«La
tua vocazione sacerdotale ed oggi il tuo episcopato sono anche il frutto del matrimonio,
dell’amore e della fedeltà dei tuoi genitori (presenti alla celebrazione con
altri familiari, n.d.r.)». Con queste parole, domenica 3 dicembre, nella chiesa
di San Domenico in Gubbio, il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito
di Ancona-Osimo, ha iniziato l’omelia della solenne concelebrazione eucaristica
dell’ordinazione episcopale e inizio del ministero pastorale nella città di
sant’Ubaldo di mons. Luciano Paolucci Bedini, del Clero del capoluogo
marchigiano, finora rettore del Seminario Regionale delle Marche. Con
il porporato hanno concelebrato 25 arcivescovi e vescovi, tra cui: il cardinale
Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e
presidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Mario Ceccobelli,
immediato predecessore del neo vescovo, mons. Angelo Spina, arcivescovo
metropolita di Ancona-Osimo, mons. Renato Boccardo, arcivescovo di
Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu), con gli
altri vescovi umbri, mons. Piero Coccia, arcivescovo metropolita di Pesaro e
presidente della Conferenza episcopale marchigiana (Cem), con gli altri vescovi
delle Marche. Oltre 200 i sacerdoti, numerosi i diaconi e i seminaristi umbri e
marchigiani che hanno partecipato alla solenne concelebrazione, che ha visto la
presenza di diversi rappresentanti delle Istituzioni civili e militari,
regionali e locali, e di oltre 1.500 fedeli, di cui 1.150 seduti. Il vescovo
eletto ha fatto processionalmente ingresso nella grande e splendida chiesa di
San Domenico in Gubbio sulle note del Te Deumdi Charpentier
eseguito, come gli altri canti, dai Contores Beati Ubaldi, corale
della cattedrale di Gubbio diretta dal maestro Renzo Menichetti; alle ore 17,19
un lungo applauso ha salutato l’ordinazione episcopale del 60° successore di
sant’Ubaldo. Al
termine della celebrazione eucaristica nella chiesa di San Domenico in Gubbio
per l’ordinazione episcopale e inizio del ministero pastorale del nuovo Vescovo
mons. Luciano Paolucci Bedini, ci sono stati altri due momenti significativi:
la consegna del Pastorale e il primo discorso ai fedeli del 60°
successore di sant’Ubaldo. Così
si è espresso un emozionato mons. Mario Ceccobelli nel consegnare il Pastorale al
suo successore: «In questa diocesi la staffetta episcopale si rinnova da più di
un millennio. Io ti sosterrò con la preghiera perché tu possa essere un Pastore
santo sul modello di tanti vescovi santi di questa Chiesa, tra i quali emerge
il Patrono: Ubaldo.Pregherò ogni giorno per te e per questa Chiesa che lascio
nelle tue mani giovani e forti. Carissimo vescovo Luciano, so che il tuo
cuore vibra per le forti emozioni di questi giorni e per le gravi
responsabilità che da questa sera faranno parte della tua missione, ma non
temere, continua ad aver fede, il Signore dona sempre le energie sufficienti
per assolvere la missione che affida ai suoi amici non lasciandoli mai soli…
Avanti dunque, con coraggio e fiducia, nel cammino da percorrere con il tuo
popolo e con il tuo Pastorale». Prima
della benedizione finale da parte del cardinale Edoardo Menichelli, che ha
presieduto la solenne concelebrazione eucaristica, ha tenuto il suo primo
discorso da vescovo di Gubbio mons. Luciano Paolucci Bedini. Il presule si è
subito rivolto a quanti «vivono un tempo di fatica nella vita, di dolore per le
ferite dell'esistenza, per la sofferenza della malattia, per la paura della
solitudine o il timore del futuro, che sono presenti, qui o a casa, e che oggi
non hanno rinunciato a vivere con me questa immensa gioia. Mi siete maestri di
come l'amore e la condivisione allargano il cuore e gli permettono di rimanere
aperto e ospitale. Il vostro sacrificio è prezioso agli occhi di Dio e caro a
me che vi porto nella preghiera». Poi,
i tanti grazie di mons. Paolucci Bedini: «Alla Chiesa di Dio, nella quale ho
incontrato Gesù, ho conosciuto fratelli e sorelle che mi hanno accolto ed
educato, ho ricevuto la grazia dei sacramenti e la luce della Parola; alla
Chiesa di Ancona-Osimo, dove sono cresciuto, alle sue comunità parrocchiali,
specialmente quella di Maria SS. Madre di Dio di Torrette e quella di San Paolo
a Vallemiano; grazie alla Chiesa-Sposa di Gubbio! Non ci conoscevamo, e il
Signore, per le vie misteriose della sua volontà, ci ha promessi l'uno
all'altra. Il fidanzamento è durato solo tre giorni, ma è stato amore a prima
vista. Mi sono commosso quando ho saputo che da mesi questa Chiesa, antica e
vivace, stava pregando con grande fiducia per il nuovo vescovo. Le parole di
quella preghiera non disegnavano un volto preciso, ma tratteggiavano i contorni
di un cuore capace di amare dell'Amore di Cristo-Sposo».
