Ci
saranno tantissimi amici e conoscenti di Giampiero Morettini, il
giovane seminarista scomparso a causa di una grave malattia nel 2014,
al Centro congressi “A. Capitini” in Perugia, mercoledì 1°
giugno, alle ore 20.45, dove l’Archidiocesi terrà una serata di
preghiera, riflessione e testimonianze in suo ricordo. Sarà
l’occasione di presentare il libro scritto da suor Roberta Vinenba,
su mandato del cardinale Gualtiero Bassetti, dal titolo: “Con
lui Dio non si era sbagliato. Giampiero Morettini” (Edizioni
Paoline, Milano 2016, pp. 158). Si tratta di un’opera biografica
che, oltre a ripercorrere la storia di questo giovane, mette in
risalto le sue doti umane e cristiane. Non a caso il cardinale
Bassetti ha scritto nella prefazione: «Abbiamo bisogno di testimoni
credibili e raggiungibili, di conoscere le storie di chi, ancora
oggi, sceglie di donare la propria vita per gli altri». Quella di
Giampiero, evidenzia sempre il porporato, «è stata un’adesione
sponsale verso gli ultimi, verso i poveri del Vangelo visti e
guardati con lo sguardo di Gesù Buon Pastore. Un esempio semplice di
una chiamata alla santità quotidiana, alla preghiera, una chiamata
alla riscoperta consapevole del sacerdozio, della regalità e della
profezia donati ad ognuno di noi nel battesimo. Leggendo queste
pagine, frutto di un lavoro di incontro dell’autrice con un numero
amplissimo di testimoni che volontariamente hanno aderito a questo
progetto, ci viene donato il ritratto di Giampiero dalla sua nascita
alla rinascita in Cielo: Una continua riscoperta anche per me, unita
alla meraviglia e allo stupore per l’opera di Dio su di lui».
«Il
libro – spiega suor Vinerba – ripercorre la storia di Giampiero
Morettini prematuramente scomparso per le complicanze insorte dopo un
intervento al cuore resosi necessario a seguito di una malformazione
congenita scoperta dopo un malore che lo colpì a fine maggio 2014
mentre si trovava in Seminario. Come seppe vivere il mese di calvario
in ospedale, come seppe morire, l’evento della veglia e dei
funerali celebrati nella chiesa di San Pio a Castel del Piano in
Perugia, furono rivelatori di una straordinaria fibra umana e
spirituale di quel giovane vissuto sempre nell’ordinarietà e nella
semplicità».
Il
settimanale «La Voce» pubblicherà questo fine settimana nel suo
sito (www.lavoce.it)
un’ampia intervista ai genitori di Giampiero Morettini, mamma
Caterina e papà Mario, dandone di seguito un’anticipazione.
«Per
noi genitori è normale parlare di Giampiero. Forse perché
dall'inizio del suo ricovero in ospedale abbiamo avuto sempre delle
persone vicine, non siamo mai stati soli e questa cosa ci ha aiutato.
Anche noi siamo stati sempre disponibili a parlare della vita di
Giampiero e della sua malattia, pur con emozione e sofferenza. Ci fa
bene parlare di lui, perché così il dolore non ci schiaccia. Tanti
genitori, purtroppo, nella nostra situazione si sono trovati isolati.
Noi siamo sempre circondati anche da persone che non conoscevamo. Non
ci danno niente, però ci danno tutto». Mamma Caterina “confessa”
che «quando Giampiero è andato in Cielo, non ho pianto tanto quanto
alla sua entrata in Seminario. All'inizio è stata dura, ma poi lo
vedevo davvero felice, era cambiato, trasformato, tranquillo…
Quando lavoravamo insieme (la famiglia Morettini ha un’azienda
agricola dove Giampiero lavorava prima di diventare seminarista,
n.d.r.) lo vedevo sempre arrabbiato, teso – racconta la signora
Caterina –, si litigava anche insieme. Mentre dopo vedevo luce nei
suoi occhi, serenità. Negli ultimi 4-5 anni era un altro ragazzo,
sereno. Ora ci dà serenità a noi, altrimenti sarebbe impossibile
andare avanti senza di lui. Giampiero mi ha aiutato a pregare, perché
prima non pregavo… Trascuravo la mia fede, perché prima veniva il
lavoro … Adesso ho questa “grazia della preghiera” e senza la
messa la domenica non posso stare». Si tratta quasi di una
“conversione” di una madre dopo la morte del figlio che sarebbe
diventato un giorno sacerdote, quando, forse, sarebbe stato più
“semplice-naturale” prendersela con Dio per averle strappato
questo figlio che, tra l’altro, si era donato alla Chiesa. «Il
prossimo anno – racconta sempre mamma Caterina – Giampiero
avrebbe compiuto 40 anni e sarebbe diventato sacerdote. Una vocazione
adulta… Mi diceva: “Mamma preparati, perché anche tu dovrai
essere vestita come ad un matrimonio, perché il sacerdozio ‘è’
un matrimonio”. Molte volte lo penso come se lui sia diventato
davvero sacerdote... nel Regno dei Cieli».
|