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  19/05/2016 15:44


Perugia: Due eventi per testimoniare la vicinanza ai tanti cristiani perseguitati e martiri per la fede nel mondo. La conferenza “I cristiani in Medio Oriente: la vita delle comunità in Siria e Iraq” e l’incontro di testimonianza-preghiera “Appello all’umano”



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Perugia, da sempre città di dialogo tra culture e fedi diverse, sensibile e solidale ai drammi e alle sofferenze del prossimo, si appresta a vivere due eventi significativi a sostegno dei tanti cristiani perseguitati e martiri per la loro fede e di tutte le minoranze represse con la violenza nel mondo. Si tratta della conferenza “I cristiani in Medio Oriente: la vita delle comunità in Siria e Iraq” e dell’incontro di testimonianza e preghiera del rosario “Appello all’umano”, promossi dall’Associazione culturale “Charles Péguy” e dal “Comitato Nazarat”, con il patrocinio dell’Archidiocesi e del Comune di Perugia. La conferenza si terrà sabato 21 maggio, alle ore 16.30, nella Sala dei Notari del palazzo comunale dei Priori, con gli interventi del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, dei giornalisti inviati in aree di conflitti Rodolfo Casadei e Gian Micalessin e dell’italo-siriano Ayman Haddad, docente di lingua e cultura araba a Perugia. L’incontro “Appello all’umano” è in programma martedì 24 maggio, alle ore 21, nella basilica di San Costanzo con la testimonianza di un protagonista del dramma delle persecuzioni, Samaan Daoud, damasceno esule con la famiglia in Italia. Seguirà la recita del rosario guidata dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti. Con questo appuntamento nella basilica intitolata al santo martire e fondatore delle prime comunità cristiane a Perugia, il “Comitato Nazarat” darà l’avvio nel capoluogo umbro a degli incontri di testimonianza e preghiera con cadenza mensile il giorno 20 di ogni mese (data emblematica, in ricordo del 20 luglio 2014 quando da Mosul, in Iraq, l’Isis cacciò oltre 130mila cristiani che fuggirono nel Kurdistan iracheno). Già in altre città italiane, ad iniziare da Rimini, il “Comitato Nazarat” organizza questi incontri, ai quali aderiscono alla preghiera in contemporanea diversi monasteri, tra cui quello perugino di clausura delle Clarisse di Sant’Agnese. L’Associazione culturale “Charles Péguy” e il “Comitato Nazarat” sono due realtà impegnate a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione delle comunità cristiane in Medio Oriente fatte oggetto negli ultimi anni di una costante persecuzione e sul ruolo che le stesse hanno sempre avuto nella regione mediorientale. Entrambe, a Perugia, si sono costituite di recente e contano già alcune decine di aderenti. Uno di loro è Michele Vescarelli, che spiega le finalità: «Di fronte alla lentezza dei governanti del mondo nel porre fine al dramma dei cristiani e delle minoranze perseguitate, proviamo a fare la nostra parte con la testimonianza della nostra fede e con la preghiera». Vescarelli evidenzia anche l’importanza della vicinanza delle due realtà alla Chiesa perugina e al suo arcivescovo: «Non è un caso che ad aprire la conferenza di sabato prossimo sarà il cardinale Bassetti, da sempre sensibile alla tematica. Proprio pochi giorni fa – ricorda Vescarelli – il nostro pastore ha nuovamente esortato a tenere nella dovuta considerazione il legame che c’è tra testimonianza della fede e persecuzione: “due parole che si alimentano senza soluzione di continuità - ha detto Bassetti -, senza poter dire con esattezza quale delle due ha la priorità e che rimandano a fatti concreti con i quali, prima o poi, ogni cristiano è chiamato a misurarsi nella sua fede”». Dalla “Charles Péguy” giunge anche l’appello a dar vita a «confronti con testimoni di verità del nostro tempo», da vivere come «un’occasione preziosa per tentare di rispondere senza paura alle sfide che abbiamo di fronte, pensando insieme le soluzioni e la storia che vogliamo costruire». Sempre l’associazione pone degli interrogativi rivolti ad un’Europa distratta mentre in diverse aree del mondo, a partire dalla regione mediorientale, l’Isis si andava affermando. «Come fronteggiare i flussi migratori, quali politiche di integrazione adottare, quali sono i valori fondanti della nostra società…? La fede religiosa è un ostacolo o un aiuto per la convivenza civile?». Al riguardo si pensi alla Siria, dove i cristiani vivono fin dalle origini del cristianesimo e non sono comunità introdotte in uno stato islamico, sono lì da sempre. San Paolo si è convertito a Damasco e ad Antiochia si sviluppò la prima comunità cristiana fuori dalla Palestina. In Siria, dato non irrilevante, i cristiani, prima dell’Isis, vivevano pacificamente con i musulmani. Dal 2013 al 2015, evidenziano dalla “Charles Péguy” e dal “Comitato Nazarat”, il numero degli Stati classificati come di «estrema» persecuzione dei cristiani è salito a dieci, con l’aggiunta di Iraq, Nigeria, Siria e Sudan, che si sommano ad Arabia Saudita, Cina, Corea del Nord, Eritrea, Iran e Pakistan. In Iraq e in Siria ogni giorno i cristiani (cattolici, ortodossi e protestanti) sono costretti dall’Isis a scegliere se convertirsi o morire, e molti abbandonano la loro terra per sfuggire a questa scelta. Per questo va sensibilizzata sempre più l’opinione pubblica ed esortati i credenti a elevare incessanti preghiere a Dio affinché non faccia mai mancare la sua protezione a tanti suoi figli perseguitati.
 
