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  13/01/2019 13:29


La reliquia di S. Ponziano tra i detenuti della casa di Reclusione di Spoleto. L’Arcivescovo: «Per ora siete cittadini di Spoleto ed è giusto che possiate adorare anche voi il Santo patrono attraverso la reliquia. La festa di S. Ponziano ci aiuta a ricordare che siamo figli di Dio, che lui ci vuole bene qualsiasi sia la nostra storia».



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«Eccellenza, a nome di tutti i detenuti la ringrazio per questa visita e per aver voluto rendere partecipi anche noi della festa di S. Ponziano. È la prima volta che la reliquia del patrono varca eccezionalmente le mura di questo luogo. Cogliamo l’occasione per ringraziare anche il nostro cappellano mons. Eugenio Bartoli, il diacono permanente Francesco Pietro D’Urso e i vari catechisti che ogni settimana ci fanno approfondire la Parola di Dio». Così un ergastolano ha salutato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, che nel pomeriggio di sabato 12 gennaio 2019 si è recato nella Casa di Reclusione di Spoleto con la reliquia del Santo patrono. Il Presule ha presieduto la Messa alla presenza di numerosi detenuti. Con lui hanno concelebrato: il cappellano mons. Eugenio Bartoli e il cerimoniere arcivescovile don Edoardo Rossi. Il servizio all’altare è stato curato dal seminarista Giacomo Santeramo. La liturgia è stata animata nel canto dal diacono Francesco Pietro D’Urso insieme ad altri membri delle Comunità del Cammino Neocatecumenale che affiancano il cappellano nel servizio prezioso della pastorale carceraria. All’inizio della celebrazione don Eugenio ha preso la parola per dare il benvenuto al Vescovo, per salutare i detenuti e gli agenti della Polizia Penitenziaria, guidati dal Commissario Capo Marco Piersigilli.

«Sono qui molto volentieri – ha detto mons. Boccardo – per condividere con voi la festa di S. Ponziano. Infatti, almeno per ora, siete cittadini di Spoleto ed è giusto che possiate adorare anche voi il Santo patrono attraverso la reliquia. Le nostre vite a volte – ha proseguito – sono segnate dalle tenebre; noi siamo qui a celebrare l’Eucaristia per affidare a Cristo la nostra esistenza, l’unico capace di trasformare le tenebre in luce».

Nell’omelia, poi l’Arcivescovo ha presentato il tratto saliente della personalità di S. Ponziano: giovane rimasto fedele alla figliolanza con Dio ricevuta nel Battesimo fino al punto da essere torturato e, infine, ucciso. «Il suo messaggio – ha detto – è ancora vivo nella comunità di Spoleto. A noi suoi concittadini ed eredi ci invita ad avere coraggio e a non dimenticare che siamo figli di Dio. Voi, cari amici, siete qui con la libertà limitata, con pesi enormi che sono conseguenza dei vostri errori, con tanti affetti feriti. E il rischio è che dimentichiate persino la vostra identità.  La festa di S. Ponziano, allora, ci aiuta a ricordare che siamo figli di Dio, che lui ci vuole bene qualsiasi sia la nostra storia. Per lui siamo figli sempre e ciò nessuno lo potrà mai cancellare. Il nostro patrono, poi ci esorta al coraggio. So che la vostra principale nostalgia è di andare prima o poi oltre questi muri. Ma intanto siete chiamati a costruire la pace nel vostro cuore, a recuperare la capacità di progettare e di sognare. A voi è chiesto quindi un supplemento di coraggio e di determinazione, ma non dimenticate mai che siete figli amati da Dio». Poi, mons. Boccardo ha definito il carcere «una casa particolare ma ricca di significato, resa “preziosa” da una vera ricchezza, da un grande patrimonio: i vostri sentimenti, i vostri pensieri per i familiari a casa, in particolare per i vostri figli». Al termine della celebrazione l’Arcivescovo ha salutato i detenuti presenti nella cappella: molti gli hanno consegnato lettere con la loro storia, altri gliela hanno accennata a voce. Tutti gli hanno detto: «portaci sempre nel tuo cuore». Prima di lasciare il carcere mons. Boccardo ha fatto una foto ricordo con la reliquia di S. Ponziano con alcuni detenuti che lo hanno desiderato e che hanno acconsentito, con la firma della liberatoria, alla pubblicazione. Uno scatto è stato fatto anche con il Comandante e con gli agenti della Polizia Penitenziaria.




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