Martedì 21 marzo Norcia ha celebrato la festa del suo patrono
S. Benedetto. E per la prima volta dal terremoto del 30 ottobre scorso che ha
distrutto gran parte dei centri abitati della Valnerina i fedeli hanno potuto
nuovamente partecipare alla Messa all’interno delle mura cittadine. Non in una
chiesa - gran parte, infatti, sono crollate e le altre seriamente lesionate –
ma nella centralissima piazza della città umbra dove c’è la statua in marmo di
S. Benedetto, “miracolosamente” integra, dinanzi alla facciata ingabbiata di
quella che era la basilica edificata sul luogo di nascita del santo patrono
d’Europa e della sua gemella Scolastica. La sera prima, lunedì 20 marzo, è
giunta la “Fiaccola benedettina pro pace et Europa una” benedetta da papa
Francesco il 22 febbraio, accesa proprio a Norcia, in mezzo alle macerie della
Basilica, il 25 febbraio e poi portata nella sede del Parlamento Europeo di
Bruxelles (8-11 marzo).
Dopo il corteo storico, che ha sfilato in Piazza
proveniente da Corso Sertorio, c’è stata la Messa presieduta dall’arcivescovo
di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e concelebrata dal parroco di Norcia
don Marco Rufini, dal priore dei monaci padre Benedetto Nivakoff e da altri
sacerdoti diocesani e religiosi. La gente è accorsa numerosa per pregare. Da
Trevi sono giunte anche le monche benedettine di S. Antonio, il cui monastero è
in gran parte da demolire. Diverse le autorità presenti, civili e militari: la
presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria Donatella Porzi, della Giunta
regionale Catiuscia Marini, Prefetto e Questore di Perugia, sindaco di Norcia
Nicola Alemanno e altri primi cittadini del Comuni che ricadono nel territorio
della diocesi di Spoleto-Norcia. Ha animato la liturgia il “Coro S. Benedetto” Città di Norcia
diretto da Luca Garbini, con all’organo Andrea Rosati. Di lato all’altare la
reliquia del Santo patrono d’Europa contenuta nello splendido reliquiario
dorato, che ora è conservato presso il deposito d regionale dei Beni Culturali
a S. Chiodo di Spoleto.
«L’eredità benedettina – ha detto l’Arcivescovo
nell’omelia - non si esaurisce nel quadro storico, seppur importante e
decisivo, della nascita dell'Europa e delle sue radici cristiane, ma offre
anche all'uomo contemporaneo validi e concreti punti di riferimento in ordine
alla vita personale e comunitaria. Non sarà inutile allora, anche per l’Europa
di oggi, porsi attentamente in ascolto della sapienza di Benedetto e
riascoltare il suo messaggio. E proprio per fedeltà alla persona umana, al suo
superiore destino, ai suoi diritti e ai suoi doveri, noi ci attendiamo che
quanti reggono le sorti dei popoli si rendano attenti e sensibili a quanto fa
bella e buona la vita di tutti, iniziando col promuovere e difendere
l’istituzione familiare costituita dall’unione stabile di un uomo e di una
donna, aperti ad assumersi la responsabilità genitoriale e ad assicurare ai
bambini l’indispensabile presenza di un papà e di una mamma. Anche nel nostro
Paese, purtroppo, questi che sono da sempre i principi fondamentali del vivere
comune e garantiscono alle giovani generazioni un’educazione sana ed
equilibrata, sembrano essere seriamente minacciati, quando il desiderio di
qualcuno pretende di essere riconosciuto come diritto garantito dalla legge e
quando i tribunali si sostituiscono ai legislatori, esercitando un pressing giudiziario e mediatico che
rischia di diventare - o forse è già diventata - una vera dittatura culturale.
Non possiamo assistere in silenzio a queste aggressioni sistematiche agli
ambiti in cui si forma, cresce e si sviluppa il nucleo più profondo dell’umano,
dove bisogna accostarsi semmai con un sovrappiù di rispetto e di prudenza. Che
la nostra stia diventando una società decadente come quella dei tempi di san
Benedetto? Vogliamo sperare fermamente di no, e per questo guardiamo
all’esempio e all’insegnamento del nostro Santo. È anche l’auspicio che formula
il Messaggio Benedettino 2017: “Mentre il mondo guarda all’Europa, l’Europa
guardi a Benedetto, affinché la luce che lo ha ispirato possa ... diffondersi
concretamente verso tutti i cittadini europei, senza escludere nessuno”».
Non poteva poi mancare un riferimento di mons. Boccardo
al terremoto: «Il Santo Patriarca – ha detto - è stato un grande ricostruttore.
Anche noi dobbiamo ricostruire: le ferite del recente terremoto sono ancora
sanguinanti e ci vorrà tempo perché si mutino in cicatrici. In questo percorso,
non sempre facile e spedito, l’amicizia e la solidarietà di tanti, però,
costituiscono per noi come l’olio della consolazione e il vino della speranza. Ben
poca cosa sarebbe – ha proseguito il Presule - la ricostruzione della basilica
di S. Benedetto se, nello stesso tempo, non si provvedesse alla ricostruzione
interiore dell’uomo e della società. Come cristiani, non vogliamo far mancare a
questa “impresa” il nostro contributo generoso e responsabile. E lo facciamo
richiamando con forza quell’ideale di umanesimo cristiano che S. Benedetto ha
incarnato e che può essere ancora oggi fecondo di frutti. Sentiamo di doverlo
fare impegnandoci in una vita seria e coerente, nella promozione della
giustizia e della pace, nella ricerca del bene di tutti, nell’accoglienza senza
discriminazioni, nell’attenzione fatta di ascolto e di aiuto a chi è nel
bisogno morale e materiale». A Norcia il prossimo 24 marzo, nell’ambito delle
celebrazioni del 60° anniversario del Trattato di Roma, per volontà di Antonio
Tajani, ci sarà una riunione dei presidenti dei gruppi dell’Europarlamento e
dei membri dell’ufficio di presidenza. Un ulteriore modo di vicinanza delle
istituzioni europee alle popolazioni colpite dal terremoto. «È un’occasione
propizia – ha detto Boccardo - affinché quanti sono stati eletti a Bruxelles e
a Strasburgo confermino il sogno europeo e si domandino se il progetto che
stanno realizzando rimane fedele all’intuizione dei padri fondatori, che hanno
voluto edificare l’Unione Europea su una base non individualistica e
materialista bensì di ordine culturale e spirituale».
Al termine della Messa c’è stata la processione col
reliquiario di S. Benedetto lungo quelle vie del centro storico riaperte e
dunque non più zona rossa.
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