Schede di presentazione dell’Associazione culturale “Charles Péguy”, del “Comitato Nazarat” e dei tre relatori alla conferenza “I cristiani in Medio Oriente: la vita delle comunità in Siria e Iraq”
 
L’associazione culturale “Charles Péguy” si è costituita recentemente per iniziativa di alcuni amici di Perugia, Arezzo e Siena con lo scopo di rendere presenti e permanenti nella società i valori della fede così come trasmessi dalla Chiesa, secondo l'accento particolare suggerito dal carisma di mons. Luigi Giussani. Per mons. Giussani la dimensione del gesto pubblico deve contenere tre aspetti fondamentali: 1) La cultura, quale conoscenza critica e sistematica di un’esperienza cristiana in grado di offrire un criterio più fecondo e completo per leggere la realtà seguendo così il solco tracciato dalla Dottrina sociale della Chiesa; 2) La carità, quale tentativo per comunicare la bellezza dell'esperienza cristiana che risponde a quella legge innata che spinge gli uomini a condividere con gli altri quanto accade di positivo e a mettere in comune se stessi; 3) La missione, quale testimonianza della propria adesione ai valori della fede, come servizio alla missione della Chiesa e come possibilità di richiamo all’esperienza cristiana. Il “Comitato Nazarat”. Nell'estate 2014 l’invasione dell’Isis a Mosul in Iraq determinò l'esodo drammatico dei cristiani e delle altre minoranze. Gli integralisti dopo aver preso la città, nella notte tra il 17 e 18 luglio, diramarono un ultimatum. Veniva spiegato ai cristiani che avrebbero dovuto convertirsi all’islam, pagare la jizya, la tassa, e lasciare la città senza prendere nulla con sé prima di mezzogiorno del 19 luglio. Una sola alternativa era concessa loro: essere decapitati («Fra voi e noi, non ci sarà che la spada».). Il patriarca caldeo Louis Sako denunciò l'esito di tali violenze. In un solo giorno oltre 130mila profughi fuggirono dalle proprie abitazioni derubati di tutti i loro averi mentre centinaia di chiese venivano distrutte o danneggiate. In pratica l'azione coordinata di un genocidio. Alcuni amici, cattolici e laici, provocati da quanto stava avvenendo, presero a cuore la vicenda dei cristiani perseguitati e, a partire dal 20 agosto 2014, iniziarono a pregare ogni mese in piazza Tre Martiri a Rimini per invocare su di loro la protezione di Maria. Dalla stessa sensibilità che ha mosso gli amici di Rimini, nasce anche a Perugia l’esperienza del “Comitato Nazarat”. *** Rodolfo Casadei segue da anni, come giornalista da aree di conflitto, l’evolversi della situazione politica nei Paesi in guerra con lo Stato islamico. È’ reduce da una permanenza ad Erbil, in Iraq, presso la comunità cristiana di Mosul e Piana di Ninive ospitata nei campi profughi. È’ autore di numerosi libri sull'argomento, tra cui il recente "Perseguitati perché cristiani" (2015, Mimet-Docete). Ha intervistato politici, militari e famiglie comuni con le quali ha condiviso la quotidianità. Gian Micalessin giornalistica specializzato in reportage di politica internazionale, con particolare attenzione alle aree di conflitto, attualmente è editorialista de II Giornale. In oltre 30 anni di attività ha realizzato documentari e reportage dalle principali aree di crisi e di conflitto del mondo: dall'Iraq, dalla ex Jugoslavia, dall'Algeria, dal Ruanda durante il genocidio dei Tutsi, dall'epicentro del morbo dell'ebola in Zaire, dalla Cecenia durante le fasi più calde della guerra. Da lungo tempo segue con particolare attenzione le questioni medio-orientali. Ayman Haddad è cristiano siriano di Damasco, ingegnere, naturalizzato italiano, docente di lingua e cultura araba a Perugia, ha in Siria la sua famiglia d’origine, colpita direttamente dal conflitto. È profondo conoscitore della situazione mediorientale. Sono toccanti i suoi racconti sull’eroica quotidianità del vivere oggi in Siria.




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