A livello mondiale più di 30 milioni di
persone hanno finora perso la vita a causa dell’Hiv-Aids, soprattutto nelle
zone più povere del pianeta. Caritas Internationalis dal 1987 si occupa di
quanti a causa del virus necessitano di cure e delle loro famiglie. Se è vero
che nell’ultimo quarto di secolo complessivamente i decessi sono diminuiti del
30% e molte più persone hanno accesso alle cure, è anche vero purtroppo che tra
il 2005 e il 2012 c’è stato un forte incremento di morti nella fascia d’età tra
i 10-19 anni, in particolare proprio nei Paesi più poveri. In Italia sono circa
4 mila le nuove diagnosi di infezione che si registrano ogni anno:oltre il 50%
di esse è tardiva, mentre il 15% delle persone con infezione Hiv non ne è
nemmeno consapevole.
Dati
preoccupanti ai quali si associa l’affievolirsi della sensibilità e della
capacità di accoglienza verso le persone con Hiv-Aids, una diminuzione delle
conoscenze e una scarsa percezione dei cambiamenti manifestati dal fenomeno.
Per molti è come se la malattia non esistesse più.
Il
Progetto nazionale Aids, coordinato da Caritas Italiana in due anni ha
coinvolto 16 Caritas diocesane. Una preziosa opera di informazione e
sensibilizzazione che però deve proseguire ed essere potenziata. Definiti
metodologie e strumenti comuni, le Caritas coinvolte nel Progetto, avviato nel
settembre 2014, hanno dato vita a svariate azioni di sensibilizzazione,
informazione e formazione che si sono concretizzate in più di 200 interventi,
raggiungendo oltre 20 mila persone. Tra i destinatari diretti, numerosi ragazzi
e giovani: 10.706 quelli incontrati tra scuole, oratori, luoghi di aggregazione
e svago, anche grazie ad articolati percorsi di informazione e formazione.
Questi ragazzi, dopo aver fatto proprie le informazioni ricevute, le hanno
rielaborate, partecipando a concorsi, confrontandosi (coadiuvati da esperti)
all’interno di gruppi facebook, conoscendo persone accolte in case famiglia e
condividendo con loro momenti di festa, incontri e laboratori esperienziali,
infine realizzando insieme ad adulti flash mob e manifestazioni pubbliche, in
particolare proprio in occasione del 1° dicembre. Quanto agli adulti, quelli
coinvolti sono stati 7.615, a partire da quanti sono stati incontrati nelle
parrocchie, nelle zone pastorali, nei servizi Caritas, nelle associazioni del
territorio, oltre a 919 seminaristi, sacerdoti, religiosi e religiose.
A
costoro si aggiungono più di 1.500 persone contattate per permettere la
realizzazione di attività del progetto (dirigenti scolastici, parroci,
responsabili di associazioni, servizi…). Inoltre molti altri cittadini, adulti
e giovani sono stati coinvolti nel progetto grazie alle mostre allestite nelle
parrocchie, durante gli incontri, o negli atri di ospedali, in piazze, in
prossimità di case alloggio, oppure dai manifesti affissi nelle città, o dalla
clip, dal gadget e dal materiale informativo realizzato.
Ora
le attività continuano nelle diocesi finora coinvolte ed è importante
estenderle ad altri territori, affinché l’Aids non rimanga un nemico ignoto, di
cui ci si ricorda solo in occasione del 1° dicembre.
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