Nel
pomeriggio di venerdì 4 gennaio 2019 è stato presentato il restauro
della Cappella presbiterale della Manna d’Oro, ossia il Battistero
della Cattedrale di Spoleto, finanziato dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Spoleto e realizzato COO.BE.C. (Cooperativa Beni
Culturali) di Spoleto. Il recupero dell’altare maggiore tardo
seicentesco e della tela in esso contenuta, è stata l’occasione
per intervenire anche sulla copertura dell’edificio, eliminando
così le infiltrazioni d’acqua. Alla semplice e breve cerimonia,
coordinata dalla dott.ssa Stefania Nardicchi conservatore del Museo
diocesano, hanno partecipato l’arcivescovo Renato Boccardo, il
sindaco Umberto de Augustinis, il presidente della Fondazione CaRiSpo
Sergio Zinni, il presidente della COO.BE.C. Antonella Filiani, il
direttore dell’ufficio beni culturali della diocesi mons. Giampiero
Ceccarelli e alcune persone che, coraggiosamente, hanno sfidato il
freddo pungente.
L’arcivescovo
Boccardo ha parlato di un «momento significativo che riconsegna a
Spoleto un suo piccolo-grande gioiello storico e artistico. E ciò
grazie alla sensibilità della Fondazione CaRiSpo, che ringrazio di
cuore nella persona del Presidente. Questo scrigno che è la Manna
d’Oro è un ulteriore tassello recuperato dell’immenso patrimonio
di questa nostra bella Città». Sulla stessa lunghezza d’onda il
sindaco de Augustinis: «è importante recuperare spazi e opere della
nostra Città. Anche perché le persone vengono qui in visita
principalmente per l’arte, la storia e la cultura». Zinni ha
invece sottolineato che alla Fondazione CaRiSpo sta molto a cuore «il
settore dell’arte e della cultura» e dinanzi alla bellezza della
zona restaurata ha detto: «le nostre risorse sono state ben
utilizzate».
La
Manna d’Oro per ora sarà aperta fino alla festa di S. Ponziano, 14
gennaio, previa prenotazione:prenotazioni@duomospoleto.it,
oppure visitare il sito www.duomospoleto.it.
Poi, tornerà nuovamente fruibile nei periodi di maggior afflusso di
turisti: da Pasqua fino alla fine dell’estate.
L’intervento
di restauro della zona presbiteriale della Manna d’Oro è
stato eseguito in diversi lotti tra il 2017 ed il 2018 ed ha previsto
la rimozione dalle superfici dipinte e dorate della vernice
completamente alterata in giallo scuro, dei diffusi depositi di cera
provenienti dalle candele e dei ritocchi pittorici di vecchi
interventi debordanti sull’originale. Contestualmente alla
pulitura è stata eseguita la riadesione delle diffuse scaglie
sollevate di finiture superficiali e strati preparatori. A
conclusione della fase conservativa si è proceduto con l’intervento
di ripresentazione estetica delle decorazioni che ha previsto la
stuccatura delle mancanze di profondità e di superficie e quindi la
reintegrazione pittorica delle stuccature con colori ad acquerello
nelle tonalità più stabili. Le superfici dorate sono state
integrate e adeguate cromaticamente al tono della doratura originale.
Il
dipinto ad olio su tela, in cattivo stato di conservazione,
è stato inizialmente foderato con nuova tela applicata con il metodo
tradizionale della colla pasta dopo aver liberato la tela dal
tavolato su cui era applicata. L’intervento ha permesso di
recuperare le zone perimetrali dipinte che sono state valorizzate
costruendo un nuovo telaio concavo, funzionale peraltro ad adeguarsi
alla superficie curva della parete d’altare della cappella. A
seguito della pulitura della pellicola pittorica è stata condotta la
stuccatura delle mancanze e la reintegrazione cromatica eseguita con
colori ad acquerello ed a vernice. A conclusione del restauro il
dipinto è stato verniciato a spruzzo e ricollocato sopra l’altare.
La tela nella parte alta presenta la Madonna con Bambino sorretta
dagli angeli. Nella parte inferiore: accampamento dell’esercito
francese, con sullo sfondo la Rocca e il Ponte della Torri e in primo
piano sulla destra un frate inginocchiato, probabilmente in ricordo
dei francescani sul Monteluco. Da sottolineare che questa tela non è
quella originariamente collocata in chiesa: quest’ultima è in
attesa di restauro e presenta una delle cartografie più antiche
dell’urbe di Spoleto.
Storia
della Chiesa della Manna D’Oro. La chiesa di Santa Maria
della Manna d’Oro fu eretta per iniziativa ed a spese del Comune di
Spoleto in segno di ringraziamento alla Vergine, alla cui protezione
si attribuiva l’incolumità della città nei famosi avvenimenti del
1527, culminati nel sacco di Roma. Non solo la Città venne
risparmiata dalla brutalità e dalla violenza incontrollata dei
lanzichenecchi durante la loro calata verso la capitale, ma gli
spoletini ebbero la possibilità di commerciare e realizzare a lungo
cospicui guadagni con gli invasori. La chiesa quindi, secondo la
tradizione, fu eretta per voto, come doveroso segno di
ringraziamento. I lavori di costruzione, intrapresi nel 1528,
non furono portati a compimento e nel 1577 si stipulava un contratto
con Geronimo da Cagli, maestro intagliatore, che doveva condurre
avanti l’opera nell’interno. Neanche allora la fabbrica poté
essere portata a termine: i nuovi lavori poi furono conclusi nel
1681. L’interno è il risultato di un rifacimento tardo
seicentesco: ha pianta ottagonale con presbiterio absidato e quattro
lati incavati da nicchie situate agli angoli del quadrato di base.
Nei riquadri della cupola si trovano alcune tele del pittore
settecentesco Sebastiano Conca: Riposo durante la fuga in
Egitto e Nascita della Vergine; altre due sono
attribuite al suo allievo spoletino Nicola Costantini:
Presentazione della Vergine al tempio e Annunciazione.
La chiesa custodisce un grande Fonte battesimale, proveniente dal
Duomo, precisamente dalla Cappella Eroli.
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