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  12/07/2016 17:07


L’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha celebrato la Messa per la festa di S. Benedetto nella Grotta di Monte Cucco a Costacciaro insieme ad un gruppo di speleologi umbri



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San Benedetto da Norcia oltre ad essere patrono d’Europa lo è anche dei monaci, degli architetti, degli ingegneri e degli speleologi. Lunedì 11 luglio scorso, nella festa liturgica del Santo, mons. Renato Boccardo arcivescovo della Chiesa che ha dato i natali a Benedetto, quella di Spoleto-Norcia, e che lo venera come patrono principale - se ne fa solenne memoria il 21 marzo con un ricco calendario di celebrazioni - ha celebrato la Messa con un gruppo di speleologi umbri nella Grotta di Monte Cucco a Costacciaro (PG), comune situato tra l’Umbria e le Marche, nel territorio della diocesi di Gubbio.  Con i suoi 30 chilometri di gallerie ed oltre, e con una profondità massima di quasi 1000 metri è uno dei sistemi ipogei più importanti in Europa e sicuramente tra i più noti e studiati nel mondo. Lo spettacolo naturale che fino ad ora poteva essere apprezzato solo da esperti speleologi, si apre per circa 800 metri di percorso sotterraneo alla scoperta di chi vuol vivere un’esperienza sensoriale unica, fatta di suoni, quelli dell’acqua che lentamente scava la roccia, di odori, quelli della profondità della montagna, di immagini, quelle create dalle formazioni calcaree interne. Nella prima “sala” della Grotta chiamata della “Cattedrale” è stata celebrata la Messa alla presenza di una settantina di persone. «Cari amici – ha detto nel saluto iniziale il vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli – oramai da otto anni ci ritroviamo qui l’11 luglio per festeggiare S. Benedetto. Oggi sono particolarmente felice di accogliere l’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, il custode dei luoghi natali del Santo patrono d’Europa, che ringrazio per aver accettato il mio invito». Pregare e ricordare S. Benedetto nella Grotta di Monte Cucco richiama alla mente un episodio cruciale della vita del Patriarca del monachesimo occidentale: quando lasciò Roma perché disgustato dallo stile di vita di molti suoi compagni di studio e per piacere solo a Dio si ritirò per tre anni in una grotta, quella che oggi conosciamo come Sacro Speco di Subiaco. Quel periodo di solitudine con Dio fu per Benedetto tempo di grande maturazione che poi trovò concretezza nei monasteri e nella Regola. Ricordando questo avvenimento, mons. Boccardo ha detto ai presenti che «nella vita cristiana ci vuole serietà, chiarezza, decisione e che non c’è posto al compromesso. S. Benedetto ci esorta ad essere coraggiosi, a non aspettare che altri facciano le cose al posto nostro, ad abitare questo tempo con coerenza e a riempirlo di opere buone. Il nostro Santo non era né perfetto né senza difetti, ma dinanzi alle difficoltà ripartiva cercando di vivere bene il presente, senza rimpianti per il passato e senza cercare cose straordinarie». Poi, un pensiero sull’Europa: «Chiediamo a S. Benedetto di intercedere presso il Signore – ha detto Boccardo – affinché suggerisca ai governanti azioni di unità e di progresso che rispettino l’identità e la libertà dei popoli, che si fondino sulla solidarietà, sull’uguaglianza, sull’accoglienza e sulle altre intuizioni contenute nella Regola Benedettina che possono ancora garantire all’Europa di essere madre premurosa dei popoli». Al termine della Messa il sindaco di Costacciaro Andrea Capponi ha accompagnato mons. Boccardo e mons. Ceccobelli nelle altre tre “sale” della Grotta ed ha spiegato come sono in corso esplorazioni alla ricerca di nuovi pozzi e gallerie, lasciando libero così un nuovo capitolo della lunga ed appassionante storia di questa parte di Umbria. 




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