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  16/09/2017 18:31


Perugia: Al via due esperienze per giovani di carità-missione all’estero, in Malawi e in Kosovo, che ricevono la benedizione e l’incoraggiamento del cardinale Gualtiero Bassetti. Il saluto del neo direttore del servizio di Pastorale Giovanile don Luca Delunghi



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 Alcuni giovani sostenuti dalle Pastorali giovanile ed universitaria dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve vivranno due esperienze di carità-missione all’estero: in Malawi, dal 17 settembre all’8 ottobre; in Kosovo, dal 24 settembre al 5 ottobre.

Nello Stato balcanico, presso il “Campo-missione” della Caritas di Leskoc, si recherà un gruppo di studenti aderenti al percorso di formazione al servizio “Si può fare” della Pastorale universitaria, guidato da don Marco Pigoni e suor Denis Drago. Si tratta di una realtà di carità nata nel settembre 1999, all’indomani della guerra serbo-kosovara, per opera delle Caritas diocesane dell’Umbria. E’ una testimonianza concreta di come si può vivere in pace, in uno stesso ambiente, tra etnie, culture e religioni diverse. Nel “Campo-missione” della Caritas sono accolte e aiutate persone in difficoltà, giovani e adulti, di fede cristiana, musulmana e ortodossa. La pedagogia della carità insegna loro a convivere e a condividere e gli studenti che giungeranno da Perugia affiancheranno in quest’opera gli operatori e i volontari Caritas.

Altrettanto forte sarà l’esperienza che vivranno dieci giovani in Malawi, nella Diocesi di Zomba gemellata con quella di Perugia-Città della Pieve. I ragazzi presteranno la loro opera di servizio in progetti di cooperazione e sviluppo unitamente alla visita delle realtà avviate da anni dall’associazione diocesana perugina “Amici del Malawi”, operativa da oltre un trentennio. Quest’associazione, coinvolgendo Istituzioni civili e realtà imprenditoriali umbre, è riuscita a realizzare un ospedale, un politecnico e cinque asili per orfani. I ragazzi e il loro accompagnatore, don Marco Briziarelli, neo presidente dell'Associazione Onlus "Amici del Malawi”, porteranno ciascuno ben 46 chili di aiuti umanitari, tra vestiti e materiale didattico, per complessivi 506 chili, ai bambini dei cinque asili e dei villaggi della Diocesi di Zomba.

Don Marco Briziarelli, nel ricordare che è il quinto anno consecutivo che questa positiva esperienza missionaria viene proposta a dei giovani, evidenzia quanto questa esperienza, come quella in Kosovo, è stata benedetta, incoraggiata e sostenuta dal cardinale Gualtiero Bassetti, che si è recato più volte in entrambi i Paesi da quando è arcivescovo di Perugia. «Il nostro pastore Gualtiero – commenta don Marco – è molto attento e sensibile ai giovani sui quali da sempre ripone le speranze del nostro futuro, perché è convinto che loro, con azioni concrete, siano in grado di costruire un mondo in cui prevalga il dialogo, il confronto e la pace. Il nostro cardinale non perde l’occasione per dire ai tanti giovani che incontra di non avere paura a rimboccarsi le maniche per aiutare i fratelli e di non volgere mai lo sguardo alla povertà e alla sofferenza partendo dalla nostra città senza mai perdere lo spirito missionario guardando al mondo intero».

«Alla vigilia della nostra partenza per il continente africano – prosegue il presidente degli “Amici del Malawi” – non possiamo non ricordare le parole pronunciate dal nostro cardinale all’omelia della messa dell’ordinazione diaconale in cattedrale dello scorso 12 settembre, che raccogliamo come una benedizione e un incoraggiamento per la nostra missione. Ai numerosi giovani presenti il nostro pastore ha detto: “… date vita anche alla speranza che è in voi. Coraggio! Non rimanete dei rimorchiati nella vita. Muovetevi! Alzatevi e non restate ai margini, ma state in mezzo al popolo di Dio, perché Gesù Cristo vi dice alzatevi e date valore alla vostra vita. Cristo vi chiama, rispondetegli e non abbiate paura della scelta da compiere. Abbiate coraggio, perché solo così il mondo potrà cambiare…”. Anche la scelta di essere accanto, di incontrare e mettersi a servizio per tre settimane dei bambini dei cinque asili di Zomba in Malawi, uno dei Paesi più poveri dell’Africa – conclude don Marco Briziarelli – è la testimonianza concreta di aver accettato l’invito ad alzarsi e a seguire Gesù, coscienti che ogni volta è più quello che riceviamo di quello che doniamo».

Don Luca Delunghi, da poche settimane il nuovo direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, ha salutato i due gruppi di giovani in partenza per le missioni in Malawi e in Kosovo, non nascondendo la sua gioia-soddisfazione. E’ lo stesso trentacinquenne sacerdote a spiegarlo con queste parole: «Se sono prete è anche perché a sedici anni con alcuni amici volevo andare in Africa: la missione e l’idealizzazione di alcuni film e libri mi avevano fatto appassionare a questa idea-progetto».

«Attraverso questa piccola passione – prosegue don Luca Delunghi – il Signore ha costruito altro e ad oggi non sono mai stato in una terra lontana. Certo, parteciperò ad uno dei prossimi viaggi nei luoghi di missione per accompagnare i nostri ragazzi. Adesso, nel salutare quanti si apprestano a partire per il Malawi e il Kosovo, posso solo sperare che possano trovare altro da quello che si aspettano». Soprattutto, sottolinea il sacerdote, «lo stupore lasci nel cuore di chi torna a casa un sano senso di inquietudine, perché non sia solo una parentesi nella loro vita e magari le mani, gli sguardi e la fatica del servizio possa supplire a tutto lo sforzo che ci potrà essere per comunicare con chi non affronta la vita di ogni giorno come noi».

«Chi dei ragazzi già ha vissuto questa esperienza – commenta il neo direttore della Pastorale giovanile – ha lasciato il segno in tanti altri giovani e non solo nella terra di missione. E’ per questo che ogni anno possiamo riproporre iniziative del genere, perché c’è qualcuno che lo sa raccontare e non solo con le foto e i post nei social, ma con la testimonianza e la bellezza del sorriso. Quello stesso sorriso di stupore che nasce in coloro che sono partiti per aiutare e portare soccorso si ritrovano immersi dalla gioia di un popolo che, pur non avendo molto, sa gioire per quello che ha. E’ un popolo che sa spiazzare la sovrabbondanza dei nostri ragazzi, che si domandano ogni volta come è possibile che in quello stato di vita si possa essere sempre sorridenti». 

«I giovani che vanno – conclude don Luca Delunghi – testimoniano ai lontani che la nostra Chiesa è giovane e capiscono, come anche papa Francesco ci ricorda spesso, che la Chiesa tutta è in uscita… Spesso anche chi vive la periferia della nostra città è disposto ad uscire dalla sua per raggiungere quella di qualcun’altro e a lasciarsi incontrare da Colui che ci viene a cercare».




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