Un
vero miracolo in questo anno della misericordia appena terminato. E’ quello che
ha toccato Yurek un polacco di quasi 60 anni, conosciuto con questo nome che da
qualche anno vive in Assisi. Un clochard, noto tra la cittadinanza e che,
grazie a una segnalazione a monsignor Domenico Sorrentino e poi un percorso
alla Caritas, è rinato a nuova vita e proprio nei giorni scorsi è stato accolto
in Curia dal vescovo per un pranzo insieme alla comunità delle suore e al vice
direttore della Caritas padre Stefano Tondelli. Dopo le tre nigeriane monsignor
Domenico Sorrentino ha dunque aperto le porte della sua casa a questo uomo
conosciuto proprio un anno fa in occasione della celebrazione di inizio anno
giubilare. “Yurek non ha famiglia – spiega padre Tondelli– viveva in mezzo alla
strada, era ubriaco dalla mattina alla sera. Ad Assisi lo conoscevano tutti
soprattutto quelli del pronto soccorso che spesso venivano chiamati dai
cittadini che lo vedevano a terra ubriaco e semicosciente”. “La sera
dell’apertura dell’anno della misericordia era molto freddo – spiega il vescovo
Sorrentino – e rientrando a casa da San Rufino una religiosa mi ha portato a
vedere dove viveva Yurek. Era a terra ubriaco che rischiava di morire
assiderato. Nonostante fosse una situazione molto difficile non ho voluto
rassegnarmi a lasciarlo al freddo ed anche se Yurek all’inizio non voleva sono poi
riuscito a trasportarlo in Vescovado al caldo. Da lì l’ho inviato al Centro di
Prima accoglienza della Caritas”. “I primi tempi sono stati difficili –
racconta ancora padre Stefano – Yurek continuava a bere e il suo fisico a
debilitarsi. Se si provava a togliergli il vino lui scappava. Dopo molteplici
ricoveri e gravi problemi di salute un giorno Yurek viene dimesso
dall’ospedale. C’era stato più di un mese assistito dagli infermieri e dai
volontari della Caritas. Al rientro temevamo che ricominciasse a bere e invece.
Il miracolo! Non solo da quel giorno non ha più toccato vino ma ogni giorno si
alza presto e comincia a pulire e spazzare il giardino con una precisione
assoluta. Prima trascurava totalmente l’igiene personale, ora si cura e la sua
camera è sempre pulita e ordinata. Ha anche messo due sedie e un tavolino per
accogliere le persone che vanno a trovarlo. Tutti quelli che lo vedono ora e
che lo conoscevano anche prima non credono ai loro occhi”. “Questo è un
miracolo dell’anno della Misericordia – sottolinea felice monsignor Sorrentino
– e dobbiamo dire grazie a Dio per questa vita salvata”. “Guardandolo ogni
giorno – continua padre Tondelli - ci stupiamo sempre del radicale cambiamento.
Un miracolo dell’amore. Probabilmente sentirsi amato, aver trovato un letto in
cui dormire, gli ha ridato motivo per vivere, prendersi cura di sé ed uscire
dalla disperazione che l’aveva forse spinto ad affogare le preoccupazioni
nell’alcool. Non è stato facile: all’ospedale e alla Caritas sono stati davvero
molto pazienti ed hanno accettato tanti rischi. Anche il vescovo – ha concluso
padre Tondelli - ha insistito tanto e questa volta il Signore ci ha dato la
gioia di vedere un piccolo-grande frutto della speranza dell’amore”.
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