Alla
presenza dei vescovi umbri e dei rappresentanti della Magistratura civile, è
stato inaugurato a Perugia, nella sala del Dottorato delle Logge della
cattedrale di San Lorenzo, il 6 marzo, l’Anno giudiziario del Tribunale
Ecclesiastico Interdiocesano Umbro (TEIU) di prima istanza, competente per le
cause di nullità matrimoniale per le Archidiocesi e le Diocesi in Umbria.
Dopo
gli interventi del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, moderatore del
TEIU, e di padre Cristoforo Pawlik, vicario giudiziale del TEIU, mons. Paolo
Bianchi, vicario giudiziale del TER Lombardo, ha tenuto la sua prolusione dal
tema: “Le condizioni di ammissione al processo breviore e il ruolo del
vescovo in tale forma processuale”, la vera novità del MP Mitis
Iudex Dominus Iesus con cui papa Francesco, nel 2015, ha riformato il
processo di nullità matrimoniale canonica. Mons. Bianchi ha illustrato i due
passaggi fondamentali del processus brevior: la fase preliminare,
esponendo le condizioni obbligatorie per l’ammissione della causa, e il ruolo
del vescovo diocesano competente di giudicare. Inoltre ha coniugato le
riflessioni sul tema basandosi sia sullo studio, sia sulla esperienza
personale. Lo studio ha preso in esame la dottrina prodotta negli ultimi due
anni sul tema (tempo dall’entrata in vigore della legge), insieme
all’esperienza maturata nel Tribunale Lombardo.
Il
numero delle cause.
Padre
Pawlik, nel relazionare sull’attività 2017 del TEIU, ha ricordato che «le cause
di nullità matrimoniale (n.m.) pendenti al 31 dicembre 2016 erano 93 e quelle
introdotte nel corso del 2017 sono state 106 e nessun Super Rato,
per un totale di 199. Tra le cause di n.m., una è stata introdotta e trattata
con rito breviore e unadocumentale». Nel 2017, ha
proseguito il vicario giudiziale, «sono state portate a termine 104 cause di
n.m., comprese quelle breviore e documentale, di
cui 102 cause con sentenza affermativa, una con sentenza negativa e una è stata
archiviata per la morte della parte convenuta». Inoltre, al 31 dicembre 2017,
ha comunicato padre Pawlik, «risultavano pendenti 95 cause n.m. e nessuna
richiesta di dispensa Super rato, di cui 9 prossime alla sentenza,
14 in fase di dibattimentale, 35 giacenti presso i periti, 36 in fase di
istruttoria e una sospesa».
I
capi di nullità e i tempi delle cause.
Tra
i capi di nullità accusati con i rispettivi pronunciamenti, quelli di
esclusione indissolubilità, della prole e della fedeltà (ex can. 1101 § 2), di
incapacità (ex can. 1095 n. 2, n. 3) e di difetto di forma canonica (ex can.
1108§1 e 111§2). Al riguardo il vicario giudiziale ha ricordato che «la causa
di nullità matrimoniale, come ben noto, può essere presentata per più
capi, che comunque devono essere trattati singolarmente, in quanto basta
che sia provato un solo capo di nullità per dichiarare nullo il matrimonio.
Così complessivamente abbiamo avuto nel 2017 ben 112 decisioni affermative e 19
negative che danno 131 decisioni, che vanno ben oltre le statistiche riferite
al numero delle cause introdotte e decise. Questo confronto rende meglio
l’opera del nostro Tribunale nel 2017». E’ anche «importante rilevare che
oltre alla breve durata del processo di nullità – ha precisato padre Pawlik –
si è raggiunta anche una rapida stesura delle sentenze a conferma che si è
tenuto a dare risposte puntuali alle domande, nell’arco di un mese nel rispetto
dei cann. 1453 e 1610 §3. Dobbiamo invece migliorare i tempi delle perizie per
evitare il protrarsi delle cause oltre i tempi canonici». I tempi della durata
del processo di prima istanza, nel 2017, sono stati i seguenti: meno di sei
mesi per 6 cause, da sei mesi ad un anno per 64 cause, da un anno ad un anno e
mezzo per 29 cause, da un anno e mezzo a due anni per 3 cause e oltre i due
anni per 2 cause.
I
costi delle cause.
Il
vicario giudiziale si è soffermato sui costi delle cause sostenendo che «ancora
oggi circolano notizie infondate riguardo ai costi per ottenere la
dichiarazione di nullità matrimoniale. Per questo tante persone sono
scoraggiate, diffidenti fino a rinunciare in partenza ad accostarsi al
Tribunale Ecclesiastico per introdurre la causa, pur avendone diritto e motivi
validi». Attualmente il contributo delle parti alle spese processuali è il
seguente: la parte attrice che invoca il ministero del
Tribunale, è tenuta a versare € 525,00 al momento della presentazione
del libello; la parte convenuta non è tenuta ad alcun
contributo, ove partecipi all’istruttoria e solo nel caso in cui si
costituisce è tenuta a versare € 262,50.
