È
stato inaugurato ufficialmente, in un clima di elevata spiritualità, il nuovo
Santuario della Spogliazione di Assisi. Sabato 20 maggio in una chiesa gremita delle
massime autorità civili, religiose, militari e di tanti fedeli il vescovo
monsignor Domenico Sorrentino ha presieduto la santa messa e compiuto tutti i
gesti di rito per la benedizione del nuovo Santuario. All’inizio della
celebrazione sono stati letti il decreto di erezione del nuovo Santuario e
parte della lettera che Papa Francesco ha inviato al vescovo di Assisi – Nocera
Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino. La santa messa è stata
anche concelebrata dall’arcivescovo monsignor Marcello Bartolucci, segretario
della congregazione delle cause dei Santi e da frate Antonio Belpiede,
procuratore generale dell’ordine dei frati minori.
Nell’omelia
il vescovo Sorrentino ha ribadito quello che il santuario vuole rappresentare
dando una sferzata alla politica, ai rappresentanti della finanza, alla chiesa
stessa perché tutti “tornino ad interrogarsi. Un santuario che ci impegna
tutti. Torni ad inquietarci la parola detta dal giovane Francesco nell’atto
della spogliazione: ‘D’ora in poi non dirò più padre Pietro di Bernardone, ma
Padre nostro che sei nei cieli’”. E
ancora un appello ai potenti del mondo “a deporre una volta per tutte gli
arsenali nucleari, le mine anti-uomo, il commercio di armi che sono la vergogna
di un’umanità che vive allegramente sull’orlo del baratro, sottraendo pane e
dignità a milioni di esseri umani. Vorrei che qui – ha continuato - venissero i
mafiosi a deporre la loro prepotenza omicida che fa scorrere sangue e avvelena
le fibre intime della società e dell’economia. Vorrei che qui venissero i
burattinai della finanza internazionale a deporre i loro irresponsabili giochi
che creano nel mondo globale disoccupazione, povertà e disagi di una infinità di esseri umani
colpevoli solo di essere nati poveri. Vorrei che tra queste mura, che trasudano
le note del Cantico di frate sole – ha continuato monsignor Sorrentino - si
fermasse quell’irresponsabile tirannia sull’ambiente che causa enormi e forse
irreparabili danni che ancora una volta schiacciano le esistenze più deboli, le
costringono ad emigrazioni violente e desertificano le fonti vitali
dell’umanità.
Vorrei che in questi ambienti che furono testimoni di un dramma di
famiglia tutto giocato sul sì o sul no
al dio - denaro venissero tanti
parlamentari, uomini della scienza e dell’informazione, a interrogarsi sulla loro responsabilità di
promuovere una legislazione e una cultura poste tutta a servizio della pace,
della famiglia e della vita, e mai complici dell’assassinio di esseri umani fin
dal grembo materno e nella loro fragilità dovuta all’età e alla condizione
fisica. Ce n’è per tutti. Ma ce n’è innanzitutto per noi comunità cristiana.
Come papa Francesco ci ha ricordato, anche come Chiesa – ha sottolineato con
forza - abbiamo tanto da cambiare. Siamo una Chiesa che ha bisogno di spogliarsi di storici
fardelli di potere e di possesso, che ha bisogno di smettere la presunzione di
mettersi sul piedistallo per farsi umile lievito di fraternità, che dev’essere
ancora più pronta a fare spazio agli
ultimi, non accontentandosi delle opere - segno della Caritas, per diventare
una famiglia di famiglie, in cui ogni fratello bisognoso, di qualsiasi colore e
continente, possa trovare una mensa, una
casa, un cuore”. Al termine della cerimonia i parrocchiani di Santa Maria
Maggiore hanno donato al vescovo un pergamena di ringraziamento per l’erezione
del nuovo Santuario.
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