E’
stato presentato alla stampa a Perugia, l’11 ottobre, il progetto “Open day -
Accanti.it: dalla segregazione all’accoglienza”, che coinvolge a livello
nazionale oltre cento strutture di riabilitazione cattoliche e di ispirazione
cristiana attive nel prendersi cura di persone giovani e adulte con disturbi di
tipo neuro psichiatrici e comportamentali, non alternative all’assistenza
domiciliare ma di integrazione-interazione con le famiglie degli assistiti.
Promosso dall’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Conferenza
episcopale italiana (Cei), questo progetto è stato fatto proprio, a livello
regionale, dall’Ufficio per la pastorale della salute dalla Ceu a cui hanno
aderito cinque realtà umbre: l’Istituto Serafico di Assisi, il Centro Speranza
di Fratta Todina, l’Opera Don Guanella-Centro Sereni di Perugia, le Residenze
di ospitalità per anziani Fontenuovo di Perugia e Marsciano e il Centro “Il
Pavone” della Comunità di Capodarco dell’Umbria di Perugia.
L’“Open day” di queste realtà umbre, che con entusiasmo si apprestano a
spalancare le loro porte a Istituzioni e società civile, si terrà di sabato 13
ottobre come in tutte le strutture riabilitative italiane aderenti al progetto
“Accolti.it”. Le sue finalità sono state presentate in Senato lo scorso 10
ottobre, giorno dedicato al Disagio mentale, per richiamare l’attenzione verso
tematiche che riguardano sempre più famiglie. Alla
presentazione umbra dell’“Open day - Accolti.it” sono intervenuti i
rappresentanti delle cinque strutture umbre aderenti al progetto: Francesco Di
Maolo, Istituto Serafico; Giuseppe Antonucci, Centro Speranza; don Matteo
Rinaldi, Istituto Don Guanella-Centro Sereni; Simonetta Cesarini, Fontenuovo
Fondazione Onlus; Cinzia Coco, Centro “Il Pavone” della Comunità di Capodarco
dell’Umbria. Significative le parole di quest’ultima, una disabile, quasi
riepilogative dei precedenti interventi.
Silvia
Coco è da venti anni accolta in quella che lei definisce non una struttura, ma una
«casa speciale». Grazie alla Comunità di Capodarco è riuscita a conseguire la
laurea in economia. «Questo – ha sottolineato – è la dimostrazione di come la
Comunità di Capodarco sa sposare gli ideali delle persone in difficoltà». E
questo avviene un po’ in tutte le altre realtà umbre aderenti al progetto, che
sono anch’esse “case speciali”, più che strutture di riabilitazione, «perché –
come ha precisato Silvia Coco – sono luoghi di vita condivisa con chi è in
stato di difficoltà nel saperlo valorizzare e sposandone il suo progetto di
vita con l’incentivare le sue capacità residue».
Questo
stile di accoglienza, ha proseguito la rappresentante della Comunità di
Capodarco, «nasce come lotta contro l’emarginazione perché è brutto sentirsi
emarginato dalla società, una situazione che ti leva quello spirito di vitalità
che ognuno di noi disabili conserva dentro di sé. La nostra Comunità e le altre
realtà sono luoghi di inclusione e non di segregazione, con un’ideale che
abbraccia e accomuna tutti noi che viene dal profondo del cuore, perché non è
un servizio offerto, ma è un’accoglienza dove l’accoglienza non significa cura,
ma abbracciare un progetto di vita: “Io ti aiuto a fare dove tu non riesci, non
arrivi”».
«Le
Istituzioni e la società civile non ci lascino soli in questo nostro percorso
di crescita, ma ci diano quello che serve per garantirci una vita dignitosa ad
iniziare dal relazionarci con la gente normodotata. Spesso sono persone
imbarazzate, perché non sanno quello che trovano al nostro interno... Pertanto
ben vengano iniziative come questa dell’“Open day - Accolti.it”, che ci fanno
conoscere all’esterno, perché solo toccando con mano quello che uno fa può
smetterla di parlare di strutture di segregazione».
