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  09/11/2017 18:14


Città di Castello: celebrazioni per la festa dei santi patroni Florido e Amanzio il 13 novembre



 Solennità dei Patroni principali della diocesi Florido, Amanzio e Donnino, il 13 novembre, testimoni dell’ identità umana e cristiana. È una celebrazione che prevede la partecipazione dell’intera Diocesi con l’offerta della lampada di San Florido da parte del sindaco di San Giustino Paolo Fratini.

Lunedì 13 novembre Cattedrale. Vespri ore 17,15 in cripta con i sacerdoti-diaconi-religiosi, ore 17.30 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Domenico Cancian in onore dei Santi Patroni della Diocesi, Florido e Amanzio, con l’ordinazione di cinque nuovi diaconi per la Chiesa tifernate Federico Bosi, Marco Chieli, Giuseppe Floridi, Giuseppe Papani, Angelo Pennestri. Concelebra il clero della diocesi. Nelle chiese della città le sante Messe vespertine sono sospese. Sono tutti invitati a partecipare.  

Domenica 12 novembre ore 21.00, Cattedrale. Veglia vocazionale animata dai giovani in onore dei Santi Patroni.

Florido nacque a Città di Castello attorno al 520. I suoi genitori morirono quando egli era ancora in giovane età; studiò lettere e teologia. Attorno all’anno 542 il vescovo lo nominò diacono. Qualche tempo dopo Florido, insieme ad Amanzio e Donnino, fuggì a Perugia, poiché Città di Castello era stata assediata dalle truppe di Totila. Qui il vescovo Ercolano, lo ordinò sacerdote. Ercolano affidò a Florido un’ambasceria presso il vescovo di Todi, Fortunato. Recandosi a Todi i due santi incontrarono, presso Pantalla, un indemoniato, che fu guarito dalla preghiera di Florido (anno 544 circa). Quando, sette anni dopo, anche Perugia cedette a Totila il vescovo Ercolano fu ucciso. Florido, tornato a Città di Castello, la trovò distrutta. Nella drammatica situazione seppe tenere unita la popolazione e organizzare la ricostruzione. Aiutandosi l’un l’altro come fratelli, Florido vescovo, Amanzio sacerdote e Donnino laico/eremita, hanno dato vita a una Chiesa autentica, animata dalla fede e dalla carità, fondata sulla certezza dell’amore di Dio che dà la forza di ricostruire le mura, le case, il castello, le strade, ma soprattutto una comunità umana e cristiana. Papa Pelagio, accogliendo la preghiera dei cittadini, nominò Florido vescovo. Egli si impegnò nel predicare la Parola di Dio, vivendo con giustizia e carità. Morì a Pieve de’ Saddi il 13 novembre 599.

L’agiografia presenta sant’Amanzio insieme a san Florido: Floridus simul cum Amantio. È proprio questo “stare insieme”, che coinvolge anche il laico Donnino, a caratterizzare la santità dei personaggi.

La più antica testimonianza sui santi Florido e Amanzio, è contenuta nei Dialoghi di papa Gregorio Magno, che dice di avere conosciuto di persona i due santi, invitati a Roma per avere informazioni sul santo vescovo e martire perugino Ercolano. Gregorio Magno cita il vescovo Florido come informatore a proposito della vita di sant’Ercolano. Egli parla di Florido come di «vescovo di Tiferno Tiberino» e di «vescovo di vita venerabile» (Dialoghi, III,13) e ricorda come sia stato lui a informare il papa della capacità taumaturgica del prete Amanzio, «uomo di grande semplicità, che ha il potere di imporre le mani sui malati, a guisa degli apostoli, e di risanarli» e che «possiede anche il dono miracoloso di uccidere i serpenti, segnandoli col segno di croce dovunque li trovi» (Dialoghi, III, 35).

Il testo antico più completo che tramanda notizie sui santi Florido, Amanzio e Donnino è la Vita Floridi scritta dal diacono Arnolfo, canonico della cattedrale di Arezzo, negli anni ’70 dell’XI secolo. Dopo la dedicazione della chiesa cattedrale ai santi Florido e Amanzio (1023, o 1032), la più remota attestazione del culto è contenuta nel calendario della canonica della cattedrale stessa (1153-1167 circa).

Iin occasione della solennità dei santi patroni Florido e Amanzio, il vescovo annuncerà la pubblicazione del volume I santi di Città di Castello nel medioevo, di Pierluigi Licciardello, che da metà novembre sarà disponibile in libreria. Grazie al lavoro dello studioso, tra i maggiori esperti italiani di agiografia medievale, è stato possibile raccogliere in unico volume tutte le fonti liturgiche e agiografiche relative ai santi della Chiesa vissuti dalle origini fino al XIV secolo: Crescenziano e compagni martini (m. 303), Florido, Amanzio e Donnino (secc. VI/VII), Margherita (1287-1320), ma anche Alberto e Brizio (m. 711) e Illuminato (sec. XII), per i quali oggi non c’è culto liturgico. Il materiale raccolto è presentato in edizione critica latina e in traduzione italiana, per permetterne sia l’utilizzo da parte degli studiosi che la consultazione da parte dei non specialisti. Inoltre, un ricco apparato di note e di indici favorirà la ricerca di temi e aspetti particolari. Il volume è arricchito anche da una serie di illustrazioni.

Lo studio di Pierluigi Licciardello è pubblicato come terzo volume della collana “Castellana Ecclesia”, promossa dall’Archivio Storico Diocesano nel 2015 in occasione dei 1550 anni dalla più antica attestazione di un vescovo di Città di Castello. I volumi della collana si possono chiedere all’Archivio Storico Diocesano o alla Pliniana Editrice di Selci-Lama.




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