Con una cerimonia semplice e familiare, nella
sede della mensa “San Valentino” della Caritas diocesana, è stata scoperta la
targa donata dal Rotary Club Terni Distretto 2090 ad encomio dell’opera dei
volontari della mensa e a ribadire l’attenzione e collaborazione concreta del
Club nei confronti della mensa Caritas. Si legge nella motivazione: “Il Rotary
riconosce al gruppo volontari della mensa San Valentino il merito di realizzare
ogni giorno un servizio sociale di grande valore umanitario coerente con lo
spirito rotariano”. Alla cerimonia sono intervenuti il vescovo padre Giuseppe
Piemontese, il direttore della Caritas di Terni-Narni-Amelia Ideale Piantoni,
il presidente dell’associazione di volontariato “San Martino” Francesco
Venturini, la direttrice della mensa Fernanda Scimmi, il past presidente del
Rotary Club distretto 2090 Giorgio Adeodato Norcia ed alcuni volontari.
Un riconoscimento all’impegno dei volontari
che operano alla mensa san Valentino tutti i giorni dell’anno, insieme al
gruppo di sostegno sanitario diretto dal dott. Giovannetti. Un gruppo in
crescita e formato anche da diversi giovani che dedicano parte del loro tempo
al servizio verso i più bisognosi. Nel ringraziare il Rotary club e i volontari
della mensa, il vescovo ha ribadito il suo apprezzamento “per l’impegno
costante e quotidiano, silenzioso senza clamori. Questa mensa è un segno di
speranza per la nostra città e per coloro che ci passano, perchè in maniera
dignitosa e ordinata rifocilla chi si trova nel bisogno. Apprezzo e ammiro la
qualità di quello che viene preparato e lo stile con cui servite i fratelli,
con spirito di amore”. “Mi auguro – ha concluso il presule – che cresca tra di
noi quello spirito di amore e carità che è importantissimo, per gustare
l’amicizia che il Signore ci dà la grazia di vivere”.
La
mensa San Valentino presso
la sede della Caritas in zona San Martino è aperta tutti i giorni dalle 17.45
alle 19. Nel corso del 2015 sono stati distribuiti 38.345 pasti caldi nei 364
giorni di attività. Alla mensa è garantito un pasto a chiunque ha necessità di
mangiare grazie all’opera di circa 80 volontari, che si alternano nel corso del
mese nei vari servizi di accoglienza, preparazione e distribuzione. I
volontari, dai 18 ai 70 anni, sono studenti di scuola superiore, medici,
insegnanti, imprenditori, amministratori, pensionati, mamme, nonne e nipoti,
ragazzi affidati dal tribunale dei minori, ex detenuti e perfino bisognosi che
ripagano il pasto aiutando nella gestione. Durante la distribuzione dei pasti,
alcuni dei volontari sono impiegati nell’ascolto delle persone. Il volontario
ha il compito di accogliere e garantire la serenità osservando le persone,
consapevole che un piccolo gesto può rappresentare una vera e propria coccola
per la persona indigente. Oltre alla gestione della sala c’è il servizio di
cucina e il funzionamento del magazzino con l’approvvigionamento delle materie
prime alimentari, un lavoro molto prezioso e fondamentale ma poco visibile.
Nel 2015 tra i frequentatori della mensa Caritas è diminuita la presenza
di stranieri e aumentata quella degli italiani (70%), persone che hanno visto
la loro situazione economica peggiorare, maggiormente uomini al di sopra dei
cinquant’anni che hanno perso il lavoro o hanno lavori saltuari. Sono persone
che vivono situazioni di povertà per problemi di occupazione, disagio
abitativo, insufficienza o assenza totale di reddito rispetto alle esigenze
ordinarie, grave emarginazione (in particolare per i senza fissa dimora),
infermità psichiche, indebitamento, situazioni di accattonaggio e sfruttamento,
persone separate (soprattutto uomini) o vittime di usura e fallimento.
Soggetti, in genere, senza appoggio di amici o parenti. Molti sono anziani soli
e persone con problemi di giustizia o appena usciti dal carcere.Nel 2015 tra i
frequentatori della mensa Caritas è diminuita la presenza di stranieri e aumentata
quella degli italiani (70%), persone che hanno visto la loro situazione
economica peggiorare, maggiormente uomini al di sopra dei cinquant’anni che
hanno perso il lavoro o hanno lavori saltuari. Sono persone che vivono
situazioni di povertà per problemi di occupazione, disagio abitativo,
insufficienza o assenza totale di reddito rispetto alle esigenze ordinarie,
grave emarginazione (in particolare per i senza fissa dimora), infermità
psichiche, indebitamento, situazioni di accattonaggio e sfruttamento, persone
separate (soprattutto uomini) o vittime di usura e fallimento. Soggetti, in
genere, senza appoggio di amici o parenti. Molti sono anziani soli e persone
con problemi di giustizia o appena usciti dal carcere.
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