A
portare i saluti di don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale di
pastorale della salute della Cei, è stata Francesca Di Maolo, presidente
dell’Istituto Serafico di Assisi, che ha spiegato le finalità del progetto.
«Accogliere – ha evidenziato l’avv. Di Maolo – non è un verbo soltanto fisico,
ma è un verbo dell’umano e significa accompagnare l’altro nel suo percorso di
vita, trovando spazio per lui dentro di noi. Nello stesso tempo vogliamo
sfatare dei pregiudizi, perché siamo consapevoli che nell’immaginario
collettivo le nostre strutture, specie quelle residenziali, sono considerate
come strutture segreganti. Da qui l’idea dell’“Open day - Acconti.it”, di
aprirsi per fare conoscere i tanti percorsi di valorizzazione delle persone
accolte, ma anche per dare un messaggio: molto spesso sono i domicili
segreganti quando mancano le reti di sostegno, le reti sociali e noi vogliamo
fare un appello forte che esce dalle nostre strutture e a ritrovare, a livello
sociale, la dimensione dell’accoglienza, perché è una dimensione che ci
caratterizza indipendentemente dalle appartenenze. Dobbiamo contrastare il
contrario dell’accoglienza che è l’emarginazione, l’esclusione, l’isolamento…
Noi crediamo fortemente che l’elemento fondamentale di una società giusta e
democratica passa proprio dal non lasciare dietro nessuno».
Le
cinque “case speciali” umbre di accoglienza si presentano e
danno appuntamento all’“Open day” di sabato 13 ottobre:
Istituto
Serafico (O.d. dalle ore 15 alle 18). Il Serafico è un ente ecclesiastico
fondato nel 1871 per la pratica della carità evangelica a favore di persone
affette da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali, di adulti inabili, di
anziani autosufficienti e non auto-sufficienti. E’ un modello di eccellenza
italiana ed internazionale nella riabilitazione, nella ricerca e
nell’innovazione medico scientifica per i ragazzi con disabilità plurime.
Convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale per trattamenti riabilitativi
residenziali, semiresidenziali ed ambulatoriali, il Serafico accoglie e cura
ogni giorno 157 pazienti, provenienti da tutto il territorio nazionale, per un
totale di 14.841 trattamenti riabilitativi e 15.842 trattamenti
educativi-occupazionali all’anno (dati 2017). In una superficie complessiva di
circa 10.000 mq, posta su di un’area di 40.000 mq, sono disponibili 84 posti
letto in regime residenziale, 25 posti letto in regime semi-residenziale, oltre
ad un servizio ambulatoriale e di valutazione diagnostica-funzionale. Le
persone al servizio degli utenti sono oltre 200: circa 163 tra collaboratori e
dipendenti e i numerosi volontari, che mettono in campo non solo capacità e
competenze, ma anche un “capitale di umanità” in grado di entrare in sintonia
con i pazienti. L’Istituto promuove attività di accoglienza, riabilitazione,
assistenza socio-sanitaria, recupero, reinserimento sociale, educazione morale
e formazione cristiana delle predette persone, come pure di sostegno morale e
culturale alle loro famiglie.
Centro
Speranza (O.d. dalle ore 9 alle 12.30). Il Centro Speranza di Fratta
Todina, sorto nel 1984, è una struttura sanitaria di riabilitazione gestita
dalla Congregazione delle Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso che offre
servizi diagnostici, riabilitativi, educativi, percorsi di crescita e
inclusione sociale per il benessere psicofisico di bambini, giovani e adulti
con disabilità fisiche, psichiche, multisensoriali e di bambini e adolescenti
con disturbi del comportamento e del neurosviluppo. Attualmente assiste in
regime semiresidenziale circa 100 persone assistite da circa 70 operatori.
