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  31/05/2016 21:59


Perugia: una serata di preghiera, riflessione e testimonianze in ricordo del «“sacerdote” nel Regno dei Cieli», Giampiero Morettini, il seminarista prematuramente scomparso. Sarà presentato anche il libro biografico a lui dedicato di suor Roberta Vinerba: “Con lui Dio non si era sbagliato”



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Ci saranno tantissimi amici e conoscenti di Giampiero Morettini, il giovane seminarista scomparso a causa di una grave malattia nel 2014, al Centro congressi “A. Capitini” in Perugia, mercoledì 1° giugno, alle ore 20.45, dove l’Archidiocesi terrà una serata di preghiera, riflessione e testimonianze in suo ricordo. Sarà l’occasione di presentare il libro scritto da suor Roberta Vinenba, su mandato del cardinale Gualtiero Bassetti, dal titolo: “Con lui Dio non si era sbagliato. Giampiero Morettini” (Edizioni Paoline, Milano 2016, pp. 158). Si tratta di un’opera biografica che, oltre a ripercorrere la storia di questo giovane, mette in risalto le sue doti umane e cristiane. Non a caso il cardinale Bassetti ha scritto nella prefazione: «Abbiamo bisogno di testimoni credibili e raggiungibili, di conoscere le storie di chi, ancora oggi, sceglie di donare la propria vita per gli altri». Quella di Giampiero, evidenzia sempre il porporato, «è stata un’adesione sponsale verso gli ultimi, verso i poveri del Vangelo visti e guardati con lo sguardo di Gesù Buon Pastore. Un esempio semplice di una chiamata alla santità quotidiana, alla preghiera, una chiamata alla riscoperta consapevole del sacerdozio, della regalità e della profezia donati ad ognuno di noi nel battesimo. Leggendo queste pagine, frutto di un lavoro di incontro dell’autrice con un numero amplissimo di testimoni che volontariamente hanno aderito a questo progetto, ci viene donato il ritratto di Giampiero dalla sua nascita alla rinascita in Cielo: Una continua riscoperta anche per me, unita alla meraviglia e allo stupore per l’opera di Dio su di lui».

     «Il libro – spiega suor Vinerba – ripercorre la storia di Giampiero Morettini prematuramente scomparso per le complicanze insorte dopo un intervento al cuore resosi necessario a seguito di una malformazione congenita scoperta dopo un malore che lo colpì a fine maggio 2014 mentre si trovava in Seminario. Come seppe vivere il mese di calvario in ospedale, come seppe morire, l’evento della veglia e dei funerali celebrati nella chiesa di San Pio a Castel del Piano in Perugia, furono rivelatori di una straordinaria fibra umana e spirituale di quel giovane vissuto sempre nell’ordinarietà e nella semplicità».

     Il settimanale «La Voce» pubblicherà questo fine settimana nel suo sito (www.lavoce.it) un’ampia intervista ai genitori di Giampiero Morettini, mamma Caterina e papà Mario, dandone di seguito un’anticipazione.

«Per noi genitori è normale parlare di Giampiero. Forse perché dall'inizio del suo ricovero in ospedale abbiamo avuto sempre delle persone vicine, non siamo mai stati soli e questa cosa ci ha aiutato. Anche noi siamo stati sempre disponibili a parlare della vita di Giampiero e della sua malattia, pur con emozione e sofferenza. Ci fa bene parlare di lui, perché così il dolore non ci schiaccia. Tanti genitori, purtroppo, nella nostra situazione si sono trovati isolati. Noi siamo sempre circondati anche da persone che non conoscevamo. Non ci danno niente, però ci danno tutto». Mamma Caterina “confessa” che «quando Giampiero è andato in Cielo, non ho pianto tanto quanto alla sua entrata in Seminario. All'inizio è stata dura, ma poi lo vedevo davvero felice, era cambiato, trasformato, tranquillo… Quando lavoravamo insieme (la famiglia Morettini ha un’azienda agricola dove Giampiero lavorava prima di diventare seminarista, n.d.r.) lo vedevo sempre arrabbiato, teso – racconta la signora Caterina –, si litigava anche insieme. Mentre dopo vedevo luce nei suoi occhi, serenità. Negli ultimi 4-5 anni era un altro ragazzo, sereno. Ora ci dà serenità a noi, altrimenti sarebbe impossibile andare avanti senza di lui. Giampiero mi ha aiutato a pregare, perché prima non pregavo… Trascuravo la mia fede, perché prima veniva il lavoro … Adesso ho questa “grazia della preghiera” e senza la messa la domenica non posso stare». Si tratta quasi di una “conversione” di una madre dopo la morte del figlio che sarebbe diventato un giorno sacerdote, quando, forse, sarebbe stato più “semplice-naturale” prendersela con Dio per averle strappato questo figlio che, tra l’altro, si era donato alla Chiesa. «Il prossimo anno – racconta sempre mamma Caterina – Giampiero avrebbe compiuto 40 anni e sarebbe diventato sacerdote. Una vocazione adulta… Mi diceva: “Mamma preparati, perché anche tu dovrai essere vestita come ad un matrimonio, perché il sacerdozio ‘è’ un matrimonio”. Molte volte lo penso come se lui sia diventato davvero sacerdote... nel Regno dei Cieli». 




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