“Ci siamo
messi subito al servizio delle diocesi colpite, per cogliere le esigenze
immediate e quelle future della gente. Com’è nel nostro stile, stiamo dando la
massima attenzione alle comunità affinché, in questa prova durissima, non si
disgreghino”. Così don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana,
ribadisce l’impegno e il senso della presenza Caritas nelle diocesi segnate dal
terremoto: Rieti, Ascoli Piceno, Spoleto-Norcia, Macerata, Fermo, Camerino, San
Benedetto del Tronto, L’Aquila e Teramo.
Dopo il
terremoto del 24 agosto la presenza e la prossimità della Chiesa è stata
immediata attraverso i vescovi ed i parroci che stanno condividendo con le
comunità l’evolversi della situazione. Caritas Italiana è stata da subito
accanto alle Caritas locali in collegamento con le delegazioni regionali. La Conferenza
Episcopale Italiana ha indetto una colletta nazionale che si è svolta nella
giornata di domenica 18 settembre, in concomitanza con il 26° Congresso
Eucaristico Nazionale, a sottolineare come l’esito della raccolta sia frutto
eucaristico della carità dell’intera Chiesa italiana.
Sabato 24
settembre, in suffragio delle vittime, S.E. Mons. Domenico Pompili, vescovo di
Rieti, celebrerà ad Amatrice una Santa Messa alle 10.30, nell’area del campo di
calcio adiacente il Palazzetto dello sport.
Sempre sabato
24 settembre anche S.E. Mons. Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno,
celebrerà alle ore 15.00 una Santa Messa di suffragio ad Arquata del Tronto,
presso la Tendopoli di Borgo.
Su tutto
il territorio coinvolto Caritas continua a dare risposte a bisogni immediati
con attenzione specifica alle fasce più deboli, in particolare anziani e
minori, e a verificare percorsi di collaborazione per venire incontro appena
possibile alle necessità di strutture temporanee con finalità sociali,
pastorali o per attività economico-produttive, tenendo in considerazione le
esigenze degli sfollati, le indicazioni di gestione e sicurezza, le
ricognizioni e le pianificazioni che i comuni e le regioni interessate stanno
facendo.
L’obiettivo
ultimo resta quello di accompagnare i tempi lunghi della ricostruzione
materiale e spirituale, della ritessitura di relazioni e comunità, del
riassorbimento dei traumi sociali e psicologici, del rilancio delle economie
locali.
È lo
“stile Caritas”: restare accanto alle persone colpite dal sisma non con un
pacchetto già confezionato di interventi, ma in costante ascolto dei bisogni,
nella consapevolezza di un contesto in continuo mutamento. Si sta anche
valutando come attivare specifici “gemellaggi”, secondo le esperienze
sperimentate in analoghe emergenze, e come avviare progetti di ricostruzione e
riabilitazione socio-economica che potranno essere finanziati grazie alla generosa
risposta solidale che la rete Caritas sta riscontrando da tutta Italia e anche
dall’estero. In attesa degli esiti della colletta dello scorso 18 settembre,
sono già pervenuti a Caritas Italiana da donazioni di singoli, comunità e
diocesi 5 milioni di euro, incluso 1 milione di euro messo a disposizione dalla
Conferenza Episcopale Italiana dai fondi 8xmille.
Il
terremoto non ha prodotto solo lutti, distruzione e disperazione, ma ha
stravolto un equilibrio che le comunità locali, non senza fatica, avevano
trovato grazie ad attività legate all’agricoltura, all’allevamento e altre
realtà imprenditoriali che, unite a un turismo legato alla vicinanza con Roma e
alla salubrità delle contrade, rendeva possibile una vita dignitosa, pur in un
contesto generale di crisi economica e sociale. La sfida ora è proprio questa,
raccogliendo l’opportunità che ci viene data dalla situazione: ritrovare
equilibri, ricostruire relazioni, riannodare rapporti comunitari.
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