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  03/05/2017 18:34


Narni: solenne celebrazione per la festa del patrono san Giovenale. Mons. Piemontese: «L’unione e la convivenza pacifica, la collaborazione sono doni di Gesù, ma anche compito dell’uomo, specie di coloro, che sono investiti di autorità.



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Festa solenne e partecipata a Narni in onore del patrono san Giovenale. In una cattedrale gremita di fedeli di ogni età, il vescovo Giuseppe Piemontese ha presieduto il solenne pontificale concelebrato con i sacerdoti della vicaria di Narni, con il vicario generale della diocesi don salvatore Ferdinandi, con il vicario episcopale per la pastorale don Piergiorgio Brodoloni, alla presenza del prefetto di Terni Angela Pagliuca, del sindaco di Narni Francesco De Rebotti, dei sindaci del comprensorio e delle autorità militari provinciali, dei rappresentanti dei terzieri in costume d’epoca, dei ragazzi del catechismo, e animata dalla corale di Narni.

Una celebrazione che rinnova la grande devozione dei narnesi per il patrono della città e  il messaggio di solidarietà, unità, concordia e amore di san Giovenale in una comunità che oggi vive un difficile momento.

Forte è stato il richiamo del vescovo Piemontese all’unità, concordia e rispetto degli altri nella chiesa ma anche nella società civile, nelle associazioni, nei partiti, sindacati, nelle famiglie: «L’unione e la convivenza pacifica, la collaborazione sono doni di Gesù, ma anche compito dell’uomo, specie di coloro, che sono investiti di autorità. L’individualismo, i personalismi esasperati  a livello di singoli e di gruppi, nella Chiesa e nella società sono fonte di divisioni, invidie e di contrapposizioni, di conflitti e di esasperazioni improduttive, che si pagano a prezzo di grandi sofferenze e delusioni». Con una preghiera particolare per «tutti i cittadini, che saranno scelti ad amministrare questa città: amministrazione delle risorse, delle istituzioni, ma anche  di progetti di  concordia, delle fraterne intese, di giustizia e di benessere per tutti senza superficialità e favoritismi».

Una festa che rinnova la memoria di san Giovenale quale defensor civitatis, il pastore  che si prende cura di tutto il popolo  e che alla sua sequela invita ad essere testimoni cristiani nel mondo di oggi: «nella festa-memoria di san Giovenale siamo radunati non tanto per una commemorazione storica, ma per essere aiutati sulla strada della lotta contro il male e nella vittoria attraverso il martirio» – ha detto il vescovo.

Facendo riferimento alla tradizione storica della festa ha sottolineato l’importanza della dimensione della fede della festa: «Certamente nella città, organizzando la festa patronale, i vari momenti della corsa all’anello vi siete preoccupati di apportare novità e attrazioni per tenere alto il prestigio e il nome della città. E’ l’orgoglio della propria identità che si esalta anche nel confronto con  realtà limitrofe. La verità della festa esige che non solo l’aspetto ludico, folkloristico abbia le attenzioni dovute, ma anche la dimensione della fede e della spiritualità va curata, rinnovata, arricchita e abbellita. E’ non solo l’abito della festa che va rinnovato, ma la mente e il cuore delle persone. Credo che ogni sforzo vada promosso in questa direzione per il bene comune».

«Giovenale per custodire i nostri padri, il popolo di Narni, dai lupi rapaci, ha dedicato tutta la sua vita fino al martirio. Quanti di noi pensano alle umiliazioni, alle sofferenze che i pastori, i martiri hanno dovuto patire per restare fedeli alla fede, per aver custodito e difeso il gregge con coerenza, amore, generosità ed eroismo? Noi spesso trattiamo con leggerezza o superficialità il dono della nostra fede, la nostra pratica religiosa, la testimonianza di Cristo, il nostro dirci cristiani. Non apprezziamo abbastanza la fede, fecondata dal sangue dei martiri, e che ci è stata tramandata. Proprio noi, di questo luogo, siamo costati il sangue di Cristo, il martirio di Giovenale e di altri cristiani narnesi, di cui non conosciamo il nome».

Al termine della celebrazione è seguita la processione per le vie del centro di Narni con il busto di san Giovenale, accompagnato dalla rappresentanza del corteo storico in costume d’epoca, dai sacerdoti della forania di Narni, dai cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dalle autorità cittadine e fedeli. Davanti al palazzo comunale, nella piazza cuore e teatro della vita civile, sulla quale si affaccia la tribuna da cui hanno parlato oratori illustri tra i quali è annoverato san Bernardino da Siena, il vescovo Piemontese ha rivolto il suo augurio alla città: «Ogni epoca deve portare il suo contributo di ricchezza alla civiltà e identità di un popolo, in continuità e ad integrazione delle ricchezze materiali, morali e spirituali, che i padri ci hanno tralasciato. San Giovenale continui ad essere al centro del vostro affetto e dei vostri pensieri, nella difesa di questa città e della sua civiltà, rappresentata dalla bontà e nobiltà dei cittadini e dalle numerose chiese ed opere d’arte, simboli del profondo sentimento cristiano della vostra società».




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