I volontari della diocesi di Gubbio tornati dalla spedizione
che si è svolta ad agosto hanno riportato notizie fresche dal Campo della Caritas
umbra in Kosovo, oltre che tanti volti, storie, emozioni, come succede ogni
anno ormai dal 1999. La nuova sede, inaugurata nell’ottobre
di due anni fa nel villaggio di Leskoc, non ha portato solo miglioramenti
logistici, ma sta rendendo possibile un “salto di qualità” importante: aiutare
le ragazze e i ragazzi più grandi - quelli che abbiamo conosciuto bambini - a
diventare autonomi, a scommettere sulle proprie capacità, insomma a prendere in
mano la propria vita. E’ stata una grandissima gioia vedere il laboratorio di
panetteria in piena produzione: Ardian, il ragazzo kosovaro che nei mesi scorsi
ha frequentato in Umbria un corso da fornaio, ogni mattina sforna 750
profumatissimi panini con i quali vengono riforniti tre punti vendita e un
ristorante; anche il nostro Andrea Baldinucci una mattina si è alzato alle tre
per fargli da assistente! Ha preso il via anche la produzione di latte, per ora
con sei mucche, che, se verrà accolto il progetto presentato alla Fondazione
Baldaccini di Foligno, diventeranno 16. E’ in via di costituzione la cooperativa che ha come soci Besart,
Tuna, Ardian, Lirim, Vlora…cioè tutti i ragazzi ormai maggiorenni che porteranno
avanti, sotto la loro responsabilità, le diverse attività lavorative nate in
questi anni (agricoltura, allevamento, panetteria, macelleria, edilizia).
Stella e Mariagrazia hanno dedicato
diversi giorni alla sistemazione sulle scaffalature della dispensa dei viveri
arrivati con il camion partito da Foligno il 26 luglio, carico, oltre che del
cibo raccolto dai ragazzi di Casentino Senza Frontiere, di tanti altri
materiali. Anche questa volta la base logistica della spedizione è stata la
Umbra Cuscinetti, azienda di eccellenza anche per sensibilità sociale. Sul
versante socio-sanitario un’altra buona notizia. A giugno è stata al Campo un’equipe
dell’Istituto Serafico di Assisi guidata dal direttore Giocando Leonardi. Uno
dei frutti che ne sono nati è stato l’impegno da parte della struttura ad
accogliere gratuitamente due bambini con handicap fisici e psichici ogni anno,
al fine di garantire loro quelle cure che in Kosovo non possono ricevere. Il 25 agosto è arrivato il piccolo
Edison: sono andati a prenderlo l’eugubina Sarah Baldelli e suo marito Simone
Vecchietti, responsabili dalla casa Caritas di Casalina (Deruta), che lo
avranno in affidamento per tutto il tempo che rimarrà in Italia.
Tornando dal Kosovo resta la
sensazione che le Chiese umbre, compresa la nostra, potrebbero attingere molto
di più da questa realtà. Ci sembra che la più grande carenza sia proprio
questa: più che nel dare (che è pur sempre importante!) nel “prendere”.
Vorremmo in questo nuovo anno pastorale fare qualcosa in più perché l’esperienza
di servizio in Kosovo sia inserita nei percorsi di crescita dei giovani (e non
solo) delle
nostra comunità diocesana.
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