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  20/02/2017 16:30


Inaugurato l’Anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano (TEIU) a Perugia. Nel 2016 trattate 214 cause di nullità.



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«Viviamo un tempo speciale dopo la chiusura del Grande Giubileo Straordinario della Misericordia, ma lo spirito e le opere della misericordia non sono finite o esaurite nell’Anno giubilare: devono continuare. L’idea e l’intento del Santo Padre è stata di risvegliare le coscienze e la consapevolezza di tutti gli uomini di buona volontà che il bene gratuito, la solidarietà e l’operare il bene devono caratterizzare, ispirare e guidare l’azione di ogni credente e persona umana». Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Ceu e moderatore del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Umbro (TEIU), all’inaugurazione dell’Anno giudiziario tenutati il 20 febbraio a Perugia, che ha visto la partecipazione della gran parte dei vescovi della regione, culminata con la prolusione di mons. Joaquín Llobell, ordinario di Diritto Processuale Canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce, sul tema: “Questioni sull’appello nelle cause di nullità del matrimonio”, argomento molto attuale alla luce della recente riforma del Processo di nullità matrimoniale approvata da papa Francesco.

«L’anno del Grande Giubileo della Misericordia – ha proseguito il cardinale nel suo saluto –, dovrebbe essere visto e interpretato come un tempo di aggiornamento e rinnovamento, dove si riscoprono i principi imparati da piccoli e che si vogliono realizzare e mettere in pratica giorno dopo giorno come naturale stile di vita. Scrive papa Francesco nella Lettera Apostolica Misericordia et misera: “La misericordia, infatti, non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo. Tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso del Padre”».

Sul matrimonio cristiano il cardinale Bassetti si è detto «convinto che tutti vogliamo riscoprire e apprezzare la bellezza del matrimonio, che è la premessa indispensabile per aiutare a far nascere tanti matrimoni e famiglie cristiane e accompagnare i giovani a scegliere con coscienza e maturità il matrimonio sacramento. Come ci insegna il Santo Padre, non dobbiamo mai idealizzare gli elementi costitutivi del matrimonio, ma essere realisti, sapendo e insegnando che non si nasce marito o moglie, ma si diventa coniuge, accettando i pregi e difetti l’uno dell’altro in una complementarietà di aiuto reciproco. Il Santo Padre Francesco, nell’Allocuzione alla Rota Romana di quest’anno (dello scorso 21 gennaio) - da meditare e applicare da tutti gli operatori della pastorale della famiglia - ci ha ricordato che “occorre grande coraggio a sposarsi nel tempo in cui viviamo”. “Quanti hanno la forza e la gioia di compiere questo passo importante - dice il Papa - devono sentire accanto a loro l’affetto e la vicinanza concreta della Chiesa”».

Soffermandosi sull’attività giudicante del TEIU, il porporato ha evidenziato che «comprendere adeguatamente il valore della vita e dei principi umani e cristiani costituisce una qualità e capacità indispensabile per valutare e giudicare sulla validità del matrimonio legiferati dalla norma canonica da applicare con equità e carità. Il giudice ecclesiastico deve imparare “l’arte del discernimento, l’impegno di accompagnare quanti sono feriti, la creatività pastorale per integrare tutti nella comunione con Dio e con la Chiesa - come ci ha recentemente ricordato il cardinale Beniamino Stella - e davanti alla varietà della realtà matrimoniale e alle situazioni complesse di tante famiglie bisogna proporre la verità evangelica” evitando “che sia accolta come un peso insopportabile, imposto sulle spalle della gente, una pietra scagliata contro la loro coscienza o addirittura un ostacolo a varcare la soglia della Chiesa”. La verità evangelica è l’unica verità da raggiungere e praticare, che giustamente viene recepita dal Codex nel principio della “salus animarum”, come ratio evangelica e assoluto principio ispiratore dell’intero ordinamento canonico. Papa Francesco non fa altro che vivere e agire sempre osservando questa prerogativa fondamentale del Vangelo e ci invita, con l’insegnamento e con l’esempio, a seguire il Divino Maestro, che non è venuto a giudicare, ma a salvare il mondo (Gv 3,17; 12,47)».

E’ seguita la relazione del vicario giudiziale del TEIU padre Cristoforo Pawlik, che non ha fornito solo “numeri” ma ha ribadito che «purtroppo ancora circolano notizie menzognere riguardo ai costi delle cause per ottenere le dichiarazione di nullità matrimoniale, per questo tante persone sono scoraggiate e hanno difficoltà e diffidenza ad accostarsi al Tribunale Ecclesiastico». Inoltre, padre Pawlik ha rilevato che «oltre alla breve durata del processo di nullità è raggiunta anche una rapida stesura della sentenza a conferma che si è tenuto a dare risposte puntuali alle domande». Il vicario giudiziale ha anche evidenziato che «dobbiamo ancora migliorare i tempi delle perizie per evitare un protrarsi delle cause oltre i tempi canonici».

Nel 2016 le cause di nullità trattate sono state 214, delle quali 104 pendenti dal 31 dicembre 2015. Quelle espletate lo scorso anno sono state compressivamente 121, delle quali 115 chiuse con sentenza affermativa. Le cause pendenti al 31 dicembre 2016 sono 93, undici in meno rispetto all’anno precedente, di cui 9 prossime alla sentenza. Delle 121 espletate nel 2016, la gran parte (103) ha avuto un iter processuale da un minimo di sei mesi ad un massimo di un anno e mezzo.

Apprezzamenti per l’operato del TEIU, testimoniato anche dalla breve durata dei processi (fermo restando che l’Umbria è una regione di appena 900mila abitanti), sono stati espressi da mons. Llobell a margine della sua prolusione nell’evidenziare il rispetto dei tempi canonici, l’oculato lavoro valutativo delle perizie e la disponibilità a venire incontro alle numerose richieste e di consulenze e patrocinio, da quanto lo stesso docente della Pontificia università Santa Croce ha appreso nell’ascoltare la relazione del vicario giudiziale.

Mons. Llobell, ha evidenziato una delle questioni più rilevanti e comuni dell’appello nelle cause di nullità del matrimonio a seguito della nuova procedura approvata da papa Francesco. «La nuova legge permette la celebrazione di nuove nozze – ha sottolineato – quando la prima sentenza è a favore della nullità del matrimonio, ma non toglie la possibilità di impugnare questa sentenza che ha dichiarato la nullità. Basta quella sentenza a concludere la procedura se non è appellata, ma in caso contrario l’appello ha un effetto sospensivo che impedisce la celebrazione del matrimonio finché non ci sarà la ratifica, e allora ci sarà la doppia sentenza conforme a favore della nullità che permette di celebrare il nuovo matrimonio, ma se sarà negativa si potrà appellare al Tribunale di terza istanza in modo tale che questo Tribunale possa dare la doppia conforme con la prima, a favore della nullità, o la doppia conforme con la seconda, contro la nullità».


Allegato:
relazione anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano _TEIU_ 2017.pdf


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