Persone
di diversa ispirazione – cristiana e non – mi chiedono di esprimermi, come
pastore, sul dibattito che si sta svolgendo nel parlamento regionale a
proposito della legge mirante a respingere ogni sorta di discriminazione legata
a orientamenti sessuali. Premetto
che il nostro compito di pastori, in genere, si svolge più volentieri nei tempi
lunghi dell’evangelizzazione e dell’educazione. Non amiamo interventi
estemporanei, e tanto meno quelli che possano dare anche solo l’impressione di
interferenze nei legittimi processi di decisione democratica delle assemblee
rappresentative.
Sento
tuttavia di non poter deludere quanti si aspettano una parola. E da Assisi,
luogo simbolo di pace e di dialogo, questo non può che essere un appello
accorato alla reciproca comprensione, alla attenta riflessione, alla comune
responsabilità.Quanti
hanno a cuore i valori della convivenza ispirata a questi valori, non
dimentichino che il tema della famiglia, nella sua verità naturale che fa di un
uomo e una donna partners di vita stabile e generatrice di figli, non è una
questione marginale. Ne va del presente e del futuro della società.
Il
rispetto per altre forme di unione e per le persone che, a diverso titolo, le
scelgono, non può giungere a mettere in sordina il valore della famiglia.
L’espressione ferma e la testimonianza credibile di questa convinzione, pur
sempre nel rispetto delle persone di diversa opinione, è vitale per un
dibattito che faccia crescere insieme la libertà, il buon ordine sociale e la
democrazia. L’obiettivo di scongiurare la discriminazione in base agli orientamenti
sessuali dei singoli è plausibile. Ogni persona merita rispetto, accoglienza ed
anzi, cristianamente, amore. Ciò non esime tuttavia dalla valutazione etica dei
comportamenti oggettivi. Nessun bavaglio può essere messo ai pensieri e alle
parole, tanto meno alla coscienza, e la democrazia senza dibattito è destinata a
degenerare nel totalitarismo del pensiero unico.
Lo
stile esagitato e gli insulti reciproci non servono. Nel solco di san
Francesco, che non esitò a scrivere una lettera ai governanti, chiedo ai
credenti l’impegno della preghiera e della testimonianza, mentre invio un
cordiale saluto a quanti, nella pubblica opinione o nei luoghi della politica,
sono impegnati nel dibattito su questi temi cruciali.
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