Lunedì
22 maggio è la festa liturgica di Santa Rita da Cascia. Nella cittadina umbra
il solenne pontificale si terrà alle 11.00 sul sagrato della Basilica.
L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha invitato a
presiedere l’Eucaristia il cardinale Giovanni Layolo, Presidente emerito del
Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
Come
è tradizione, la festa è caratterizzata anche dal “Riconoscimento
internazionale Santa Rita” concesso ad alcune donne che hanno sperimentato le
virtù dell’umile donna di Roccaporena, come ad esempio il perdono. La
presentazione del Riconoscimento ci sarà sabato 20 maggio alle 21.00 presso la
Sala della Pace, mentre la consegna della pergamena domenica 21 maggio alle
17.30 in Basilica. Queste le donne premiate: Federica Lisi, moglie del
giocatore di pallavolo Vigor Bovolenta morto nel 2012, riceve il riconoscimento
per il suo esempio di donna e madre che rinasce nell’amore per la famiglia e
per la vita; Antonella Leardi riceve il riconoscimento per aver perdonato
l’uccisore del figlio e per contribuire a spargere i semi della pace e del
dialogo tra i giovani attraverso l’associazione “Ciro Vive”; Anna Montebruno riceve il riconoscimento per aver
perdonato colui che ha investito la figlia Maria uccidendola e per il suo
spirito volto alla ricerca del dialogo e del servizio al prossimo; Luciana
Mosciatti riceve il riconoscimento per aver perdonato il ragazzo che ha causato
la morte del figlio in un incidente stradale e per il suo esempio di vita
cristiana nella famiglia e nella comunità parrocchiale. Quest’ultima, della
parrocchia di S. Giovanni in Baiano (Spoleto), è stata presentata
dall’arcivescovo Renato Boccardo. Sposata con Domenico Moretti da 39 anni, due
figli: Luca nato nel 1979 e Marina nel 1988. Il riconoscimento è dato a
Luciana, ma è comunque una storia da presentare “in coppia”. Ecco le
motivazioni indicate dalla Diocesi: «A settembre del 2000, a seguito di un
incidente stradale (lungo la Via Flaminia a Spoleto, nei pressi del bowling, ndr) per tamponamento causato da un
ragazzo, il figlio Luca veniva a mancare insieme ad altri tre amici – due di
Baiano e uno di Pompagnano - che stavano in macchina con lui. In quel momento Luciana
e Domenico sono sprofondati nella disperazione: la rabbia e l’angoscia hanno
preso il sopravvento. Si sono chiusi innalzando un muro con gli altri. La loro
“conversione” è frutto della vicinanza del parroco di Baiano di allora don
Renzo Persiani (oggi parroco di Cascia, ndr)
che li ha portati alla conoscenza della Parola di Dio, alla scoperta del
silenzio interiore per accogliere Gesù nei loro cuori. A seguito dell’incidente
stradale che ha causato la morte dei quattro ragazzi si è costituito il Gruppo
dei “Genitori dei figli in cielo”. Luciana e Domenico, invitati a farne parte, si
sono inseriti e per anni, con cadenza quindicinale, si sono incontrati a Baiano
per l’Eucarestia il venticinque di ogni mese, in ricordo anche del servo di Dio
e parroco di Baiano don Andrea Bonifazi, morto giovane in concetto di santità. Questo
percorso li ha aiutati a leggere la tragica esperienza della morte del figlio con
una luce diversa: il dolore e il vuoto lasciato dalla mancanza fisica di Luca
sono stati attenuati dalla sua presenza viva nei loro cuori, insieme alla
speranza che un giorno s’incontreranno di nuovo. Grazie alla fede, hanno
perdonato il ragazzo che ha causato l’incidente, anche se lui ancora non si è
fatto ancora presente. Ora sono impegnati in parrocchia a Baiano, nella
catechesi e nelle attività dell’Oratorio, e a livello diocesano nella Pastorale
Familiare come coppia guida nei percorsi di accompagnamento al matrimonio
cristiano».
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