gli sono
arrivate anche, per vie diverse e alla fine convergenti, dal sottoscritto e dal
Prof. Luigino Bruni. Nel dialogo di cui egli ci ha onorati, è maturata anche
l’odierna iniziativa. Oggi ci ritroviamo a parlarvene dai nostri rispettivi
punti di vista, io come vescovo a cui viene affidata la regia dell’evento, e
lui che ne assume la direzione scientifica. Per
ideare l’evento, come ipotesi da presentare al Papa, e sulla quale abbiamo
dialogato anche con il Card. Turkson, che ci assicura il patrocinio del suo
Dicastero, siamo dovuti partire con un certo anticipo. Disponiamo attualmente
di un’idea progettuale, quella che il Papa ha accettato e fatto sua. Ma
l’impalcatura organizzativa e contenutistica dell’evento è tutta da costruire:
sarà il lavoro dei prossimi mesi, e non lo vogliamo certamente portare avanti
in solitudine. In modo particolare spetta a me, nella mia responsabilità di
vescovo, accogliere le istanze e le collaborazioni delle diverse anime della
Città di San Francesco. Ne vedete alcune qui rappresentate, dall’anima
francescana, rappresentata dal Custode del Sacro Convento, p. Mauro Gambetti,
all’anima civile, espressa dal sindaco della Città, Ing. Stefania Proietti,
fino all’anima carismatica di una “eccellenza” della carità, qual è l’Istituto
Serafico, qui rappresentato dalla sua presidente Avv. Di Maolo, istituto che
dal 1871, prima dedicandosi a ciechi e sordomuti, ed oggi sempre più a disabili
gravi, propugna concretamente una maniera di concepire l’economia a partire dai
più fragili e a loro servizio. Da parte sua – ne sono convinto – anche il Prof.
Bruni metterà in gioco la sua competenza in sinergia con tanti suoi colleghi,
forte anche della stimolante esperienza dell’economia di comunione o
dell’economia profetica, come egli ama chiamarla. Come
si sono incontrate queste due linee, in dialogo con il Papa Francesco? Parto
da quella che mi riguarda più direttamente. Vivo nel luogo in cui otto secoli
fa il giovane Francesco, in lite con il padre Bernardone che non condivideva la
sua scelta radicale del vangelo, si spogliò fino alla completa nudità,
restituendo col denaro anche i vestiti. Un gesto spettacolare, ma soprattutto
profetico. Da qualche anno abbiamo chiamato quel luogo “santuario della
spogliazione” (“Shrine of renunciation”). Quando Papa Francesco parlò in quella
sala che rievoca l’evento, ricordò tutti gli “spogliati” della storia,
invocando per loro un’etica della solidarietà capace di vicinanza, di premura,
di condivisione. Con il suo gesto profetico, il “poverello” di Assisi non
faceva un atto anti-economico, ma un atto di fondazione di un’economia
alternativa. Da
alcuni anni questo Santuario – certamente non da solo, dato che le varie realtà
francescane della Città, ma anche altre realtà, come la Pro-civitate
christiana, hanno sempre avuto questo interesse, e lo coltivano con alto
livello di iniziativa e di passione – sta conducendo una riflessione sulle
dimensioni anche economiche della spiritualità della spogliazione. Lo fa
mettendo insieme economia ed ecologia. Lo potete vedere dal dépliant che spero
vi sia stato distribuito, con incontri che si terranno anche alla fine di questa
settimana, tra il 18 e il 19 maggio. A questa attività del Santuario il Papa ha
dato ripetutamente la sua benedizione. Toccante fu il discorso che fece nella
visita alla Sala della Spogliazione nel 2013 e bella la lettera che scrisse per
l’ erezione del Santuario nel 2017. Per
diversi anni mi era stato spontaneo invitarlo a ritornare, soprattutto per
settembre, quando al Santuario si svolge una sessione dedicata ai temi della
custodia del creato. Ogni volta il Papa mi aveva risposto con una benedizione,
