E’
importante che noi tutti continuiamo a collaborare per combattere
l’antisemitismo”. Queste le parole, di spiccata attualità, pronunciate
dall’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Oren David che ha
partecipato alla Cerimonia di consegna delle medaglie d’onore tenutasi venerdì
27 gennaio presso la sala degli sposi del Museo della Memoria di Assisi. Un appuntamento
che per il secondo anno consecutivo vede protagonista la città serafica, come
sottolineato dalla ideatrice e curatrice del Museo, Marina Rosati, la quale ha
ricordato, con immensa gratitudine, che “questo anno ci troviamo di nuovo qui
in una giornata di ricordo di una memoria che deve essere viva”. “La piaga
dell’antisemitismo non è stata ancora sradicata – ha insistito l’ambasciatore
-. Queste iniziative sono veramente importanti perché aiutano ad educare anche
e soprattutto le giovani generazioni che devono conoscere il passato per non
dimenticare l’umanità”. Molto riconoscenti nei confronti degli assisani e non dell’epoca
che si adoperarono per salvare innumerevoli vite umane sono state anche le
parole del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino,
monsignor Domenico Sorrentino. Il presule ha sottolineato quanto importanti
siano stati i “valori, onorati da San Francesco e da quanti hanno saputo far
rifulgere la bellezza dell’umanità. Essere cristiani e seguaci di Gesù e di
Francesco – ha proseguito il vescovo – vuol dire imparare la logica dell’umiltà
e dell’accoglienza. Assisi sta nel mondo con questo messaggio”. Prima della
consegna delle medaglie il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro, ha voluto
ricordare la giornata dalla prospettiva di Niklas Frank, figlio di Hans Frank ‘carnefice’
vissuto nel periodo della Shoah e successivamente giustiziato. Partendo dalla
toccante intervista effettuata a Nicklas Frank dal figlio di una delle vittime,
il prefetto Cannizzaro ha affermato con decisione che “questi fenomeni vanno
sradicati. Nei campi di sterminio – ha aggiunto – non c’erano solo gli ebrei,
c’erano coloro che non facevano comodo ad un disegno di governo. Noi oggi
viviamo la stessa situazione. Abbiamo bisogno di valori nuovi e condivisi. Negli
ultimi tre anni non abbiamo fatto politica di accoglienza dei migranti. Nei
dieci anni precedenti abbiamo accolto per motivi di lavoro un milione e mezzo
di persone perché ci erano utili, preziosi; perché servivano a noi”. A ritirare le medaglie d’onore 2017 sono
stati i figli di Giuseppe Coreno ed Enrico Fanelli. Oltre ai saluti del vice
sindaco Valter Stoppini anche il primo cittadino di Assisi Stefania Proietti,
assente per motivi istituzionali, in un video-messaggio ha ricordato che
“l’esempio dei Giusti ci dà speranza. Una speranza che è luce anche nelle
tenebre. Quella speranza e luce che non deve spegnersi neanche oggi che vediamo
tanti fragili”. Gli eventi della Memoria ad Assisi erano iniziati giovedì 26
con le visite guidate e la presentazione nel pomeriggio sempre nella sala degli
Sposi del libro di Manuela Dviri dal titolo “Un mondo senza noi” che racconta
la storia della sua famiglia ebrea al tempo delle persecuzioni naziste. Il
prossimo appuntamento in programma 29 gennaio alle ore 15 (in via della Rocca)
con la visita alla casa di Arnaldo Fortini, podestà fascista negli anni ’43-’44
e al monastero di clausura delle suore tedesche di Santa Croce dove trovarono
accoglienza diverse famiglie ebree.
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