Avviandosi alla conclusione, mons. Paolucci Bedini ha ringraziato i suoi
familiari e, prendendo spunto dal suo motto episcopale, “Gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamente date”, ha detto: «Gratuitamente desidero
continuare a donare tutta la mia vita per il Vangelo nella Chiesa, perché
questa parola di vita continui a salvare la vita di tanti. Desidero farlo in
comunione con coloro che il Signore mi dona, sorelle e fratelli, consacrati nel
battesimo e in ogni vocazione, al servizio di tutti, a partire dai poveri di
ogni povertà. Questa è la novità di Gesù, la forza del suo Amore. Credetelo,
sognatelo, e speratelo con me». l'incontro con i rappresentanti delle
istituzioni civili «Signor
Sindaco di Gubbio! Signori Sindaci dei Comuni di Umbertide, Scheggia e
Pascelupo, Costacciaro e Cantiano, in cui ha sede questa antica Chiesa di
Gubbio, a voi il mio saluto e il mio ringraziamento per avermi aperto la porta
della vostra terra e accolto nei vostri borghi e paesi che tanto bella rendono
questa regione». Così il vescovo eletto mons. Luciano Paolucci Bedini ha
salutato i sindaci della Diocesi di Gubbio convenuti davanti al Palazzo dei
Consoli della città di sant’Ubaldo, domenica 3 dicembre, all’incontro ufficiale
con i rappresentanti delle Istituzioni civili che ha preceduto, nella chiesa di
San Domenico, la celebrazione eucaristica della sua ordinazione episcopale e
dell’inizio del suo ministero pastorale.
In una giornata particolarmente fredda, mons. Paolucci Bedini è stato avvolto
dal calore degli eugubini, salutato dal Campanone e dagli sbandieratori della
città di Gubbio che gli hanno donato una bandiera con il suo stemma episcopale.
«Da stasera – ha proseguito mons. Paolucci Bedini – avete in me un nuovo
concittadino delle comunità locali che vi sono affidate. Un cittadino
appassionato e partecipe delle vicende che riguardano il bene di tutti e,
particolarmente, dei più bisognosi. Attento e disponibile al dialogo sempre,
con tutti. Vigile per il rispetto della dignità di ciascuno. Rispettoso delle
vostre specifiche autonomie nella gestione della cosa pubblica e delle
peculiari competenze nel prezioso servizio della politica».
«E da oggi, avrete in me anche un alleato. Nel bene. Per il bene di questa
terra e delle persone che la abitano, e di quelli che verranno ad abitarla – ha
sottolineato il vescovo eletto –. Specie di color che faticano di più a vivere
e a sperare. Un alleato desideroso di collaborare a rendere questi nostri paesi
ancora più belli, sempre più aperti, generosamente accoglienti e ospitali,
esempio di una responsabile concordia a servizio di tutti. Un alleato
disposto anche a lottare, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, contro
tutte le semplificazioni sociali e culturali che, nell'indifferenza, non si
prendono cura dei desideri e delle speranze dei giovani, della solitudine e
della fatica degli anziani, dell'affanno e della sfiducia delle famiglie, dei
papà, delle mamme e dei bambini. Senza distinzione alcuna».
«Marchigiano di nascita – ha ricordato –, oggi, divento umbro per amore. Amore
per la Chiesa e per il sogno di pace e di comunione che Dio Padre ha su tutte
le donne e gli uomini. In questa terra, che per tanti è un invito alla pace e
alla riconciliazione, dove si sono incrociati i passi del “folle povero” di
Assisi, Francesco, e del Santo Vescovo di Gubbio, Ubaldo, vorrei portare il mio
piccolo contributo possa fiorire, ad opera di molti, un laboratorio esemplare
di umana convivenza e di civile partecipazione». FOTOGALLERY
INTERVISTA
A MONS. LUCIANO BEDINI
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