«San
Ponziano sia custode vigile della grandezza e della bellezza della
nostra città: perché non sia dilapidata! Vegli con la sua
protezione sui nostri bimbi, perché sappiamo preparare loro un mondo
sempre più abitabile; la forza della sua testimonianza ricordi ai
nostri giovani la grandezza e le esigenze della vera libertà; la
memoria del suo martirio custodisca chi governa la nostra comunità
nel vero servizio al bene comune; la sua preghiera ottenga a tutti
noi di vivere giorni sereni e tranquilli.
E il richiamo al suo martirio aiuti
tutti a comprendere come debba essere totale e senza compromessi
l’impegno di voler essere cristiani; anzi il voler essere
“ponzianini” non solo a parole». Con queste parole domenica 14
gennaio mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e
presidente della Conferenza episcopale umbra, ha concluso l’omelia
del solenne pontificale, celebrato in Duomo, in onore di S. Ponziano
martire, patrono di Spoleto. Col Presule hanno concelebrato i parroci
delle comunità che ricadono nel Comune di Spoleto; gli altri
sacerdoti della Diocesi, cadendo quest’anno la festa di domenica,
sono rimasti nelle rispettive parrocchie per le celebrazioni festive.
Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi della
Diocesi, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Edoardo Rossi;
la liturgia è stata animata dalla Cappella musicale del Duomo di
Spoleto diretta dal maestro Francesco Corrias, con all’organo il
maestro Paolo Sebastiani. Quest’anno di fianco all’altare
maggiore c’era il grande crocefisso ligneo detto di “S. Ponziano”
restaurato dal Lions Club di Spoleto. Come tradizione, sul
presbiterio è stata sistemata la reliquia di S. Ponziano, la sacra
testa. Moltissimi, come solito, gli spoletini che si sono recati in
Cattedrale per rendere omaggio al martire santo, al felice cavaliere
del cielo, al valoroso martire di Dio: a lui si è innalzata la
preghiera e il canto dei fedeli. Numerose le autorità civili e
militari, tra cui: Donatella Porzi presidente del Consiglio regionale
dell’Umbria; Luca Barberini assessore alla salute, coesione sociale
e welfare della Regione Umbria; Giuseppe Bisogno nuovo Questore di
Perugia; Maria Elena Bececco vice sindaco (facente funzione) di
Spoleto; Nicola Alemanno sindaco di Norcia; altri sindaci della
Diocesi.
«Dal
martirio – ha detto ancora l’Arcivescovo nell’omelia – ci
viene l’insegnamento che non tutto è contrattabile, che esistono
valori che non hanno prezzo e che non possono essere oggetto di
scambio e di trattative. Troviamo qui una delle cause più profonde
della disgregazione delle comunità umane, a cui assistiamo. Comunità
frantumate sotto un martello che va sbriciolando ogni tessuto
connettivo spirituale, poiché si ritiene che tutto l’umano, tutti
i contenuti della nostra umanità possano essere frutto di
convenzioni sociali o di pressioni da parte di potenti lobbies
economiche e di pensiero. Occorre ricuperare urgentemente la
consapevolezza che esiste una immutabile verità della persona della
quale ciascuno di noi è partecipe. Il nostro primo e vero bene
comune è proprio la nostra umanità. In un mondo pieno di gente
troppo pronta ai compromessi – ha proseguito il Presidente della
conferenza episcopale umbra - e troppo facile a contraddire le
esigenze fondamentali della moralità e della fede pur di conseguire
i propri piccoli interessi di carriera o di semplice comodità, si
deve riconoscere che la coerenza cristiana, vissuta sopportando con
forza difficoltà e contrasti sia personali che professionali e
sociali, diventa un messaggio particolarmente eloquente e
significativo. Penso a chi vive la politica come dedizione gratuita e
senza tornaconti personali, a chi si impegna nelle realtà produttive
ed economiche per promuovere lo sviluppo, a chi lavora seriamente
nella scuola per servire il futuro dei giovani... Se le nostre città
- nonostante l’egoismo di non pochi - sono ancora luoghi vivibili è
grazie a persone così!.... San Ponziano – ha concluso il Presule -
ci sorregga nell’impresa e continui con la sua protezione e il suo
insegnamento a sostenere questo popolo che a lui si raccomanda con
fiducia e speranza»
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