Questo Centro intende essere sempre più un luogo in cui professionalità e
Carità Evangelica offrano un servizio qualificato alle persone con disabilità e
alle loro famiglie, ispirato al carisma dell’Amore Misericordioso indicato
dalla fondatrice Beata Madre Speranza. Nucleo fondante di ogni intervento
riabilitativo e socio-riabilitativo ed educativo è il “Trattamento Pedagogico
Globale”. Il Centro ha ottenuto nel 2006 la Certificazione UNI EN ISO 9001 del
Sistema e l’accreditamento dalla Regione diventando risorsa di riferimento
nell’ambito socio-sanitario per i servizi offerti. Rilevante è l’impegno della
sua equipe nella collaborazione allo sviluppo della cartella clinica
informatizzata del sistema “ATLANTE” con l’inclusione della scala di valutazione
multidimensionale SVAMDI.
Il
Centro “Il Pavone” della Comunità di Capodarco (O.d. dalle ore 16 alle
19). La Comunità di Capodarco dell’Umbria è un Centro socio-riabilitativo
ed educativo che offre servizi di assistenza e cura della persona con disabilità
psichica e fisica con interventi terapeutici, socio-psicopedagogici e
riabilitativi individializzati. Attualmente ospita 40 persone in regime di
residenzialità e 13 in semi residenzialità, con 40 operatori attivi nelle sedi
di Gubbio e di Perugia. La sede di Gubbio presenta due Residenze e un Centro
Diurno; la sede di Perugia presenta una Residenza e un Centro Diurno denominato
“Il Pavone”, sito zona Settevalli.
Opera
Don Guanella-Centro Sereni (O.d. dalle ore 10). Il Centro Sereni - Opera
Don Guanella è una struttura socio-riabilitativa che accoglie persone di sesso
maschile in età adulta, con deficit cognitivo grave e gravissimo. Prevede
l’ospitalità continua, con tutte le conseguenti prestazioni sia alberghiere e
assistenziali sia sanitarie, riabilitative e quelle socio-psico-educative.
Attualmente gli assistiti residenziali sono 60 e quelli semi residenziali 10,
accolti da 85 tra operatori, animatori e volontari. E’ un’eccellenza italiana,
accreditata e convenzionata con la Regione Umbria ed è attiva sul territorio
dal 1946. Il Don Guanella pone al centro della sua opera non il paziente, ma
l’individuo e la relazione. Pertanto l’acquisizione di abilità e
l’apprendimento di comportamenti non sono preminenti, ma subordinati ad una
relazione educativa comprensiva della dimensione affettiva. L’apprendimento di
autonomie e la riabilitazione non possono prescindere dalla gioia di vivere con
gli altri; le attività vengono proposte in un ambiente accogliente, sensibile,
familiare, sereno in cui non mancano l’allegria, la cordialità, lo spirito di
gruppo, pur nella massima professionalità e seguendo le indicazioni delle
moderne neuroscienze.
Fontenuovo
Residenze di ospitalità per Anziani (O.d. dalle ore 10 alle 13.30). Fontenuovo,
opera segno dell’Archidiocesi di Perugia, nasce nel 1885 e da allora promuove
una cultura di valorizzazione dell’età anziana come età in cui essere
protagonisti anche nelle condizioni più difficili. La persona anziana è da
sempre al centro della mission aziendale e Fontenuovo opera al fine di
rispondere in modo attuale e mirato ai suoi bisogni. Per questo ha ampliato il
suo sguardo e, oltre alla ormai centenaria esperienza di cura dell’anziano non
autosufficiente, si rivolge con nuovi servizi e iniziative agli anziani di
tutte le età e al contesto sociale cui appartengono. Attualmente accoglie nella
sede di Perugia 90 anziani e in quella di Marsciano 30, oltre a 67 ospitati nei
Centri diurni e Residenze servite di Perugia e di Fossato di Vico, assistiti da
110 operatori coadiuvati da volontari di diverse associazioni. Tra i servizi
offerti quelli di assistenza socio-sanitaria ad anziani non autosufficienti e
di assistenza sociale e di minimo supporto assistenziale ad anziani
autosufficienti; diffonde una cultura di promozione della solidarietà, del
rispetto e della valorizzazione del mondo degli anziani attraverso occasioni di
incontro, di riflessione, attività di formazione e seminariali; accoglie e
stimola la presenza e la crescita del volontariato.
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