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  03/06/2016 23:57


Perugia: il cardinale Gualtiero Bassetti in visita ai 62 profughi accolti dalla Caritas. Il porporato: «Cenerò con i nostri ospiti e sarà un momento molto bello, perché ogni incontro, ogni scambio è sempre un arricchimento reciproco»



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Fervono i preparativi presso la Canonica di San Giovanni del Prugneto (Pg) per l’arrivo del cardinale Gualtiero Bassetti nella serata del 4 giugno, dove dallo scorso autunno la Caritas diocesana ospita un folto gruppo di giovani profughi pakistani, ai quali, per l’occasione, si uniranno quelli della Siria, Gambia, Ghana, Nigeria e Senegal per un totale di 62 persone, tutte accolte dalla stessa Caritas in alcune strutture ecclesiali e private del territorio perugino.

«La presenza del cardinale è molto attesa dai nostri giovani ospiti – commenta l’assistente sociale Stella Cerasa, responsabile Caritas del progetto di accoglienza dei profughi e richiedenti asilo dell’Archidiocesi –, soprattutto per i ragazzi pakistani che hanno conosciuto il nostro arcivescovo al loro arrivo, lo scorso autunno, e poi l’hanno rincontrato al pranzo di Natale e in altre occasioni. Attualmente i profughi accolti dalla nostra Caritas sono impegnati nell’apprendimento della lingua italiana e, durante l’anno scolastico, alcuni di loro hanno avuto degli scambi culturali con diverse classi di scuole superiori di Perugia. Hanno testimoniato, attraverso le loro esperienze, quasi sempre molto tragiche, che “il profugo non è un pericolo, ma è in pericolo”, come ha ricordato di recente papa Francesco e come ci mostrano quasi ogni giorno i telegiornali nei servizi sugli sbarchi. I volti dei sopravvissuti all’attraversata del Mediterraneo e dell’Egeo sono di persone impaurite e segnate dalla sofferenza».

            Il cardinale Bassetti ha voluto inserire questo significativo appuntamento all’interno della Visita pastoraleche sta svolgendo alle comunità parrocchiali della Seconda Zona dell’Archidiocesi, dove a tutt’oggi sono sorte tre case di accoglienza: “L’Oasi Engaddi”, “Il Pozzo di Giacobbe” e “La Locanda del Don” (attiva tra pochi giorni). Gli operatori Caritas, che in quest’ultimo periodo stanno seguendo i giovani ospiti nell’iter amministrativo per l’ottenimento dei loro documenti, colgono l’occasione per ringraziare le parrocchie di questa Zona pastorale per l’accoglienza dimostrata ai profughi, per la continua vicinanza dei loro sacerdoti alle attività del progetto e per aver messo a disposizione dello stesso importanti spazi parrocchiali.

«Cenerò con i nostri ospiti e sarà un momento molto bello, perché ogni incontro, ogni scambio è sempre un arricchimento reciproco – commenta il cardinale –. L’accoglienza è nel DNA del nostro popolo, perché essendo l’Italia una delle nazioni d’Europa che si affaccia quasi interamente sul Mediterraneo, abbiamo la caratteristica della gente che abita le coste, sempre disposta ad accogliere ciò che il mare offre, soprattutto quando si tratta di intere famiglie, uomini, bambini, donne in attesa di dare alla luce la propria creatura e non poche volte questo avviene sui barconi in condizioni disumane».

            «Il flusso migratorio è un problema complesso, nuovamente in aumento in queste ultime settimane – riflette il presule –, ma se si continua a pensare di risolverlo con l’innalzamento di “dighe”, la storia insegna che anch’esse potrebbero essere travolte a causa di ingiustizie sociali perpetrate nel corso dei secoli, su cui l’Occidente ha anche la propria responsabilità. Per questo è importante per la mia comunità diocesana non solo aver messo a disposizione degli spazi, ma avere delle persone che condividono quotidianamente la vita di quanti vengono accolti».

«Non è né umano, né cristiano – conclude il cardinale – opporvi rifiuti a coloro che nei propri Paesi sono perseguitati, vittime di violenze e di guerre e ridotti alla fame».




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