“La
meraviglia della vita. Scoprire il creato, comprendere la sua bellezza e
complessità, per una partecipazione stupita e consapevole” e “A che gioco
giochiamo. Racconta la vita”: sono i titoli dei due progetti didattici che
l’Ufficio scuola dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, diretto dalla prof.ssa
Battistina Vargiu, ha proposto agli studenti delle scuole primarie e secondarie
presenti nel territorio della Diocesi nell’Anno Santo della Misericordia. Da
ottobre a maggio oltre 2000 bambini e ragazzi hanno svolto attività
interdisciplinari e laboratoriali sulla misericordia e sulla vita, declinate
negli aspetti storico-artistico, naturalistico, sociale e
letterario-fotografico-video. E
mercoledì 25 maggio nella basilica di S. Eufemia del palazzo arcivescovile di
Spoleto c’è stata la presentazione dei “frutti” dei due progetti didattici alla
presenza dell’arcivescovo Renato Boccardo e del sindaco di Spoleto Fabrizio
Cardarelli, ma soprattutto di tantissimi studenti, accompagnati dai rispettivi
docenti, che hanno riempito l’antica cappella dei vescovi sia nel piano
inferiore, che nel matroneo. Quelli delle superiori sono giunti in Episcopio
dalla chiesa di S. Pietro, passando per l’antico sentiero dei carbonari, ovvero
quello che passa sotto il Ponte delle Torri, da poco tempo riaperto. «Sono
contento di accogliervi nel cuore della Diocesi», ha detto loro mons. Boccardo.
«La vostra presenza ci fa guardare con fiducia al futuro, ci rende sempre più
consapevoli dell’importanza di dire sì alla vita e di come sia importante non
fallire la partita della vita». Il sindaco Cardarelli ha partecipato alla
camminata insieme ai ragazzi delle scuole superiori: «Sono davvero contento di
aver accompagnato i giovani in questo percorso e far capire che il Ponte delle
Torri è un’opera della vita (è, infatti, un acquedotto romano) e non delle
morte come purtroppo è conosciuto per l’elevato numero di persone che vi si
gettano per interrompere la vita. Insieme a questi giovani che hanno riflettuto
tutto un anno scolastico proprio sulla bellezza della vita, abbiamo onorato
coloro che pensarono il Ponte come luogo vitale e lo abbiamo ammirato in tutta
la sua maestosità da sotto, da una prospettiva che in pochi conoscono». La
prof.ssa Battistina Vargiu è entrata nel merito dei progetti: «Abbiamo
avvicinato i bambini e i ragazzi – ha detto – al senso profondo della vita
attraverso le opere d’arte e la natura, coniugando insieme apprendimento e
formazione, consapevoli che misericordia nella scuola vuol dire assumere
pienamente il progetto di vita di ogni singolo ragazzo e non dei ragazzi in
generale. Sono davvero felice – ha concluso - che moltissime scuole presenti
nel territorio della Diocesi abbiano accolto l’invito e per questo ringrazio i
vari dirigenti, gli insegnanti e i genitori, ma soprattutto gli studenti». Norma
Proietti, dirigente del primo circolo didattico di Spoleto, ha sottolineato che
«questi progetti sono stati una grande opportunità di crescita per gli alunni e
un ottimo modo di fare sinergia tra varie realtà per il bene dei nostri
giovani». I
bambini e i ragazzi delle elementari e delle medie hanno partecipato ai
seguenti ambiti del progetto, coordinati da Cristina Traballoni (insegnante) e
da Stefania Nardicchi (dell’Ufficio beni culturali della Diocesi): Ambito
storico-artistico: osservazione e illustrazione delle opere d’arte nel museo
diocesano o nelle chiese del territorio, in modo particolare quelle relative al
tema della misericordia, e successiva rielaborazione secondo il punto di vista
degli studenti. Ambito
naturalistico: con gli esperti del Club Alpino Italiano (CAI) di Spoleto e
della Comunità Montana dei Monti Martani, del Serano e del Subasio hanno
effettuato delle uscite sul territorio per osservare la natura: misericordia,
infatti, è anche rispetto del creato. Anche qui c’è stata successiva
rielaborazione secondo il punto di vista degli studenti. Ambito
sociale: alla casa “Mons. Pietro Bonilli” di Trevi delle Suore della Sacra
Famiglia che accoglie donne disabili, hanno sperimentato come misericordia
significhi stare vicino agli altri, a chi vive una qualche difficoltà. Una
successiva rielaborazione ha fotografato quanto vissuto dagli studenti. I
ragazzi delle scuole superiori, invece, hanno sviluppato una riflessione sulla
vita attraverso dei laboratori in classe, tenuti dagli animatori della
Pastorale giovanile diocesana, e dei convegni: il tutto è confluito in opere
letterarie, fotografiche e video che hanno partecipato ad un concorso. Una
apposita commissione presieduta da mons. Giampiero Ceccarelli (direttore
Ufficio beni culturali diocesi) e composta da Giulia Fiorani (docente), Stefano
Alleva (regista) e Antonello Zeppadoro (fotografo) ha premiato i migliori
elaborati: quello di Cristian Luzi (Istituto professionale) per il settore letterario
e quello di Luca Micheli e Simone Russo (Istituto alberghiero) per il settore
video.
I
“frutti” dei due progetti didattici sono esposti nelle sale del Museo
diocesano, accanto alle altre opere d’arte, fino al 2 giugno prossimo.
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