A
pochi giorni dalla firma di un significativo “protocollo d’intesa” tra lo
Stato, la Chiesa e la Comunità di Sant’Egidio, avvenuta a Roma il 12 gennaio,
per l’apertura di nuovi “corridoi umanitari” che permetteranno l’arrivo in
Italia, nei prossimi mesi, di 500 profughi eritrei, somali e sud-sudanesi,
fuggiti dai loro Paesi per i conflitti in corso, domenica 15 gennaio ricorre la
103a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che quest’anno papa
Francesco ha voluto dedicare al tema: “Migranti minorenni, vulnerabili e senza
voce”.
Il
messaggio di papa Francesco e i minori non accompagnati giunti in Italia negli
ultimi due anni.
In
occasione di questa significativa Giornata, il Papa ha scritto un messaggio
sollecitando tutti (governanti e cittadini) a prendersi cura dei bambini che
sono «tre volte indifesi», perché «minori, stranieri e inermi» quando per
«varie ragioni sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e
separati dagli affetti familiari». In Italia, nel 2016, sono arrivati circa
14mila minori non accompagnati, quasi il doppio rispetto all’anno precedente
(8.255). Nel 2016 circa 8mila di loro si sono resi irreperibili e spesso una
parte finisce nelle reti dello sfruttamento. Il Papa, nel suo messaggio, cita
il duro monito di Cristo contro chi scandalizza i piccoli riferendolo a chi,
oggi, sfrutta i minori migranti nel giro della prostituzione o della pornografia,
li rende «schiavi» con il lavoro minorile o li arruola come soldati.
La
103a Giornata del migrante e del rifugiato nel capoluogo umbro.
Nelle
attività pastorali e nelle messe di questo fine settimana, parroci e catechisti
sono esortati a sensibilizzare i fedeli al tema di questa 103a Giornata
mondiale. Nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve la giornata è promossa
dall’Ufficio Migrantes con il coinvolgimento delle principali comunità migranti
presenti nel territorio, che si incontreranno sabato 14 gennaio (ore 18.30),
nella parrocchia di San Bartolomeo in Ponte San Giovanni, uno dei centri
periferici del capoluogo umbro in costante crescita demografica con un’alta
percentuale di famiglie immigrate. All’incontro interverrà dal vescovo
ausiliare mons. Paolo Giulietti, che presiederà la celebrazione eucaristica
multilingue. Al termine seguirà la cena multietnica e la festa animata da
gruppi canoro-musicali con spettacoli che ricordano le tradizioni e la cultura
dei Paesi d’origine.
La
riflessione del vescovo ausiliare mons. Giulietti.
Mons.
Giulietti, nell’anticipare la sua riflessione sul tema di questa 103a Giornata
mondiale, ricorda che «se la nostra società “non è un posto per giovani”, ciò è
vero soprattutto per i giovani migranti. La Giornata dei migranti 2017 richiama
l’attenzione sui bambini, sui ragazzi e sugli adolescenti coinvolti nei
processi migratori, evidenziando la loro situazione come particolarmente
fragile e quindi bisognosa di particolare sensibilità».
«Bambini
e ragazzi di origine non italiana – evidenzia il presule – sono ormai una
presenza familiare nelle scuole, negli oratori, nelle squadre di calcio e di
basket… Alcuni parlano col “donca” (l’intercalare dialettale, n.d.r.) come
perugini doc; altri si esprimono in un italiano ancora un po’ incerto. Sono
sempre di più: in un’Italia afflitta da un devastante inverno demografico, la
loro presenza rappresenta una timida speranza di futuro. Gli adolescenti, come
è normale, hanno maggiori problemi, legati all’integrazione culturale incompiuta,
alla situazione familiare spesso problematica, all’esposizione a percorsi di
devianza, alla mancanza di tutele e opportunità, al faticoso inserimento
scolastico e lavorativo. Ci sono poi i bambini e i ragazzi che arrivano come
rifugiati e richiedenti asilo, alcuni con almeno un genitore, altri - in
massima parte adolescenti - “non accompagnati”. Questi particolari si colgono
anche nei Centri di ascolto Caritas e nella Visita pastorale, che il
nostro cardinale Gualtiero Bassetti sta compiendo dal 2014 alle comunità
parrocchiali. Non è stato un caso che uno dei quattro “ambiti sociali” a cui è
stata rivolta la Visita, prima di interessare le realtà parrocchiali,
sia stato quello dell’immigrazione insieme al lavoro, alla sanità e
all’università».
«Come
Chiesa, in cammino verso il Sinodo sui giovani – sottolinea mons. Giulietti –,
abbiamo il dovere di prestare particolare attenzione ad entrambe queste grandi
categorie: alla prima per assicurare una fruttuosa partecipazione ai percorsi e
ai luoghi educativi della comunità, nonché una piena “cittadinanza ecclesiale”;
alla seconda per venire incontro ai bisogni legati alla loro particolare
condizione, tra i quali rientrano quello di poter studiare e quello di poter
giocare. Molto si sta facendo in questa direzione soprattutto negli oratori,
con le iniziative di doposcuola e di aggregazione; molto rimane ancora da fare
perché le nostre comunità parrocchiali siano “un posto per giovani migranti”».
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