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Perugia, mercoledì 31 maggio, alle ore 11.30, nella “Sala Francesco” del
palazzo arcivescovile (piazza IV Novembre 6), si terrà la presentazione del
progetto editoriale di rilancio dei media ecclesiali umbri promosso dalla
Commissione regionale per le comunicazioni sociali della Ceu. Occasione di
questa presentazione è la 51a Giornata mondiale per le comunicazioni sociali
che la Chiesa celebra ogni anno la domenica dell’Ascensione, alla quale papa
Francesco ha dedicato il messaggio dal titolo: “‘Non temere, perché io sono con
te’ (Is 43,5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”.
A illustrare i contenuti di questo messaggio e a presentare il progetto
editoriale, che si ispira all’invito del Papa a “comunicare speranza e fiducia
nel nostro tempo” dove “c’è fame di buone notizie”, è il vescovo ausiliare di
Perugia-Città della Pieve mons. Paolo Giulietti, delegato Ceu per le
Comunicazioni sociali. Interverranno i presidenti dell’Ordine regionale
dei giornalisti dell’Umbria, Roberto Conticelli, e del Corecom Umbria, Marco
Mazzoni, e i direttori responsabili del settimanale La Voce, Maria
Rita Valli, e di Umbria Radio, Pasquale Caracciolo. Modererà
l’incontro Riccardo Liguori, coordinatore della Commissione regionale per le
Comunicazioni sociali (Cs) della Ceu.
Interazione
tra nuovi media - www.umbriaoggi.news -
e tradizionali: La Voce, Umbria Radio, Uffici
stampa…
Sono
stati invitati a partecipare anche i responsabili degli Uffici diocesani per le
Cs delle otto Diocesi umbre e quanti operano a vario titolo nei media a cui
questo progetto si rivolge, che, oltre a interessare il rilancio de La
Voce e di Umbria Radio, si caratterizza per aver dato
vita, a livello sperimentale, al primo quotidiano online cattolico umbro: www.umbriaoggi.news,
attualmente curato dalla redazione di Umbria Radio, ottenendo
risultati soddisfacenti nei suoi primi 100 giorni di attività.
Un
ruolo non secondario in questo progetto è affidato agli Uffici stampa diocesani
e regionale della Ceu, in particolare nel contribuire alla realizzazione di
servizi per umbriaoggi.news, oltre a curare quotidianamente la
comunicazione istituzionale “ad extra” delle Chiese particolari, tessendo
rapporti di collaborazione con i media “laici”. Inoltre, la loro “rete” sta
elaborando un progetto-servizio rivolto alle Diocesi che non hanno un ufficio
stampa strutturato.
Fondamentale
la collaborazione tra media… L’iniziativa mediatica della “Domenica fuori
porta”.
La
collaborazione e il lavoro di squadra, a cui fa riferimento anche la
deontologia dei giornalisti nella “Carta di Firenze”, sono l’humus per far
attecchire e crescere il progetto di rilancio dei media ecclesiali umbri. La
Voce e Umbria Radio portano avanti insieme da alcuni
mesi l’iniziativa della “Domenica fuori porta”. Si tratta di contribuire a dare
voce e ascolto alle comunità locali, in primis quelle di periferia, che
altrimenti non avrebbero la giusta attenzione mediatica e, nel contempo, di
fare conoscere questi due mezzi di comunicazione a livello territoriale.
Settimanalmente La Voce realizza una pagina speciale dedicata
a una realtà parrocchiale dove Umbria Radio, la domenica mattina,
vi trasmette in diretta la messa ospitando ai suoi microfoni sacerdoti e laici
impegnati in Parrocchia.
Nella
crisi anche dei media è a rischio il pluralismo delle idee e dell’informazione.
“Comunicare
speranza e fiducia nel nostro tempo” è «un compito non facile, in
particolare in questo tempo caratterizzato da crisi economica, crisi del
lavoro, crisi dei valori … insomma un tempo di “crisi” da cui sembra non
intravvedersi ancora l’uscita», scrive il direttore de La Voce nell’ultimo
numero in edicola nel dedicare un’ampia riflessione alla 51a Giornata mondiale
delle Cs. «Anche nella nostra piccola regione – prosegue Maria Rita Valli – la
parola “crisi” sta accompagnando le giornate dei giornalisti e di quanti
lavorano in giornali, tv e radio locali. Parlare dell’informazione locale oggi
è come fare un bollettino di guerra in cui si contano morti e feriti e nessun
vincitore. Oserei dire che l’invito del Papa giunge a delle persone, i
giornalisti, che faticano a guardare con speranza al loro futuro».
Questa
preoccupazione trova conferma nei dati della relazione annuale della presidenza
dell’Asu (Associazione stampa umbra), il sindacato di categoria. Sono diverse
decine di persone tra giornalisti, poligrafici e tecnici senza lavoro o a
rischio occupazione a causa della chiusura o del ridimensionamento delle
redazioni di quotidiani, tv, radio e uffici stampa. «In questo quadro
decisamente poco incoraggiante – evidenzia il direttore de La Voce –
la passione e l’intraprendenza fanno sperimentare, soprattutto ai giovani,
nuove formule editoriali nella speranza di trovare una giusta via. Augurarsi
che questo avvenga vuol dire augurarsi che crescano i sostegni pubblici ma
soprattutto che cresca il numero di persone disposte a compensare il loro
lavoro (per esempio comprando e leggendo giornali, cartacei, digitali e
online); significa augurarsi che non venga meno uno dei fondamenti della
democrazia: il pluralismo delle idee e dell’informazione. Il giornalismo locale
è un elemento fondamentale della vita sociale, culturale, politica della nostra
regione… Anche per questo il lavoro che le Chiese umbre stanno facendo per rinnovare
i media cattolici è un segno di speranza, una scommessa sul futuro nella
convinzione che anche in questo la Chiesa esprime la cura per le persone».
La
qualità dell’informazione non può non tenere conto della “fame di buone
notizie”.
La
causa di questa sofferenza dei media in generale, dovuta non poco alla
disaffezione di sempre maggiori lettori e tele-radio ascoltatori, va ricercata
alla scarsità di notizie positive, che comunicano, come dice il Papa, “speranza
e fiducia”. A sottolinearlo è mons. Paolo Giulietti nel suo editoriale dal
titolo “C’è fame di notizie buone”, pubblicato sempre da La Voce nell’ultimo
numero.
Quella
sulla qualità dell’informazione non è una questione secondaria – scrive il
presule –. A fare problema non sono solo o tanto le “fake news”, cioè le
notizie intenzionalmente false o parziali, la cui negatività è evidente quanto
quella del veleno. Il grosso danno lo fanno invece le cattive notizie, spesso
ricercate con cura, offerte con costanza e presentate con enfasi o, come si
dice in gergo, “strillate”… Nel suo messaggio, il Papa invita i media a
imboccare una strada diversa: “uno stile comunicativo aperto e creativo, che
non sia mai disposto a concedere al male un ruolo da protagonista, ma cerchi di
mettere in luce le possibili soluzioni, ispirando un approccio propositivo e
responsabile nelle persone a cui si comunica la notizia”. È una logica
alternativa, quella della “buona notizia”, ispirata dalla speranza evangelica
(eu-anghèlion), cioè dalla convinzione che in tutte le vicende umane, anche
nelle più drammatiche, è contenuta una possibilità di bene, di rinascita e di
salvezza. In tale logica, la morte può lasciare il posto alla vita e il
distacco (dell’Ascensione) a una nuova vicinanza».
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