«Sono due le espressioni di Giorgio La Pira che possono riassumere in maniera efficace la sua visione del Mediterraneo: la prima è «grande lago di Tiberiade», la seconda è «triplice famiglia di Abramo». Inizia con queste parole l'ultimo articolo del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti su «L'Osservatore Romano», in edicola sabato 2 luglio, consultabile anche sul sito: www.osservatoreromano.va.

L'articolo, intitolato Attualità di una profezia è un ampio stralcio di uno scritto del porporato perugino pubblicato nel libro «Una missione da compiere. L’Azione Cattolica, La Pira e i cattolici italiani» (Roma, Ave, 2016, pagine 112, euro 18). Il libro raccoglie i contributi del convegno per le celebrazioni del centenario dell’Azione cattolica di Perugia. Gli sforzi dell'Ac perugina e del suo Presidente diocesano Alessandro Fratini, dopo aver profuso nel 2015 una serie di iniziative per ricordare la loro storia secolare, trovano, oggi, un riconoscimento istituzionale di grande prestigio.

            Il testo dell'arcivescovo Bassetti è di grande attualità e riflette sul ruolo del Mediterraneo seguendo le intuizioni di Giorgio La Pira. Il cardinale, che proprio per la conoscenza profonda di queste tematiche aveva vinto l’ultima edizione del premio “La Pira - Città di Cassano Allo Ionio”, sottolinea alcuni aspetti, ancora attuali, del pensiero del sindaco di Firenze. La Pira aveva intuito, prima di tutti, il ruolo geopolitico del «mare nostrum» come luogo nevralgico per la costruzione del dialogo.

«Mi chiedo se, oggi – scrive Bassetti – non sia venuto il momento di promuovere una serie di incontri sul modello dei Colloqui mediterranei ideati da La Pira. Incontri autentici, che riescano a mettere in relazione le grandi culture politiche e religiose del Mediterraneo e che sappiano promuovere obiettivi realistici per la soluzione di alcuni dei problemi più importanti del mondo contemporaneo: in primo luogo, la costruzione della pace; in secondo luogo, le migrazioni internazionali. È tempo, infatti, di dare una forma concreta a quella sorta di geopolitica della misericordia» annunciata da Papa Francesco.