Con
la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale
Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo in Perugia, nel
pomeriggio del 29 gennaio, si sono conclusi i festeggiamenti in onore
di san Costanzo, vescovo e martire, patrono della città e
dell’Archidiocesi, apertisi il giorno precedente con la
tradizionale processione della “Luminaria” e la recita dei Primi
Vespri nella basilica intitolata al patrono. Allo spirito
umano e cristiano dei perugini il cardinale ha fatto riferimento
nell’omelia pronunciata in una gremita cattedrale, alla presenza di
diversi rappresentanti delle Istituzioni civili, ricordando la
solidarietà e vicinanza verso le popolazioni terremotate, per le
quali domenica 29 gennaio in tutte le chiese dell’Umbria si è
pregato per loro, oltre a quanto si fa costantemente per aiutare
tante famiglie in difficoltà a causa della crisi economica e
nell’accogliere in profughi.
Il
presule, rivolgendosi ai fedeli, ha detto: «Chiediamo al Signore che
ci doni, per l’intercessione del martire Costanzo, di essere
testimoni coraggiosi della risurrezione di Cristo nell’accogliere i
fratelli sofferenti». Poi, nel fare un «esame di coscienza» nel
chiedere al Signore di essere aiutato «ad imitare il nostro celeste
patrono», il cardinale ha detto: «vorrei che i vostri problemi (e
sono tanti), le vostre attese e le vostre speranze impastassero
sempre di più il pane quotidiano dei miei pensieri, della mia
preghiera e del mio ministero di pastore. Vorrei riuscire, ormai
sullo scorcio del mio episcopato, a interpretare le vostre esigenze
umane e spirituali con lo stesso cuore di san Costanzo. La risposta
ci viene dalla Parola di Dio, perché nel brano del Vangelo di
Giovanni noi troviamo, anzitutto, cosa deve fare un vescovo e una
Chiesa e cosa essi debbono essere. Ed io con voi vogliamo stare sotto
la grazia di questa Parola: “Amatevi gli uni, gli altri come io ho
amato voi!”. Se io, vescovo e pastore, mi rivelassi incapace di
amare, sarei un fallito. Se la Chiesa non appare come testimone
credibile di carità, giustizia, attenzione ai poveri è una vigna
sterile. La presenza di Gesù in noi si sviluppa in amore fraterno e
i frutti di questo amore fraterno sono misericordia, perdono,
generosità, comprensione, impegno a favore dei fratelli».
«Questo
è la nostra identità di cristiani – ha evidenziato il presule –
e questo è l’amore con cui Costanzo ha guidato la nostra Chiesa
fino a dare la sua vita! Di questo amore deve essere innanzitutto
intrisa la vita del pastore per incontrare e sostenere nel suo
ministero le tante vittime della cultura dell’egoismo, che non
contano nulla, non hanno peso politico. Purtroppo più cresce in
certi settori l’agiatezza sociale, più si scava l’abisso dei
poveri e più cresce la tipologia dei miseri. Ci sono più le vittime
della cultura “del non senso”, che promette la cuccagna del
piacere e spegne soprattutto nei giovani il senso della vita. Si
vive, ma non si sa “perché” e “per chi”. Ci sono le vittime
della cultura della “crisi”, quelle dinamiche talmente perverse
che mandano alla sfascio le famiglie, l’amore come dono, il dialogo
fra le generazioni, la fede come roccia su cui costruire la propria
vita».
Il
cardinale si è poi rivolto ai giovani dicendo loro: «ho bisogno
della vostra “profezia”. Sappiate andare oltre l’etichetta di
“bravi ragazzi”, per diventare apostoli del Signore della vita.
Siate soprattutto voi gli apostoli dei vostri coetanei. E allora
permettete, nella prospettiva del Sinodo dei giovani (indetto da papa
Francesco nel 2018, n.d.r.) che il vostro vescovo dica a ciascuno di
voi come fu per Maria, la sorella di Lazzaro: “il Maestro è qui e
ti chiama”». «La
memoria di san Costanzo – ha ricordato il cardinale Bassetti
avviandosi alla conclusione – e dei tanti testimoni della nostra
Chiesa, non da ultimo il servo di Dio Vittorio Trancanelli, che tra
breve sarà proclamato dal Santo Padre venerabile, è per la nostra
Chiesa un grande dono ed una grazia che ci carica tutti di
responsabilità».
«L’anima
vera, operosa e solidale di Perugia» testimoniata nel giorno della
festa del patrono san Costanzo
Una
cinquantina di volontari di diverse associazioni ed organismi di
volontariato di ispirazione cristiana e laica e del Pronto intervento
sociale del Comune hanno accolto l’invito del cardinale Bassetti ad
incontrarsi in arcivescovado per verificare quanto è stato fatto e
quanto ancora si potrà fare nell’accogliere e nell’assistere una
quarantina di persone senza dimora che vivono nel centro storico del
capoluogo umbro. All’incontro ha partecipato anche l’assessore
comunale alle Politiche sociali Edi Cicchi, dando disponibilità
dell’Ente di collaborare per alleviare al meglio il disagio di
queste persone nel periodo invernale. Disagio che è diventata
emergenza con il brusco abbassamento delle temperature. Da una decina
di giorni alcuni dei senza dimora sono stati accolti di notte prima
nella sala “San Francesco” dell’arcivescovado e poi nel
complesso dell’antica chiesa di San Giovannino, oggi sede
dell’associazione culturale “Beata Colomba da Rieti”, assistiti
da alcuni volontari della Croce Rossa, Misericordia, Unitalsi, Ovus e
Associazione europea operatori polizia e dalla Caritas nel fornire i
pasti serali. Queste realtà di volontariato, nel tracciare un
“bilancio” positivo dell’esperienza che le ha viste anche più
unite tra loro, hanno rinnovato al cardinale Bassetti la
disponibilità a continuare l’opera di assistenza nel periodo
invernale, mentre Curia e Comune si sono impegnati a individuare una
struttura più idonea a questo tipo accoglienza-assistenza. Il
cardinale, nel ringraziare quanti sono intervenuti rinnovando il
proprio “sì” nel servire il prossimo, ha detto che si tratta di
un’opera di umanità che va oltre l’essere cristiano, come
accadde al “buon samaritano”.
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