Padre
Pawlik ha anche ricordato che «nella Chiesa la giustizia è accessibile a tutti
senza distinzione, tanto è vero che anche quest’anno tante persone, trovandosi
in difficoltà hanno chiesto ed ottenuto la riduzione o l’esonero dal contributo
dovuto per le spese processuali. Ne sono la prova i 47 esonerati totali e i 22
che hanno ottenuto le riduzioni, mentre 37 le parti attrice e 3 le parti
convenute che hanno contribuito regolarmente alle spese. Questo è stato
possibile – ha evidenziato il vicario giudiziale – grazie al finanziamento
dell’8xMille alla Chiesa cattolica».
«Circa
il numero delle cause introdotte nel 2017 – ha spiegato padre Pawlik – si nota
che ben 97 sono state patrocinate dai Patroni stabili (dove le parti non hanno
dovuto spendere neppure un centesimo per l’avvocato, che è totalmente
retribuito dal Tribunale) e solo 9 sono state introdotte dai Patroni di
fiducia». Ha anche ricordato che «per le norme CEI, l’onorario complessivo per
il patrocinio dell’avvocato di fiducia nel primo grado va dal minimo di €
1.575,00 al massimo di € 2.992,00 e nel processo di appello ai suddetti onorari
si aggiungono da un minimo di € 604,00 ad un massimo di € 1.207,00».
La
validità del consenso matrimoniale.
Riguardo
al consenso matrimoniale, padre Pawlik ha ricordato che «alla luce
dell’insegnamento Pontificio, la mancanza della fede, la lontananza dalla
pratica religiosa e la vita vissuta nell’opposizione ai principi morali
cristiani, ecc. (elementi che in buona parte possono essere verificati e
provati con l’istruttoria canonica), incidono o almeno possono incidere
gravemente sul consenso matrimoniale, che non può più essere inteso - come
insegna papa Francesco - come un “automatismo”, ma esige sempre per
la sua validità “una coscienza illuminata dalla fede (ossia l’intenzione
di fare davvero ciò che fa la Chiesa), come il risultato di una combinazione
tra umano e divino”. A queste condizioni risulta ovvio che “la
coscienza assume un ruolo decisivo nelle scelte impegnative che i fidanzati
devono affrontare per accogliere e costruire l’unione coniugale e quindi la
famiglia secondo il disegno di Dio”. Di conseguenza la mancanza della fede
può costituire una causa simulandi, dove gli sposi formalmente
compiono un rito nuziale, senza però (ac)cogliere tutti i beni e le proprietà
del matrimonio e così, di fatto, simulano il consenso matrimoniale. In tal caso
le persone compiono un atto solo per iocum (per
gioco, scherzi, burla), simulando e fingendo di sposarsi, ma di fatto non
producono alcun effetto. In altre parole, alla luce dell’insegnamento di papa
Francesco, non si può pretendere che l’intenzione umana generale nel consenso
matrimoniale sia identificata automaticamente “a ciò che
vogliono Cristo e la Chiesa”».
Il
giudizio breviore accorcia tantissimo i tempi.
Sulla Mitis
Iudex Dominus Iesus di papa Francesco è intervenuto il cardinale
Bassetti, che ha parlato di «un valido strumento che accorcia i tempi con
il giudizio breviorenel caso di annullamento di matrimoni. Ringraziamo
il Signore per questo grande dono attraverso la Mitis Iudex Dominus
Iesus che ci ha fatto il Santo Padre nell’abbreviare, a determinate
condizioni, il processo canonico e metterlo direttamente nelle mani del vescovo
per cui la procedura viene abbreviata tantissima quando ci sono chiari i motivi
della nullità. Questo è stato davvero un gesto bellissimo del Papa, che ha
fatto anche a seguito del Giubileo Straordinario della Misericordia».
Più
preparati a ricevere il sacramento del matrimonio.
Il
porporato ha anche ricordato che il sacramento del matrimonio «è il simbolo e
segno dell’amore di Cristo con la sua Chiesa, perciò arriviamo tutti
impreparati». Per questo «dobbiamo fare molto di più per la preparazione al
sacramento, accompagnare di più le coppie di fidanzati o coloro che convivono
in vista del matrimonio.
Il
cardinale ha espresso «gratitudine al Tribunale Ecclesiastico e stima per il
lavoro quotidiano e l’accuratezza nell'applicare le norme nella fedeltà alla
verità e tenendo conto con carità pastorale della salus animarum riconoscendo
i drammi di tanti cuori feriti che vengono a sottoporre alla Chiesa i loro
drammi che colpiscono l’istituzione più fragile che è la famiglia».
I
figli non ostaggi della separazione dei genitori.
Il
presule si è anche soffermato sul Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre
dedicato da papa Francesco ai giovani, che «manifesta la premura pastorale per
loro, l'attenzione per la famiglia. I giovani – ha commentato Bassetti – sono
sempre pronti a proiettarsi in avanti e a richiamare con entusiasmo la Chiesa a
sostenerli e ad accompagnarli. Accanto ai giovani c'è il ruolo dei
genitori e delle famiglie che nella difficoltà della separazione non facciano
dei figli degli ostaggi. Aiutarli ad orientare il loro sguardo sul futuro senza
paura di sbagliare ed essere iperprotettivi o al contrario assenti, quanto
piuttosto nell’accompagnarli e comprenderli».
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