Saranno
tre giorni all’insegna del dialogo e del vivere insieme, a trent’anni dalla
storica Preghiera delle religioni mondiali per la Pace, convocata da Giovanni
Paolo II nel 1986: “Sete di pace”, perché il mondo, oggi più che mai, ne ha bisogno.
E’ il titolo dell’incontro internazionale che si svolgerà ad Assisi dal 18 al
20 settembre, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, la Diocesi di Assisi e le
Famiglie Francescane. In un momento storico difficile per le minacce costituite
dalla violenza diffusa, dal terrore e dalle guerre in corso in Medio Oriente e
in Africa, centinaia di capi religiosi di tutti i continenti si vedranno nella
città di San Francesco insieme a rappresentanti del mondo della cultura e delle
istituzioni e accompagnati da una partecipazione popolare da diverse città
italiane ed europee.
Presentando
“Sete di Pace. Religioni e Culture in dialogo”, questa mattina a Perugia, il
presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha
parlato di “un incontro necessario” soprattutto oggi: “C’è una grande sete di
pace che sale dai poveri, dalle vittime del terrorismo e delle guerre in
corso in tante parti del mondo. Noi vogliamo essere la loro voce. Non
andremo ad Assisi solo per ricordare il trentesimo della grande preghiera
voluta da Giovanni Paolo II, ma per celebrare un nuovo evento con tutti coloro
che in questi anni si sono messi con noi in cammino per costruire la pace. Sarà
un convergere di altissime personalità religiose e istituzionali: per
manifestare a tutti che le religioni non sono indifferenti a questo grido che
sale dai popoli, per prendere le distanze dai predicatori di odio, lavorando a
favore dell’integrazione che è la chiave per difendere le nostre società dalla
violenza”.
L’incontro
internazionale sta ricevendo giorno dopo giorno nuove adesioni popolari: in
tanti – prevedono gli organizzatori – raggiungeranno Assisi per assistere ai
momenti di assemblea plenaria e a decine di tavole rotonde organizzate in
diversi punti della cittadina umbra. Numerose anche le personalità ad alto
livello che parteciperanno, al momento già oltre 400, ma altre, sia religiose
che istituzionali, si aggiungeranno nelle prossime settimane.
All’inaugurazione, nel pomeriggio del 18 settembre, saranno presenti tra gli
altri il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I e il filosofo Zygmunt
Bauman. Numerose le autorità religiose, tra cui cardinali, patriarchi delle
Chiese d’Oriente, il primate della Chiesa d’Inghilterra Justin Welby, ebrei
dall’Europa e da Israele, musulmani (tra cui il rettore dell’università di
Al-Azhar, Abd Al-Hay Azab), buddisti ed esponenti di altre religioni asiatiche
insieme a rappresentanti delle istituzioni (per l’Italia i ministri Orlando e
Giannini) e del mondo della cultura provenienti da tutti i continenti e da zone
attraversate da conflitti come la Siria o la Nigeria.
Il
Vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ha sottolineato l’importanza
dell’evento: “Occorre mettere insieme, allo stesso tavolo, le diverse
religioni: di fronte al fanatismo che arriva ad usare il terrore, occorre
dialogare e pregare perché scatti una novità nel cuore dell’uomo. Lo spirito di
Assisi è questo: una grande sfida e abbiamo la gioia di accogliere, come
diocesi, questo incontro internazionale”.
Alla
conferenza stampa con cui è stato lanciato “Sete di Pace” è intervenuta anche
il sindaco di Assisi,Stefania Proietti: “La nostra è una città preziosa,
ricca di tesori come i ricordi di San Francesco e Santa Chiara. Uno di questi
tesori è anche lo spirito di Assisi che ci è dato da custodire. Ci troviamo di
fronte ad una congiuntura mondiale difficile, di fronte ad un terrore cieco. Ma
non ci fermiamo: Assisi si propone come il faro di un nuovo umanesimo contro la
globalizzazione dell’indifferenza.
Da
oggi fino al 18 settembre verrà lanciata una campagna a favore della pace e del
vivere insieme: appelli, assemblee di preparazione e iniziative dal basso per
sostenere l’incontro internazionale.
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