Carissimi
amici, un
caro saluto a tutti voi e un cordiale benvenuto a questo tradizionale incontro
per la festa di San Francesco di Sales, che abbiamo celebrato quattro giorni
fa. Innanzi tutto il mio più cordiale ringraziamento per il vostro lavoro e
l’attenzione che mettete nel comunicare le notizie riguardanti la vita della
Chiesa e l’impegno caritativo di tante realtà diocesane. Tra tanti fattori di
preoccupazione, non sono però mancate anche notizie liete, come le tante
iniziative per il Giubileo della Misericordia e le quattro visite in Umbria di
Papa Francesco. L’attenzione di tutti si è concentrata però sui gravi problemi
creati dalle continue scosse di terremoto, che mettono tutti noi in
apprensione. L’emergenza sisma ha fatto scattare però anche tante solidarietà.
Molte parrocchie perugine sono impegnate dell’accoglienza dei terremotati, come
altre realtà di volontariato si occupano dei richiedenti asilo e dei senza
tetto. L’incontro di oggi coincide con le celebrazioni della vigilia della
Festa di San Costanzo, questo pomeriggio avrà luogo la tradizionale Luminaria e
domani la solenne concelebrazione in Cattedrale. Il mio desiderio è che la
festa del Patrono favorisca sempre l’unità e la concordia tra tutte le
componenti cittadine, religiose e laiche.
Il Santo Padre, in occasione della Giornata Mondiale delle
Comunicazioni del 2017 ha pubblicato un messaggio che ha come titolo: “Non temere, perché io sono con te (Is 43,5). Comunicare
speranza e fiducia nel nostro tempo”– in esso sintetizza, con grande
efficacia, il clima sociale del tempo che stiamo vivendo e proporre anche
alcune strade pastorali per tutti noi: per i giornalisti ma anche per i
lettori.
Mi sento di poter dire che Francesco in questo breve
messaggio indica almeno tre strade: la prima si caratterizza per la promozione
di una "comunicazione costruttiva" che possa favorire un'autentica
"cultura dell'incontro"; la seconda, invece, si contraddistingue con
l'assoluta necessità di spezzare "il circolo vizioso dell'angoscia" e
la "spirale della paura" che si alimenta fissando l'attenzione solo
sulle "cattive notizie"; la terza, infine, si caratterizza per la
doverosa attenzione alla "buona notizia" che è fonte di speranza e
dal netto rifiuto, quindi, della logica "che una buona notizia non fa
presa e dunque non è una notizia". Tutto dipende, invece, dice Francesco,
dallo "sguardo" con cui guardiamo la realtà e dal modo con cui la
raccontiamo e la divulghiamo.
Queste tre strade che ho appena tratteggiato rimandano
immediatamente al vostro lavoro quotidiano e al racconto giornaliero della
realtà per chi, come voi – ha detto Francesco nel settembre scorso incontrando il Consiglio
nazionale dell’Ordine dei giornalisti italiano alla Sala Clementina – pubblicando notizie, scrive in un
certo senso, ogni giorno “la prima bozza della storia”. Il vostro lavoro ha
dunque una funzione importantissima per la società ed è, al tempo stesso,
un'attività estremamente delicata perché, se non c'è la dovuta professionalità
e prudenza, c'è sempre il rischio di creare un clima d'opinione divisivo e
conflittuale.
Quando
infatti Francesco parla di "cultura dell'incontro" e di spezzare la
"spirale della paura" come non pensare, ad esempio, alla diffusione
di tutti gli stereotipi negativi nei confronti dei migranti e dei rifugiati,
dei forestieri e dei poveri che come disperati bussano alle porte dei Paesi
economicamente più sviluppati? E allo stesso tempo, come non pensare alle
semplificazioni estreme, ai giudizi affrettati o alla ricerca, talvolta, di un
sensazionalismo che banalizza tutto pur di essere rumoroso e visibile?
La
promozione di una "cultura dell'incontro" nel giornalismo si
caratterizza, dunque, prima di tutto, per una narrazione consapevole e
responsabile del fatto che si sta raccontando; e poi, in secondo luogo, come
disse in passato il Papa, dall' "amore per la verità". “Amare la
verità – ha detto Francesco – vuol dire non solo affermare, ma vivere la
verità, testimoniarla con il proprio lavoro".
Parlare
oggi di verità in un'epoca storica che alcuni hanno definito addirittura della
"post-verità" potrà sembrare desueto e fuori luogo ma è, invece, di
fondamentale importanza. Come credente, non solo come Vescovo, far riferimento
alla Verità significa immediatamente parlare di Gesù che è maestro, via, verità
e vita. Come semplice lettore di giornali la questione, oggi, si fa invece più
complicata. Soprattutto per quello che riguarda l'informazione su internet.
Pur
non essendo un frequentatore della Rete, e uno strumento così ricco di risorse
e innovativo, non posso non essere impressionato, però, da quello che leggo
sulla diffusione, sempre maggiore, delle notizie inesatte che ormai hanno
assunto un'incidenza pubblica di rilievo e hanno acquisito perfino un peso
nelle elezioni politiche di alcune grandi nazioni.
Non
vi nascondo che la diffusione delle "bufale" – come si dice in gergo
– è un fatto che mi addolora e mi preoccupa moltissimo perché una notizia
talvolta inesatta non nasce da sola, ma è prodotta dall'animo di qualcuno che
non soltanto non ama ardentemente la verità come dovrebbe ma, al contrario,
desidera la falsità e la divisione tra gli uomini.
"La mente dell’uomo – ha detto Francesco nel
messaggio – è sempre in azione e non può cessare di ’macinare’ ciò che riceve,
ma sta a noi decidere quale materiale fornire". Ed è qui che voi
giornalisti giocate un ruolo cruciale e, a mio avviso, insostituibile. Con la
vostra onestà, professionalità e amore per la verità – lo ripeto: amore per la
verità – avete le capacità, il discernimento e i mezzi per poter scegliere cosa
raccontare e soprattutto come raccontarlo. Questo è un grande compito e una
grande responsabilità che avete nei confronti di ogni donna e di ogni uomo che
vi ascolta o vi legge.
Per questi motivi, Francesco ha sottolineato l'importanza
della "buona notizia". Non certo per addomesticare
l'informazione ma perché la "buona notizia" è sinonimo di speranza. E
la speranza "è la più umile delle virtù, perché rimane nascosta nelle
pieghe della vita, ma è simile al lievito che fa fermentare tutta la
pasta".
Carissimi, vi saluto auspicando con gioia che Dio benedica
tutte le vostre famiglie e che il patrono dei giornalisti, San Francesco di
Sales, definito da papa Giovanni XXIII come "l'incarnazione della pietà
sorridente e forte, in cui si fondono la poesia ingenua di san Francesco
d'Assisi e l'amore chiaroveggente di sant'Agostino", vi protegga sempre
nel vostro prezioso lavoro.
+ Gualtiero Card. Bassetti - Arcivescovo Metropolita di Perugia-Città della Pieve
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