comunicandomi di non poter venire. Forse non avevo indovinato la data. O forse
non avevo indovinato il taglio specifico, che avesse potuto dare al Papa lo
stimolo per tornare una quarta volta ad Assisi. Riconosco
con gioia che questa scintilla è scoccata da un’idea di Luigino Bruni, il quale
si è trovato a parlarne al Papa nel giugno 2018 nel clima creato dal sinodo dei
giovani. Posso testimoniare che, in un incontro che insieme abbiamo avuto col
Santo Padre il 25 aprile scorso, l’idea di affrontare le sfide dell’economia
facendo leva sui giovani ha trovato nel Santo Padre un’adesione entusiasta. I
giovani possono fare la differenza. Sono il futuro in tutti i sensi, anche il
futuro dell’economia. Un patto con loro è vincente. Facemmo al Papa anche la
proposta di un riconoscimento – un “premio”, se lo si vuol chiamare così, ma
senza alcuna competizione col Nobel – che potrebbe essere consegnato da lui
stesso quale incoraggiamento per quanti davvero si distinguano, a livello
mondiale, per idee e pratiche degne di una economia ispirata alla fraternità e
alla solidarietà. Su questo il Papa ci disse che – pur non escludendolo – non
doveva essere la prima preoccupazione. L’importante è il momento formativo e il
patto di impegno comune. Anche
il Serafico, parte del Comitato promotore dell’evento ‘The Economy of
Francesco’, ha accolto con gioia, slancio e trepidazione la lettera del Santo
Padre con la quale convoca ad Assisi - dal 26 al 28 marzo del 2020 - giovani
economisti, imprenditori e imprenditrici provenienti da tutto mondo, con
l’obiettivo di cambiare insieme a loro l’attuale economia e dare un’anima
all’economia di domani. «Abbiamo
accolto con gioia e speranza l’iniziativa di papa Francesco per un’economia
diversa, che sappia accogliere e difendere la vita, che sia al sevizio
dell’uomo, inclusiva e si prenda cura del creato. Le ferite di un’economia che
esclude chi è più fragile, che viviamo con sofferenza nella nostra
quotidianità, e la speranza di poter contribuire ad un cambio di rotta, ci
hanno spinto ad aderire a questa iniziativa da subito e con gioia. Nella nostra
quotidianità accanto alla sofferenza avvertiamo l’urgenza di un cambiamento
radicale del sistema economico-sociale. La cura delle persone fragili, malate,
disabili, non è solo questione di prescrizione di pillole o di riparare
funzioni che sono state compromesse, ma ha a che fare con la difesa della vita
e non può conoscere limiti imposti dall’attuale sistema economico e sociale.
Difendere la vita non significa solo “curare”, ma adoperarsi affinché nessuno
sia lasciato alla solitudine e all’abbandono», dichiara Francesca Di
Maolo, Presidente dell’Istituto Serafico di Assisi a margine della
Conferenza Stampa di presentazione dell’evento “The Economy of Francesco, che
si è tenuta oggi presso l’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa
Sede. «Le
disuguaglianze economiche e sociali influiscono sulla salute e sulla vita delle
persone in misura sempre più crescente e ne generano di nuove: quelle di
salute. Quando si accentuano le disuguaglianze di salute non è solo un problema
di benessere di un’intera popolazione, ma anche di giustizia e di civiltà.
Accogliamo l’appello di papa Francesco per promuovere un cambiamento globale.
Percorreremo la strada che ci condurrà fino a marzo 2020 avendo negli occhi e
nel cuore i volti dei bambini e dei ragazzi che incontriamo ogni giorno. Saremo
presenti nell’organizzazione di questa iniziativa per ricordare costantemente a
quanti ne prenderanno parte che una società più giusta e inclusiva può essere
costruita solo a partire dai più fragili», sottolinea la Presidente Di
Maolo.
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