A
tre mesi dalla prima scossa il pensiero va a quanti sono nelle zone dell’Italia
centrale dove la terra continua a tremare e dove la presenza e l’impegno
Caritas restano costanti in tutti i paesi toccati, anche quelli spesso dimenticati.
Questo
vuol dire anche avere e promuovere la consapevolezza che il cratere di questo
terremoto è grande e si allarga anche verso le zone meno battute dai media,
così come lo sono i danni che ha prodotto, accanto alla perdita di vite umane.
I numeri e i dati non riescono a raccontare ‘il faccia a faccia’ con l’immane
tragedia, la trama delle relazioni, la fatica di abitare l’emergenza con la
delicatezza necessaria, la fede e la speranza di tanti. La responsabilità è
grande. Bisogna soprattutto ‘fare bene’, rispondendo a quattro criteri di
fondo: un impegno di lungo periodo oltre le esigenze immediate dell’emergenza;
l’accompagnarsi alle Chiese locali e alle Caritas diocesane per concordare gli
interventi più opportuni; il partire dagli ultimi, ossia da chi è rimasto ai
margini della stessa emergenza, esprimendo così la duplice fedeltà a Dio e alle
persone; il mettersi alla scuola dei poveri per maturare relazioni di
prossimità, di reciprocità, di speranza, di pace.
Per
questo sono stati attivati i gemellaggi di tutte le Caritas, da Nord a Sud, con
la diocesi di Rieti, le sei diocesi delle Marche colpite dal sisma - Ascoli
Piceno, Camerino-San Severino Marche, Fabriano-Matelica, Fermo,
Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto
- la diocesi di Spoleto-Norcia, le diocesi di L’Aquila e Teramo-Atri.
Grazie
alla colletta nazionale del 18 settembre e alla generosa risposta solidale,
sono finora pervenuti a Caritas Italiana 16 milioni di euro, incluso il milione
messo a disposizione dalla Conferenza episcopale italiana e prontamente
trasferito alle diocesi più colpite per i primi interventi.
Caritas
finora ha garantito ascolto delle persone presenti nei territori con
particolare attenzione alle fasce più deboli, accompagnamento pastorale,
informazione, accanto a interventi diretti con risposte ai bisogni primari,
contributi al reddito, fornitura diretta di beni e strumenti per favorire la
ripresa delle attività economiche presenti, soprattutto nelle aree rurali. In
alcune zone - come ad es. Arquata, Acquasanta, Montegallo – sono state avviate attività
strutturate di doposcuola ed animazione giovanile.
Non
è mancata l’attenzione alle famiglie delle vittime, sia in loco che in altre
province o all’estero, e ai bisogni di quanti vivono nelle frazioni e nelle
case sparse, anche con la messa a disposizione, in accordo con Comuni e
Regioni, di moduli abitativi provvisori destinati alle situazioni familiari
particolarmente fragili, soprattutto nelle frazioni isolate di Amatrice.
Significativa
è l’attività di animazione e prossimità negli alberghi della costa marchigiana
e abruzzese e del Lago Trasimeno dove sono stati trasferiti i residenti dei
centri maggiormente colpiti, con iniziative condivise tra le diocesi ospitanti
e quelle di provenienza.
In
tutte le zone colpite si sta completando il monitoraggio dei bisogni a
carattere sociale ed economico, si stanno avviando interventi mirati per la
ripresa delle attività produttive e sono in via di realizzazione centri polifunzionali
per riannodare relazioni e rapporti comunitari. La sala della comunità
S.Agostino ad Amatrice è
stata
appena completata e lì domani, 24 novembre, si svolgerà una celebrazione
eucaristica in ricordo di tutte le vittime e delle loro singole storie di vita
perché si mantenga viva la memoria. Sempre nella diocesi di Rieti altri due
centri di comunità sono in fase di attuazione, a Scai e a Sant’Angelo e si sta
valutando come allestirne un altro a Grisciano. Nella diocesi di Spoleto-Norcia
si sta verificando la possibilità di realizzarne tre: a Norcia, a Cascia e ad Avendita,
mentre nella diocesi di Ascoli Piceno si è in attesa delle necessarie
autorizzazioni per un Centro di comunità ad Arquata del Tronto e si sta
valutando la fattibilità di altre strutture comunitarie nei paesi maggiormente
colpiti delle altre diocesi delle Marche.
Ricordiamo
che è possibile contribuire alla raccolta fondi di Caritas Italiana (Via
Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o
tramite altri canali, tra cui on line sul sito www.caritas.it (causale
"Terremoto centro Italia") o bonifico bancario specificando nella
causale “Terremoto centro Italia”. Ecco i riferimenti bancari:
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Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT 29 U 05018 03200
000000011113
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Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600
100000012474
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Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
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UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
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