Saluto
il clero (sacerdoti e diaconi), religiosi/e (claustrali), tutti fedeli laici.
Saluto
le numerose autorità civili e militari, in particolare il Sindaco di Città di
Castello Luciano Bacchetta e tramite lui i sindaci e i rappresentanti degli
altri sei comuni della diocesi, nonché il Vice-Prefetto Vicario. Grazie
per la vostra numerosa presenza in questa solennità dei nostri Santi patroni
Florido, Amanzio, Donnino. È la festa della nostra Chiesa e della nostra Città. La
celebrazione di quest’anno è arricchita dall’ordinazione diaconale di ben
cinque fratelli: Federico Bosi, Marco Chieli, Giuseppe Floridi, Giuseppe Papagni
e Angelo Pennestri. A ciascuno di loro e alle loro famiglie un sincero grazie
per la disponibilità a servire la nostra Chiesa Tifernate. Il Signore li
benedica e ricompensi! Ai
nostri Patroni chiediamo di benedire e rendere fruttuosa la Visita pastorale in
corso. Siamo quasi a metà e i riscontri sono positivi. Chiediamo
alla Madonna e ai nostri Patroni che questa celebrazione ci aiuti a seguire il
loro esempio umano e cristiano.
Omelia
Fratelli
e sorelle, come ai tempi di San Florido,
viviamo un cambiamento socio-culturale così inedito e globale che ci mette qualche
preoccupazione. Insieme a esempi buoni, abbiamo vere e proprie emergenze. Pensiamo
alla situazione delle famiglie e dei giovani, al nostro paese (a livello
sociale e politico), alla violenza e alla difficoltà di dialogare in modo costruttivo,
alle relazioni difficili tra di noi. Non raramente insorge, almeno nel fondo
del cuore, la rassegnazione e perfino qualche momento di scoramento. Facendo la
Visita Pastorale sto vedendo cose edificanti , ma anche cose preoccupanti. I
nostri Patroni che hanno vissuto situazioni ben più difficili, hanno qualcosa
da dirci. Pur lontani nel tempo 15 secoli ci interpellano con la loro
coraggiosa testimonianza. Ci ricordano almeno tre cose che abbiamo ascoltato
nelle Letture. Ci
invitano anzitutto a credere fermamente che il Signore misericordioso continua
a guidare la storia come l'unico vero buon Pastore dell'umanità. Su di Lui
anche noi possiamo contare. Lui è fedele alla Promessa: continua a chiamarci
per nome, ad accoglierci, a farci ritrovare insieme come fratelli, a
proteggerci, a cercare con amore chi si è perduto, a incoraggiarci e a darci
Speranza.
Gesù
ha tracciato la strada, è morto e risorto per noi, ci ha donato il suo Spirito,
è presente e operante nella storia personale e in quella del mondo. È presente
e operante qui e ora, soprattutto nell’Eucarestia, ogni domenica. Con Lui
possiamo vincere il male.
Florido,
Amanzio e Donnino non si scoraggiarono dinanzi alle rovine della città invasa
da Totila, re dei Goti. I nostri Patroni, attingendo forza dalla fede nel
Signore, rincuorarono la gente e sollecitarono la collaborazione di tutti (come
vediamo nell'affresco di Marco Benefiel nell'abside), guidarono la ricostruzione
della Chiesa e della Città. In pochi anni hanno fatto risorgere (rifiorire) la
comunità cristiana e civile. Si meritarono giustamente il riconoscimento di Padri
fondatori di Tiferno. Mi
sembra ci dicano: perché sottovalutate il dono grande della fede e del Vangelo,
della preghiera e della messa domenicale? Nella fede ci giochiamo la partita
della vita. Si gioca la qualità della nostra vita, la santità o la banalità.
Rinnoviamo, fratelli, questa fede operosa. Possiamo scrivere anche noi belle pagine
di quella storia che il tempo non cancella.
I
nostri Patroni ci invitano a dare tutto il nostro contributo facendo ognuno la
propria parte. Invece di tirarci indietro o semplicemente di lamentarci, è
quanto mai urgente un sussulto di responsabilità personale e collettiva,
incoraggiati anche dai tanti buoni esempi che - senza esibizionismi - sono ben
presenti anche oggi e che riscontro con gioia. Insieme possiamo superare il
degrado morale e civile a causa della corruzione, della piaga della droga (oggi
sono 28 anni di vita della CEIS), e delle dipendenze e di qualche potere che
specula in modo ingiusto a danno dei poveri... purtroppo anche da noi esistono
queste cose.
Possiamo
tutti quanti convertirci: passare dall'egoismo e dall'indifferenza al bene comune,
all'accoglienza, all'amore fraterno, alla riconciliazione e creare così una
chiesa e una città più bella, più giusta, più umana. Ne siamo tutti
responsabili!
Una
terza cosa ce lo ricordano i nostri cinque fratelli che fra poco ordinerò diaconi
disponibili a servire la Chiesa e i poveri. Ricordano a tutti che nella vita è
più importante servire che farsi servire. L’amore vero e concreto è servire
alla mensa del Vangelo, dell'Eucaristia e dei poveri, come ha fatto Gesù, il
Servo di tutti; come ha fatto Maria che si è definita "umile serva del
Signore", come hanno fatto i nostri Patroni che si sono messi a
disposizione della Chiesa e della Città.
Dice
San Pietro nella seconda lettura di oggi: Non cercate vergognosi interessi, non
come spadroneggiate sugli altri; mettetevi piuttosto a servizio di tutti,
specialmente dei più bisognosi: volentieri, con animo generoso e gratuito, dando
buona testimonianza di vita più con i fatti che con le parole.
Concludo
ringraziando tutti. Un particolare ricordo al mio predecessore Mons. Pellegrino
Tomaso Ronchi, che come sapete si trova nell’infermeria dei frati Cappuccini di
Perugia; saluto il mio Vicario Generale, Mons. Giovanni Cappelli e tutto il
clero, in particolare quelli che oggi ricordano l’ordinazione presbiterale e
diaconale.
Chiediamo
al Signore e ai nostri Patroni di benedire con nuove vocazioni la nostra Chiesa
e la Visita pastorale in corso.
|