Il 2019 sarà un anno particolare per la
diocesi e la città, dedicato al ricordo del venerabile Giunio Tinarelli, in
occasione dei 50 anni dalla traslazione delle spoglie dal cimitero al Duomo,
dove si trova nel transetto di sinistra la cappella sepolcrale a lui dedicata.
La serie di celebrazioni, promosse dalla
Diocesi, dall’Unitalsi, dal centro Volontari della Sofferenza, dall’associazione
ex allievi dell’oratorio “Don Giuseppe Lombardi, dall’ufficio per la pastorale
della Salute, avranno inizio il 12 gennaio, nel 63esimo anniversario della
morte, avvenuta il 14 gennaio 1956, con il convegno “La vita fino in fondo”
alle ore 17.00 presso il Museo diocesano, al quale porterà il saluto mons. Giuseppe
Piemontese e con gli interventi della dott.ssa Rita Coruzzi dell’Unitalsi; della
dott.ssa Maria Grazia Proietti direttore della Struttura Dipartimentale di
Geriatria Azienda Ospedaliera “S. Maria” Terni; del dott. Aristide Parisi Capo
dipartimento Chirurgia apparato digerente e Gastroenterologia e s.c. Chirurgia
Digestiva e Unità del Fegato; dell’avv. Salvatore Pagliuca ex presidente
nazionale Unitalsi.
Domenica 13 gennaio 2019 ore 9,30 Museo
Diocesano sarà ricordata l’opera dell’Unitalsi e dell’accompagnamento dei
malati ai santuari mariani nel convegno: “L’Unitalsi nel 161°anno delle
apparizioni” a cura dell’avv. Salvatore Pagliuca. A seguire alle
ore 10,30 la rievocazione della figura
di Giunio, Silenzioso operaio della Croce CVS, da parte di Don Luigino Garofio
Silenzioso operaio della Croce CVS. La giornata si concluderà con la solenne
celebrazione eucaristica alle 12 nella Cattedrale di Terni presieduta da mons.
Giuseppe Piemontese.
Lunedì 14 gennaio alle ore 17,30 nella Cattedrale
di Terni ci sarà la santa messa e alle
ore 18,30 il concerto mariano di Vittorio Gabassi con il suo gruppo, insieme ai
“Giullari di Dio”.
Giunio Tinarelli, che morì
ad appena 44 anni di cui venti trascorsi nell’immobilità, è stato un esempio
immenso di vocazione alla sofferenza, con una fede incrollabile, testimoniata
con forza nel dolore. Una vocazione che ha segnato la vita del giovane operaio
delle Acciaierie, che ha
vissuto con intensità la sua missione nel lavoro, la fatica di ogni giorno
nello spirito di accettazione della volontà di Dio. Sempre presente tra i suoi coetanei e nella vita dell’oratorio, fin
quando la poliartrite anchilosante e spondilite non gli consentirono più alcun
movimento, ma non impedirono al giovane Giunio di essere “operaio” nel campo
dell’apostolato. Nel 1948 fondò a Terni la sottosezione dell’Unitalsi,
partecipando ogni anno ai pellegrinaggi a Loreto, Lourdes con il treno dei
malati. Comunicò sempre questa sua grande fede agli altri anche nella
sofferenza attraverso mani, penna, carta e leggio, i suoi nuovi ferri del
mestiere, conversando con gli amici e con la gente che lo andava a visitare per
consolarlo. Dal suo letto Giunio ha sconfitto tante illusioni che rendono
triste e amara la vita degli uomini, ricordando che la felicità non sta
nell’amare se stessi o nella salute o nella tranquillità, ma che la felicità e
la pace stanno nell’amare gli altri.
Giunio Tinarelli ha lasciato a tutti l’esempio
per trasformare una devastante malattia in occasione di redenzione e di
riscatto; per trasformare un letto di dolore in una cattedra dalla quale si
insegna una verità profonda e scomoda, specie ai nostri giorni: il dolore
umilia la persona umana solo se vissuto nella disperazione, mentre si trasforma
in occasione di forte testimonianza di fede e di coraggio, se affrontato per
amore di Dio e dei fratelli.
Giunio
Tinarelli
nasce
a Terni il 27 maggio del 1912. Precocemente inserito nel mondo del lavoro a
causa delle non brillanti condizioni economiche della famiglia, Giunio a 12
anni inizia a lavorare presso una tipografia. Più tardi fu assunto negli
stabilimenti delle Acciaierie di Terni. Nel 1937 fu costretto ad abbandonare il
lavoro. Erano i prodromi di quella terribile malattia che inchioderà Giunio per
18 anni nel letto: la poliartrite anchilosante e deformante. La malattia ha un
andamento progressivo e, nel 1940, anche le braccia perdono la loro funzione
costringendo Giunio all’immobilità assoluta. La vicinanza di mons. Giuseppe
Lombardi, fondatore dell’Oratorio di San Gabriele di cui Giunio fu socio
attivissimo e animatore, riuscì a lenire l’enorme sofferenza. Con l’aiuto di
Dio e con il fermo proposito di valorizzare al massimo questa sua dolorosa
condizione esistenziale, Giunio Tinarelli inizia la sua attività di “apostolo
dei malati”.
Nel
1948 ridà vita alla Sottosezione UNITALSI di Terni e organizza un
pellegrinaggio a Loreto, quindi a Lourdes. Nonostante la terribile malattia, Giunio
si impegna fortemente nella vita cristiana e diventa un punto
di riferimento per la città, proprio per la sua capacità di
consolare gli altri e sostenere le sofferenze del prossimo con la
parola, il sorriso, la fede. Nel marzo 1953 viene nominato responsabile per il
settore maschile dei Silenziosi Operai della Croce e nel settembre dello stesso
anno, per la prima volta chiede, per “obbedienza”, la grazia della guarigione
nella nascente casa per gli Esercizi Spirituali dei SOdC “Cuore Immacolato di Maria”
di Re, vicino a Verbania.
Ma
le condizioni fisiche, pian piano iniziano a scadere sempre di più,
costringendo Giunio a ridurre drasticamente il suo impegno apostolico con i
sofferenti. Il 14 gennaio 1956, Giunio muore a 44 anni, dopo 18 anni di immobilità
e di sofferenze inaudite che, tuttavia, non hanno impedito alle opere di Dio di
compiersi in terra.
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