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  12/01/2018 13:40


Perugia: La XXIX Giornata di incontro cattolico-ebraico al Centro ecumenico “San Martino”, concreta realizzazione di quel «fraterno dialogo» con i non cristiani approvato nel 1965 dal Concilio Vaticano II



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A Perugia l’annuale Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, promossa dal Centro ecumenico “San Martino” in collaborazione con l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, si terrà lunedì 15 gennaio (ore 17.30), presso la sede del “San Martino” (via del Verzaro 23), con un significativo incontro al quale interverrà Cesare Moscati, rabbino della comunità ebraica di Roma, che partecipa da numerosi anni al dialogo cattolico-ebraico promosso dal Centro ecumenico perugino.

La partecipazione del dott. Moscati, spiega la prof.ssa Annarita Caponera, presidente del “San Martino” e del Consiglio delle Chiese Cristiani (CCC) di Perugia, «è avvenuta sin dagli albori di questa iniziativa, nata a livello nazionale per intuizione della Conferenza Episcopale Italiana, ed è arrivata alla XXIX Giornata annuale. Il tema di quest’anno, come si evince dal sussidio della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della CEI, è Il Libro delle Lamentazioni dalle cinque Meghillot, che è uno dei “rotoli” su cui la Sinagoga riflette soprattutto in occasione di certe festività liturgiche».

«L’incontro di lunedì prossimo – sottolinea la prof.ssa Caponera, docente di Ecumenismo e dialogo interreligioso all’Istituto Teologico di Assisi – è una concreta realizzazione di quel “fraterno dialogo” di cui parlava la dichiarazione Nostra Aetate (n. 4), sul dialogo con i non cristiani approvata nel 1965 dal Concilio Vaticano II, che è stata per entrambe le parti una pietra miliare nell’apertura di una nuova epoca, avendo auspicato un dialogo tra fratelli, tra popoli e singoli che desiderano crescere nella consapevolezza e nella consolazione di questa fraternità: una fraternità per troppo tempo nascosta e disumanamente ostacolata, una fraternità che non abbiamo ancora finito di riscoprire, una fraternità che però si manifesta sempre più nella sua indispensabile e provvidenziale attualità».

«I cristiani, per comprendere se stessi – ricorda la stessa docente –, non possono non fare riferimento alle radici ebraiche, e la Chiesa, pur professando la salvezza attraverso la fede in Cristo, riconosce l’irrevocabilità dell’Antica Alleanza e l’amore costante e fedele di Dio per Israele.

L’auspicio è che questa iniziativa possa contribuire alla crescita e alla diffusione di un pensiero di conoscenza più approfondita e di collaborazione ancora più concreta tra la comunità ebraica e la comunità cattolica».




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