Il
futuro di Nocera Umbra passa per la gloria di un passato fatto di santi pastori
come San Rinaldo ma anche per la forza di relazioni sempre più autentiche che
si ritrovano in Gesù. E’ stato questo il filo conduttore dell’omelia del
vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino in occasione
della celebrazione eucaristica di giovedì 9 febbraio alla quale hanno preso
parte le massime autorità civili e militari. Con l’apertura dell’urna del santo
patrono di Nocera, mercoledì sera, sono iniziati i festeggiamenti per l’ottavo
centenario della morte San Rinaldo. Nella omelia monsignor Sorrentino ha messo
in evidenza il carisma del vescovo Rinaldo, la sua opera così come quella di
altri pastori che hanno operato a Nocera. Contemporaneamente però ha anche
evidenziato alcuni momenti difficili, come il terremoto, che la comunità ha
dovuto affrontare. “Se il passato è legato alla storia di questi pastori – ha
detto monsignor Sorrentino – il futuro sarà la storia di tutto il popolo di
Dio. Dobbiamo rimettere al centro Gesù e ricreare rapporti familiari veri,
caldi. Viviamo l’epoca della post verità – ha continuato il vescovo – che sembra non avere alcun punto di riferimento
fermo. Per noi questo punto di riferimento c’è ed è Gesù. Ripartiamo dal lui,
dalla sua parola per rinsaldare le nostre relazioni familiari. Questo
presuppone l’impegno di laici e soprattutto di giovani che sono il nostro
futuro”.
Al termine dell’omelia ha preso la parola il
custode della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli padre Rosario Gugliotta
per ricordare il legame con San Francesco, che si riferisce al 2 agosto del
1216 quando San Rinaldo era tra i sette vescovi umbri che promulgarono
l’indulgenza della Porziuncola. La cerimonia è stata anche l’occasione per far
conoscere il libro scritto da monsignor Girolamo Giovannini dal titolo:
“L’Antica Madre, un fugace ricordo della chiesa di Nocera e Gualdo nell'ottavo
centenario di San Rinaldo".
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