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  16/04/2018 16:40

PERUGIA: UN POPOLO IN FESTA PER IL LAVORO E LA SOLIDARIETà DAVANTI ALLA CAPPELLA DELL’ASSUNTA, NEL CUORE DELLA ZONA INDUSTRIALE DI SAN SISTO-SANT’ANDREA DELLA FRATTE. IL CARDINALE GUALTIERO BASSETTI: «VOGLIAMO CHE IL LAVORO, CHE è PANE E VITA, NON MANCHI A NESSUNO» E SULLA CRISI IN SIRIA HA RICORDATO LE PAROLE DEL NUNZIO APOSTOLICO CARDINALE MARIO ZENARI: «LA SIRIA, ORMAI DA DIVERSI ANNI, è CINQUE VOLTE L’INFERNO».


«Davanti a me c’è un popolo di Dio in festa per celebrare l’Eucaristia in una circostanza molto bella: la prima “Festa del lavoro e della solidarietà” nella zona industriale di San Sisto e Sant’Andrea delle Fratte organizzata dalle parrocchie che sostengono l’Emporio Caritas “Divina Misericordia”. E’ un servizio per famiglie in difficoltà a causa della mancanza di lavoro. Il popolo di Dio è fatto di famiglie che compongono la Chiesa; la Chiesa è una famiglia di famiglie». Così il cardinale Gualtiero Bassetti ha introdotto la celebrazione eucaristica, nel tardo pomeriggio del 15 aprile, nella tensostruttura allestita nel piazzale dell’azienda Bragiola davanti all’antica cappella dell’Assunta, nel cuore della zona industriale di San Sisto-Sant’Andrea delle Fratte di Perugia che conta più di 400 realtà produttive ad iniziare dallo “storico” stabilimento Nestlé-Perugina. L’evento, che ha visto la partecipazione di numerose famiglie, è stato dedicato al tema del lavoro e della solidarietà, coinvolgendo diverse aziende i cui dipendenti hanno dato vita a un torneo di Calcio a 5 per richiamare il significato della giornata di festa e condivisione nei loro luoghi di lavoro. Giornata che è iniziata al mattino con la “passeggiata ecologica in bici” (partenza e arrivo davanti alla cappella dell’Assunta) ed è proseguita nel pomeriggio con l’appuntamento più atteso per i bambini dai 3 ai 10 anni: “Pompieropoli - Gioco pompiere per un giorno”, con la partecipazione di una rappresentanza dei Vigili del Fuoco. La celebrazione eucaristica è stata preceduta dalla premiazione delle squadre-aziende vincitrici del torneo di Calcio a 5 da parte del cardinale Bassetti (prima classificata Centralcar Spa, seconda Fabbri Maina, terza Officina Marco Migni, quarta Valocchia e le partecipanti Benedetti Spa, Bragiola, Conad superstore, Micra software e Parkit). Il parroco moderatore dell’Unità pastorale don Claudio Regni ha ricordato i primi due anni di attività dell’Emporio “Divina Misericordia”, in particolare l’impegno dei 35 volontari che indossavano delle felpe azzurre con scritto “Il bene è contagioso” e l’aiuto ricevuto da istituzioni, aziende e fondo 8xMille Cei per le opere di carità. «Ci troviamo in questo luogo – ha sottolineato il porporato – per qualche cosa che riguarda la solidarietà, l’aiuto fraterno, la carità, il pane da spezzare e da condividere con gli altri». Ha poi raccontato l’episodio di un padre che a Pasqua gli aveva riferito quanto detto da suo bambino: «“Ho fame”, ma in quel momento il padre non aveva niente nella dispensa. Mi è venuto in mente – ha aggiunto il cardinale – la Bibbia che dice: i piccoli chiedevano il pane, ma non c’era chi lo spezzasse. Certo, se non spezzassimo il pane dell’Eucaristia, perché è Lui la fonte di tutta la carità e di tutto l’amore che c’è in noi e nella Chiesa, poco avrebbero senso i nostri atti di carità. Oggi siamo qui per fare la festa del nostro popolo, delle nostre famiglie perché vogliamo crescere nella dimensione della solidarietà e della condivisione; vogliamo che il lavoro, che è pane e vita, non manchi a nessuno e per questo siamo qui ad innalzare la nostra preghiera e per dire grazie al Signore di tutti i doni che ci elargisce». Il cardinale Bassetti, all’inizio dell’omelia, ha richiamato l’attenzione dei fedeli sulla crisi in Siria, raccontando loro quanto gli aveva detto tempo fa a Roma il nunzio apostolico cardinale Mario Zenari, in occasione della presentazione di un progetto per la costruzione di un ospedale dove sono massicci i bombardamenti: «“La Siria, ormai da diversi anni, è cinque volte peggio dell’inferno”. Nell’inferno – ha evidenziato Bassetti – c’è il fuoco; in Siria c’è il fuoco delle bombe, ci sono le macerie, non c’è acqua, si muore di fame. Cinque volte peggio dell’inferno, non c’è pace in Siria! La pace è dono di Dio, lo dice chiaramente papa Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in terris , non fa parte delle congiunture degli uomini anche se ci vuole la buona volontà degli uomini. Ecco perché a Natale gli angeli annunciano la pace e Gesù risorto dice ai suoi discepoli: “Pace a voi”. Il dono del Risorto è la pace da costruire a partire dalle famiglie, dalla Chiesa perché quando non ci si vuole bene, quando non si è uniti, quando invece della carità prevalgono le maldicenze e le invidie, non ci può essere pace. La pace non è una cosa, è una persona, è Gesù stesso che si mostra come il riconciliatore fra Dio e gli uomini e fra gli stessi uomini». «Come i discepoli che riconobbero Gesù risorto nello spezzare il pane, in quel gesto di carità e di amore, di dono totale che aveva fatto nel Cenacolo – ha sottolineato il presule –, così noi cristiani siamo esortati a riconoscerlo non solo nello spezzare il pane eucaristico, ma nel condividere il pane materiale con chi ha fame». Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione, ha parlato della Chiesa ospedale da campo che soccorre i suoi figli. I cristiani devono prendere esempio dalla loro Chiesa nel farsi prossimi verso i fratelli in difficoltà. Al riguardo il porporato ha invitato i fedeli a leggere l’ultima esortazione apostolica di papa Francesco sulla santità, Gaudete et Exsultate . «C’è la santità eroica dei santi – ha detto Bassetti –, ma c’è quella santità pratica, concreta che è quell’amore che noi spendiamo tutti i giorni nell’avvicinare chi ci sta vicino, nell’accogliere chi è lontano, nel dire una parola buona perché potremmo essere noi i primi ad averne bisogno. In quel momento fai comunione, costruisci la Chiesa e vivi la santità e le beatitudini del Signore che sono una cosa molto concreta. Credere in Gesù risorto, ma soprattutto incontrarlo nella nostra vita, nella vita della comunità ci dà la forza di contemplare degli orizzonti più belli e lontani».



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