Domenica
25 marzo il vescovo Giuseppe Piemontese ha celebrato la messa della domenica
delle Palme presso Acciai Speciali Terni di viale Brin (officina meccanica
della Società delle Fucine), per i lavoratori dell’Ast e i loro familiari, alla
presenza dell’amministratore delegato Massimiliano Burelli, del prefetto Paolo
De Biagi, del sub commissario Andrea Gambasi, delle autorità militari e civili,
della dirigenza aziendale, dei rappresentanti dei sindacati del cappellano
della fabbrica don Marcello Giorgi e animata dalla Corale del Cuore.
L’OMELIA
DEL VESCOVO
“Siamo
qui non solo per rinnovare una tradizione, ma per celebrare il mistero centrale
della nostra fede: la Messa, memoria e attuazione della pasqua di Gesù Cristo,
passione morte e risurrezione.
La
celebrazione avviene in questo luogo, una seconda cattedrale della nostra
città, dove quotidianamente, in maniera sentita e visibile, si celebra la
liturgia del lavoro umano. Qui si rinnova il mistero cristiano: della creazione
(invenzione e trasformazione di nuovi manufatti);
della
incarnazione del Figlio di Dio quale operaio e artigiano tra operai;
della
passione, cadenzata da fatica e sofferenze;
qualche
volte anche della morte (ultimamente ho celebrato il funerale di Gianluca
Menichino, 9-1-2018)
e
della risurrezione e della vita per le nostre famiglie, della società e per
tante realtà che si giovano del frutto del vostro lavoro.
Siamo
qui oggi perché i cristiani che qui operano, intendono riconoscere questo
lavoro non solo come valore umano e sociale, ma vogliono riconoscerne il
significato e il valore salvifico di redenzione, conferitogli da Gesù Cristo.
Nella sua morte e risurrezione il nostro lavoro, le nostre fatiche, le nostre
relazioni acquistano senso e valore infinito per il bene nostro e dell’umanità.
Ecco allora il senso della Messa pasquale,
l’adempimento del nostro precetto pasquale: l’incontro con Cristo sofferente,
morto e risorto, perché in Lui trova senso, elevazione e santificazione il
lavoro e l’esistenza di ognuno di voi.
Comincia
oggi la grande settimana, chiamata santa. Dopo il ricordo del trionfale
ingresso a Gerusalemme, la liturgia ci introduce nel mistero della passione di
Cristo.
Facciamo
memoria del confronto, anzi dello scontro decisivo tra Cristo e i suoi
interlocutori; tra Cristo e il demonio, che dopo aver tentato invano il Cristo
nel deserto, torna ora per la prova suprema della passione e della
crocifissione.
Gesù
la chiama la sua ora, l’ora in cui
lui è glorificato attraverso l’innalzamento sulla croce, l’ora in cui sconfigge
Satana.
Prima
della sua Pasqua Gesù pianifica ogni dettaglio per completare l’annuncio del
Vangelo del Regno di Dio, la realizzazione della salvezza degli uomini:
Il
viaggio e l’ingresso trionfante a Gerusalemme (Vangelo della liturgia)
L’ultima
cena con l’istituzione e la consegna dell’Eucarestia e del sacerdozio
ministeriale
Il
tradimento degli amici e l’arresto
Il
processo e la condanna
La
passione e La crocifissione
La
morte e la sepoltura
La
risurrezione - ascensione
Viene
letta la passione secondo san Marco; osserviamo le persone che circondano Gesù,
alcune delle quali ci sorprendono.
Gli avversari: autorità, il Consiglio (Sinedrio)
dei sacerdoti, gli scribi, i farisei, i soldati, la plebaglia; accecati dal
potere (se prevale il messaggio di Gesù saranno costretti a perdere i
privilegi), dall’invidia (in fondo vorrebbero avere ciò che ha Gesù),
dall’egoismo (proteggono i propri interessi), dall’odio (non hanno mai
sperimentato il vero amore di Dio e del prossimo), dall’ignoranza (non conoscono
la verità, non sanno quello che fanno);
I discepoli e gli
apostoli: seguono
Gesù fino ad un certo punto, il loro è un affetto ancora immaturo e imperfetto,
privo di coraggio, hanno paura, lo abbandonano, lo tradiscono apertamente
(Giuda e Pietro); non hanno compreso la grandezza del vero amore di Gesù verso
Dio Padre, verso l’umanità e le loro persone privilegiate.
Le donne: Maria di Magdala, Maria madre di
Giacomo e di Joses, e Salome, insieme ad altre che osservavano da lontano … lo seguivano e lo servivano fino ai
piedi della croce e alla sepoltura
La
professione di fede di ognuno di noi si costruisce ogni giorno, anche in
fabbrica e ha il momento vero quando si è davanti alla croce e si sperimenta la
croce.
Marco
evidenzia la professione del centurione. Inizia il Vangelo dicendo: Inizio del
vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio … e dopo aver presentato ciò che Gesù ha
detto e fatto, mostra il centurione che vedendo Gesù osteggiato, condannato
ingiustamente, ascoltando le sue parole di perdono, di preghiera e abbandono a
Dio, vedendolo spirare in quel modo, dice: "Davvero
quest'uomo era Figlio di Dio!".
Noi
cristiani, di questa città e componenti di questa famiglia delle Acciaierie,
siamo chiamati a confrontarci con i gruppi descritti e deciderci, proprio in
questa settimana santa di passione e di Pasqua, fare una scelta di campo, siamo
invitati a deciderci per Gesù, che ci ama di amore incondizionato.
Decidiamoci
ad essere cristiani, discepoli come le donne: seguire e servire Gesù nella vita
di ogni giorno, nel fare la volontà di Dio, nel servizio alla vita (lavoro,
famiglia, figli, comunità…) con i propri doni, capacità e generosità. Con la
nostra vita per poter fare la Professione di fede, come il Centurione, ogni
giorno”.
|