In
occasione delle celebrazioni commemorative del venerabile Giunio Tinarelli, nel
62esimo anniversario della morte avvenuta il 14 gennaio 1956, giungeranno in
diocesi le reliquie dei santi Francisco e Giacinta Marto i piccoli veggenti di
Fatima canonizzati il 13 maggio 2017. Le reliquie dall’11 al 18 gennaio saranno
portate in pellegrinaggio in vari luoghi di cura e case di riposo di Terni, in
carcere, in un cammino di preghiera e spiritualità che si concluderà nella
Cattedrale di Terni domenica 14 gennaio alle ore 16.30 con la solenne
celebrazione presieduta da mons. Giuseppe Piemontese vescovo di
Terni-Narni-Amelia.
Un
avvenimento, promosso dalla Diocesi, dall’Unitalsi, dal centro Volontari della
Sofferenza e dall’ufficio per la pastorale della Salute, che rinnova la
devozione alla Madonna che ha avuto un ruolo privilegiato nella spiritualità di
Giunio Tinarelli, il quale trovava il suo paradiso nell'andare pellegrino nei
santuari mariani.
Il
pellegrinaggio avrà inizio giovedì 11 gennaio alle 10 nella Casa Circondariale
di Terni e proseguirà alle ore 15.30 al centro geriatrico “Le Grazie” di
Terni. Venerdì 12 gennaio alle ore 10
visita al centro geriatrico di Collerolletta. Alle ore 17.30 messa in
Cattedrale e concerto “I Giullari di Dio”.
Sabato
13 gennaio alle ore 10.30 le reliquie dei veggenti saranno all’Ospedale di
Terni. Alle ore 15.30 incontro in piazza Europa e processione verso il Duomo
dove alle 16.30 ci sarà la preghiera del Rosario meditato e la messa.
Domenica
14 gennaio alle ore 10 al Museo Diocesano ci sarà la commemorazione del
venerabile Giunio Tinarelli e alle ore 12 la messa presieduta da padre Mario
Piatti della famiglia Cuore Immacolato di Maria di Fatima. Seguirà il pranzo
presso la Mensa della Società Terni. Alle ore 16.30 in Cattedrale la solenne
concelebrazione presieduta da mons. Giuseppe Piemontese.
Il
15 gennaio le reliquie saranno trasferite nella parrocchia Nostra Signora di
Fatima (Gabelletta) e il 18 gennaio nella Cattedrale dì Narni
Giunio
Tinarelli, che morì ad appena 44 anni di cui venti trascorsi nell’immobilità, è
stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza, di una fede
incrollabile, testimoniata con forza nel dolore. Comunicò sempre questa sua
grande fede agli altri anche nella sofferenza attraverso mani, penna, carta e
leggio, i suoi nuovi ferri del mestiere, conversando con gli amici e con la
gente che lo andava a visitare per consolarlo. Dal suo letto Giunio ha
sconfitto tante illusioni che rendono triste e amara la vita degli uomini,
ricordando che la felicità non sta nell’amare se stessi o nella salute o nella
tranquillità, ma che la felicità e la pace stanno nell’amare gli altri.
Giunio Tinarelli
nasce
a Terni il 27 maggio del 1912. Precocemente inserito nel mondo del lavoro a causa
delle non brillanti condizioni economiche della famiglia, Giunio a 12 anni
inizia a lavorare presso una tipografia. Più tardi fu assunto negli
stabilimenti delle Acciaierie di Terni. Nel 1937 fu costretto ad abbandonare il
lavoro. Erano i prodromi di quella terribile malattia che inchioderà Giunio per
18 anni nel letto: la poliartrite anchilosante e deformante. La malattia ha un
andamento progressivo e, nel 1940, anche le braccia perdono la loro funzione
costringendo Giunio all’immobilità assoluta. La vicinanza di mons. Giuseppe
Lombardi, fondatore dell’Oratorio di San Gabriele di cui Giunio fu socio
attivissimo e animatore, riuscì a lenire l’enorme sofferenza. Con l’aiuto di
Dio e con il fermo proposito di valorizzare al massimo questa sua dolorosa condizione
esistenziale, Giunio Tinarelli inizia la sua attività di “apostolo dei malati”.
Nel
1948 ridà vita alla Sottosezione UNITALSI di Terni e organizza un
pellegrinaggio a Loreto, quindi a Lourdes. Nonostante la terribile malattia,
Giunio si impegna fortemente nella vita cristiana e diventa un punto
di riferimento per la città, proprio per la sua capacità di
consolare gli altri e sostenere le sofferenze del prossimo con la
parola, il sorriso, la fede. Nel marzo 1953 viene nominato responsabile per il
settore maschile dei Silenziosi Operai della Croce e nel settembre dello stesso
anno, per la prima volta chiede, per “obbedienza”, la grazia della guarigione
nella nascente casa per gli Esercizi Spirituali dei SOdC “Cuore Immacolato di
Maria” di Re, vicino a Verbania.
Ma
le condizioni fisiche, pian piano iniziano a scadere sempre di più,
costringendo Giunio a ridurre drasticamente il suo impegno apostolico con i
sofferenti. Il 14 gennaio 1956, Giunio muore a 44 anni, dopo 18 anni di
immobilità e di sofferenze inaudite che, tuttavia, non hanno impedito alle
opere di Dio di compiersi in terra. La sua tomba si trova nella cappella del
transetto sinistro della Cattedrale di Terni a fianco di don Giuseppe Lombardi.
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