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  21/07/2018 01:01


Perugia: Il cardinale Gualtiero Bassetti ha incontrato le due famiglie siriane assistite dalla Caritas diocesana, giunte in Italia attraverso il corridoio umanitario. Cercano lavoro per essere autonome e per integrarsi. Il presule ha avuto parole di incoraggiamento e di sostegno affinché i “sogni” diventino realtà



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«Proprio ieri (19 luglio, n.d.r.) la Presidenza dalla Conferenza episcopale italiana è intervenuta ancora una volta sul fenomeno migrazione; un fenomeno che la Chiesa italiana sente suo seguendolo con particolare attenzione e contribuendo ad una sua risoluzione nel sostenere concretamente anche l’iniziativa del corridoio umanitario promossa dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Caritas italiana, in collaborazione con il Governo». A ricordarlo è stato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nel ricevere il 20 luglio, nell’arcivescovado di Perugia, due famiglie siriane assistite dalla Caritas diocesana ed ospitate in strutture messe a disposizione da una parrocchia della città e da un movimento ecclesiale. Ad accompagnare le due famiglie (non erano presenti tutti i figli perché in questo periodo frequentano i campi estivi degli Oratori) il direttore e il condirettore della Caritas diocesana, il diacono Giancarlo Pecetti e sua moglie Luisa. I coniugi Pecetti hanno aggiornato il cardinale sull’attività di accoglienza di questi due nuclei familiari giunti grazie all’iniziativa del corridoio umanitario dal Libano. Una famiglia è arrivata un anno e mezzo fa, l’altra da poche settimane.

Il cardinale Bassetti ha chiesto ai quattro genitori come si trovano a Perugia, che gli hanno risposto con queste parole: «Come sempre all’inizio è difficile, ma piano piano abbiamo cominciato ad abituarci a questa nuova vita in questo nuovo Paese, conoscendo un po’ più la sua lingua. Stiamo cercando lavoro, perché è una cosa molto importante. Noi, in Siria, lavoravamo».

Il presule, ascoltando con interesse il racconto dei loro progetti, è rimasto colpito dalla determinazione di trovare un lavoro, che è essenziale per ricostruirsi una vita serena per sé e per i propri figli e la Chiesa non può non aiutare queste persone affinché i loro “sogni” diventino realtà. Per le due famiglie il cardinale ha avuto parole di incoraggiamento e di vicinanza, raccontando quando è stato in Libano e ha visitato alcuni luoghi di accoglienza per tante famiglie cristiane fuggite dalla Siria in guerra.

Tra gli impegni principali della Caritas perugina «c’è quello di sostenere queste persone nella ricerca di un lavoro dignitoso – ha evidenziato il direttore Pecetti –, in modo d’essere presto autonomi economicamente, così da passare dalla fase dell’accoglienza a quella dell’integrazione. Sono loro a volere al più presto un lavoro, come hanno detto al cardinale, il quale non si è sottratto nel sostenerli in questo desiderio. La ricerca di un lavoro è un’impresa non facile, ma non impossibile, anche se il momento è alquanto difficile per gli stessi italiani».

Oltre alle due famiglie siriane giunte con il corridoio umanitario, l’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, attraverso il suo Progetto di accoglienza richiedenti protezione internazionale avviato con l’acuirsi del fenomeno migratorio, assiste cinque nuclei familiari, tre provenienti dal continente africano e due da quello asiatico, e due giovani mamme con bambini. Per tutti loro sono stati avviati dei percorsi di sostegno socio-culturale ed economico rivolti alla loro integrazione nel tessuto perugino, secondo quanto disposto dalle Istituzioni civili preposte in materia.




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